Era un film che mi attirava tantissimo fin dal titolo, così, appena è stato reso disponibile, ho recuperato I Saw the TV Glow, diretto e sceneggiato dalla regista Jane Schoenbrun.
Trama: il dodicenne Owen, dal carattere schivo, rimane affascinato da Maddy, ragazza più grande e appassionata del telefilm The Pink Opaque. Proprio questo show li fa diventare amici, finché Maddy non scompare in concomitanza con la sua cancellazione...
Non sono particolarmente esperta di indie horror e non ho mai guardato il primo lungometraggio di Jane Schoenbrun, We're All Going to the World Fair, tuttavia questo I Saw the TV Glow mi ha attirata a causa del titolo particolare e di un paio di locandine tutte giocate sui toni del rosa fluo, che mi ricordavano un po' quelle di The Stuff. Ammetto, dunque, di essere giunta impreparata allo stile di Schoenbrun e a una pellicola che viene classificata come horror quando, per buona parte della sua durata, si affida tantissimo a suggestioni, immagini di spazi liminali, personaggi scollegati dalla realtà che trasmettono disagio anche solo vivendo, distanti come sono dai tipici adolescenti e solitari nella loro battaglia contro il peso dell'esistenza. Sì, sparuti lettori, We're All Going to the World Fair richiede impegno e tantissima pazienza da parte dello spettatore, perché il rischio che decidiate di non finirlo dopo mezz'ora buona di ragazzini che interagiscono attraverso dialoghi scarni e impercettibili shift temporali è concreto; per quanto mi riguarda, probabilmente mi sono intestardita nel voler capire dove andasse a parare il film quindi ho resistito persino al sonno (giuro, non mi è calata la palpebra nemmeno per un secondo) e sono stata ripagata con un'angoscia che mi ha presa da metà pellicola per non lasciarmi più. D'altronde, dev'essere molto angosciante scoprire che la propria identità sessuale non corrisponde al genere che ci è stato assegnato alla nascita e probabilmente il risultato degli stadi iniziali della disforia sarà quello di percepirsi "distaccati" dal proprio corpo e dalla realtà, e I Saw the TV Glow è, come dichiarato da Schoenbrun, una sorta di metafora della transizione e di tutto ciò che comporta in termini di traumi psicologici. I Saw the TV Glow non tratta direttamente di questi temi (alcuni dialoghi sono comunque rivelatori) e ci arriva per vie traverse raccontando la strana amicizia, o non-amicizia, tra Owen e Maddy. Sconnessi dagli altri coetanei e dalle loro famiglie, i due si avvicinano grazie a un telefilm intitolato The Pink Opaque, che Owen, essendo più piccolo e per giunta maschio (lo show viene percepito dal padre assente come destinato a un pubblico femminile), non ha il permesso di vedere. The Pink Opaque, che racconta di due amiche unite da un legame psichico e in lotta contro terribili mostri, diventa il collegamento tra i protagonisti ma anche la loro ossessione, un telefilm "proibito" ed accattivante che parla a entrambi molto più di quanto facciano scuola, genitori e società, contribuendo allo stesso tempo ad alienarli maggiormente. La scomparsa di Maddy, che coincide con l'improvvisa cancellazione dello show, non sprona Owen a crescere e cambiare, anzi, il tempo sembra perdere ogni significato mentre le giornate si ripetono sempre uguali, squallide e tristi come solo la quotidianità di un'anonima cittadina di provincia sa essere.
Questa generale immobilità dei personaggi e la malinconia che sembra volerli inghiottire dal primo minuto di pellicola, viene enfatizzata dalla natura estremamente inquietante del mondo di finzione in cui vanno a rifugiarsi. The Pink Opaque, i cui titoli di testa richiamano prepotentemente quelli di Buffy the Vampire Slayer (ripetutamente citata, assieme a mille altre serie anni' 90) ha la qualità onirica e, di nuovo, liminale della serie protagonista della prima stagione di Channel Zero. Allo spettatore vengono dati in pasto suggestioni, un'idea generale degli episodi o della trama, ma le immagini rovinate tipiche delle vecchie VHS aprono squarci su uno show da incubo, fatto di personaggi grotteschi usciti dalla mente di un pazzo e trame crudeli; The Pink Opaque è privo degli aspetti "cool" che alleggerivano uno show come Buffy e l'atmosfera generale che circonda le due protagoniste e di angoscia costante e tragedia ineluttabile. Lo stesso colore rosa che tanto mi aveva attirata dalla locandina è la rappresentazione fasulla di un ingannevole potere salvifico e serve solo ad enfatizzare le ombre di camere da letto, case e ambienti bui, l'aspetto spoglio di strade deserte, la presenza di un'entità malevola che osserva Owen e Maddy. Più in generale, questo "TV Glow" è il barlume di qualcosa di indefinito, un disagio al quale i due protagonisti non riescono a dare un nome ma che diventa sempre più reale e concreto. I Saw the TV Glow, infatti, è uno di quei film che acquistano significato a fine visione e che ne richiedono una seconda. E' come avere un prurito che non si riesce a grattare, o vedere qualcosa di familiare (oh, hi, Amber!) reso sbagliato da un dettaglio stridente che, lì per lì, non riusciamo a mettere a fuoco, per poi rimanere agghiacciati col proverbiale senno di poi. Oppure no, ché Jane Schoenbrun non dà risposte univoche e non solleva mai quel velo che separa la realtà dalla fantasia, la sanità mentale dalla follia, la triste consapevolezza da una terribile speranza. Se avete voglia di stare al gioco e lasciarvi trasportare da I Saw the TV Glow, rischiate di incappare in una delle opere più soddisfacenti dell'anno. Viceversa, c'è anche la possibilità che vi faccia talmente schifo da chiedervi se non sono diventata finalmente pazza a consigliarlo, giusto per rimanere in tema di incertezza. Provate e fatemi sapere!
Di Fred Durst (Frank) e Amber Benson (la mamma di Johnny Link) ho già parlato ai rispettivi link.
Jane Schoenbrun ha diretto e sceneggiato la pellicola. Di origine americana, ha diretto film come We're All Going to the World Fair. Oltre a dirigere e sceneggiare, produce e recita. Ha 37 anni.
Justice Smith interpreta Owen. Americano, ha partecipato a film come Jurassic World - Il regno distrutto, Pokémon Detective Pikachu e Jurassic World Il dominio. Ha 29 anni e tre film in uscita.
Ian Foreman, che interpreta Owen da bambino, era parte del cast della serie tratta da Let the Right One In; la coreografa Emma Portner, ex moglie di Eliott Page, interpreta invece i villain della serie The Pink Opaque e anche l'amica di Maddy, Amanda. ENJOY!
“Dottore, si vede che lei non è mai stato una ragazza di tredici anni” così risponde la Cecilia di Eugenides al medico che non si capacità del perché una ragazza così giovane abbia tentato il suicidio (Il giardino delle vergini suicide). Sarò controcorrente ma di questo film (per certi versi il più bello visto quest’anno) ridurre il disagio che adombra quell’isola dai contorni incerti che gli psicologi dell’età evolutiva chiamano adolescenza solamente a coloro i quali si imbattono in un orientamento o identità sessuale che si discosta dalla consuetudine è come fargli un torto. Chiunque sia stato adolescente - cioè tutti noi - dentro quel senso di solitudine, spaesamento, difficoltosa ricerca e timorosa scoperta di sé in cui si muovono Owen e Maddy, non può non essersi dibattuto e dunque rivedersi; ma I Saw the TV Glow è al contempo anche una feroce critica al mondo di coloro che adolescenti lo sono stati: genitori (distratti), professori (assenti), istituzioni (opprimenti). C’è una scena all’inizio del film, un piano sequenza nella quale Owen attraversa i corridoi della scuola e, mentre sullo schermo vediamo formarsi i pensieri di Maddy riposti nel diario su The Pink Opaque, leggiamo anche i poster motivazionali appesi sulle pareti dell’edificio scolastico, su di uno in particolare si ferma la camera dandoci così la possibilità di leggerlo con calma: “Pain is weakness leaving the body” ecco, da questo doppio contrasto tra gli appunti scritti a mano di un’adolescente che cerca rifugio e risposte in una serie tv e quelle frasi fatte, tutte uguali nei caratteri e nei contenuti, che non lasciano possibilità né prevedono fallimento e che non prendono in considerazione la possibilità di indugi, incertezze, domande cosicché il dolore si derubrica a mera debolezza e non al faticoso prodotto di crescita c’è la silenziosa denuncia della Schoenbrun che sembra non dare - purtroppo - speranza ai suoi ragazzi. Pensavo che mi sarei trovato davanti un film ostico, cerebrale sebbene curato esteticamente ma I Saw the TV Glow è semplicemente - seppur non il più bel film che ho visto quest’anno - quello che più mi ha lascito sul piano emozionale e sensoriale (e va bene così): un film melanconicamente colorato, disincantato (“Questo non è il Regno di Mezzanotte, Maddy: è la periferia") la cui più grande critica che posso fargli è di essere eccessivamente disperato.
RispondiEliminaQuella frase l'avevo notata anche io (Pain is weakness leaving the body) e mi ha fatta veramente infuriare, perché il dolore non ha nulla a che vedere con la debolezza; tra l'altro, riverbera sul finale disperato, col povero Owen che si scusa di aver tirato fuori proprio tutto il suo orrore e dolore durante la terrificante festa di compleanno. Più ci penso, più credo che I Saw the TV Glow sia un'opera importantissima e capace di parlare a più livelli, a più generazioni e generi, quindi uno degli horror migliori dell'anno.
EliminaFolgorante. Visto ieri. ❤️
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