mercoledì 1 marzo 2023

Marcel the Shell (2021)

Nonostante gli orari proibitivi, mi è riuscito anche di recuperare Marcel the Shell (Marcel the Shell with Shoes On), diretto e co-sceneggiato nel 2021 dal regista Dean Fleischer Camp e candidato a un Oscar per il Miglior Film d'Animazione.


Trama: la conchiglietta Marcel vive in un'enorme casa assieme alla nonna Connie, dopo che gli altri membri della famiglia sono improvvisamente scomparsi. L'incontro con un documentarista offre a Marcel la possibilità di cercarli...


Nonostante da anni (a meno che non sia costretta al cinema o non si parli di qualche film che non vedo l'ora che esca) non guardi un trailer né legga recensioni di pellicole che devo ancora vedere, il sembiante di Marcel mi era familiare, così come il generale entusiasmo derivante dall'attesa del primo lungometraggio dedicato alla conchiglietta creata dagli ex coniugi Dean Fleischer Camp e Jenny Slate. Quando Marcel the Shell è stato candidato agli Oscar, la mia curiosità è aumentata e sono stata contenta di sapere che il film avrebbe avuto, stranamente, una tempestiva distribuzione italiana che l'ha fatto approdare persino nei lidi Savonesi. Quello che non mi sarei aspettata, però, è che per i primi dieci minuti avrei avuto più ansia che a guardare un horror, in quanto un conto è vedere Marcel in foto, un conto è vederlo muoversi sullo schermo, piccolo e nascosto agli occhi di chiunque, inquietante creatura marina (sono ligure ma evidentemente qualcosa, del mare e dei suoi abitanti, mi respinge) dalla voce anche troppo simile a quella di Salad Fingers, quello sì un incubo partorito da un folle. Superati i primi dieci minuti di brividi, che mi hanno vista seduta rigida come un tronco, a cercare di farmi sparire la pelle d'oca dalle braccia, sono riuscita a poco a poco a farmi coinvolgere dalla dolcezza e dalla poesia di Marcel the Shell, un film piccolino e delicato, in pieno stile A24, che sfrutta il punto di vista innocente del protagonista per farci riflettere sulle molte cose che non vanno nelle nostre vite moderne. Il fulcro della trama è lo strano rapporto che si viene a creare tra Marcel e Dean, un videoamatore in crisi con la ex moglie (c'è un che di biografico in tutto questo) che, durante la permanenza in un AirBnB, scopre l'esistenza di due conchigliette parlanti e decide di girare una serie di brevi documentari su di loro. Se ho definito "strano" il rapporto tra i due, è perché per buona parte del tempo esso è unidirezionale: Dean è colui che sta dietro la macchina da presa e cerca in tutti i modi non solo di non interferire con la vita di Marcel, ma anche di non parlargli di ciò che esula dall'opera in corso, mentre la conchiglietta cerca un contatto amico, vittima di una solitudine disperata che lo porta a non capire perché mai Dean sia così schivo e pronto ad evitare ogni contatto non necessario o confidenza. 


Nel corso del film, le perplessità di Marcel diventano le nostre, in quanto al minuscolo esserino vengono messe in bocca osservazioni non banali relativamente all'uso sciocco ed egoista che viene fatto di un mezzo potente come il web (emblematico il video postato per trovare la famiglia di Marcel, visualizzato da migliaia di persone che, invece di aiutarlo, postano commenti sciocchi o si impegnano solo per diventare a loro volta "famose" facendosi un selfie davanti a casa sua) o relativamente a quanto si sia diventati incapaci di fidarci degli altri, di cercare il conforto degli amici o della famiglia, preferendo seppellirci in un dolore personale per paura di riceverne altro. In tal senso, è emblematico il personaggio di nonna Connie, conchiglia pratica e molto saggia, che tenta in tutti i modi di spronare un nipotino traumatizzato dalla tragedia accorsa alla famiglia e terrorizzato all'idea di scuotere lo status quo e ricominciare a fare nuove esperienze, bloccato in una non-vita che non giova a nessuno dei due. Tutte queste riflessioni sono tratteggiate in punta di penna, inserite in una cornice di umorismo mai sciocco né volgare e di momenti tristi che non diventano mai patetici, un miracoloso equilibrio che si riverbera anche nella natura "ibrida" ma perfettamente amalgamata del film, un documentario live action che ha per protagonisti delle creature realizzate in stop motion. Indubbiamente, Marcel the Shell è un'opera molto originale e particolare, che consiglio di vedere per avere un'idea di cosa esista oltre all'animazione tradizionale che, troppo spesso, la fa da padrona agli Oscar come se non esistesse altro modo di realizzare cartoni animati. In calce, aggiungo la risposta alla domanda che ci siamo posti io e Toto alla fine del film, tanto è la stessa che vi farete anche voi: se un oggetto viene ignorato abbastanza a lungo, riesce a sviluppare un'anima. E più non dimandate!


Di Jenny Slate (co-sceneggiatrice e voce originale di Marcel), Isabella Rossellini (Connie) e Rosa Salazar (Larissa) ho parlato ai rispettivi link.

Dean Fleischer Camp è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, inoltre interpreta Dean. Americano, è al suo primo lungometraggio ma ha diretto anche i tre corti che hanno ispirato Marcel the Shell. Anche produttore, montatore e direttore della fotografia, ha un film in uscita, il live action di Lilo & Stitch.


Marcel the Shell è un lungometraggio nato dai corti Marcel the Shell with Shoes On (2010), Marcel the Shell with Shoes On, Two (2011) e Marcel the Shell with Shoes On, Three (2014), che dovrebbero tutti essere disponibili su YouTube. Se il film vi fosse piaciuto recuperateli e aggiungete Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento, perché no? ENJOY!

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