venerdì 14 marzo 2025

2025 Horror Challenge: I diabolici (1955)

La horror challenge di Letterboxd oggi mi porta in Francia, dove ho trovato il film uscito negli anni '50 richiesto, ovvero I diabolici (Les diaboliques), diretto e co-sceneggiato nel 1955 dal regista Henri-Georges Clouzot a partire dal romanzo omonimo di Pierre Boileau e Thomas Narcejac.


Trama: Christina, direttrice di un collegio maschile, viene vessata da Michel, marito violento che, per di più, la tradisce con la collega Nicole. Esasperate, le due donne un giorno decidono di uccidere l'uomo...


Non avevo mai guardato I diabolici, ma ricordavo la trama e lo svolgimento della vicenda perché, all'epoca della sua uscita televisiva, avevo visto Diabolique, il remake del 1996, di cui mi è rimasto impresso persino il finale. Poco danno, perché I diabolici è simile ma anche abbastanza diverso dal remake e, soprattutto, è di una raffinatezza incredibile, e mette tensione oggi come 70 anni fa. Per rispetto del disclaimer finale, uno dei primi inviti cinematografici a non fare "i diabolici" e a non rovinare la sorpresa ai futuri spettatori, non starò a ricamare troppo sulla trama (anche perché, d'accordo, è un film molto vecchio e già oggetto di un remake, ma non dobbiamo averlo visto per forza tutti). Dirò solo che I diabolici è un thriller avente come soggetto un classico triangolo tra moglie, marito e amante di quest'ultimo, viziato dalla natura violenta e intimidatoria dell'uomo, rivolta ovviamente a entrambe; Michel, addirittura, vive dei soldi della moglie e del rispetto derivato dall'essere direttore del collegio maschile da lei fondato, e l'atteggiamento dell'uomo nei confronti di Christina si avvantaggia non solo della debolezza mentale di lei, ma anche della malattia cardiaca di cui soffre. L'amante, Nicole, insegnante nello stesso collegio, è ben più forte di Christina, ed è da lei che arriva l'idea di fare fuori un uomo sostanzialmente inutile e dannoso, che spadroneggia all'interno del collegio umiliando insegnanti e alunni. Ovviamente, il bello de I diabolici è ciò che segue la decisione di fare fuori l'insopportabile Michel, che inserisce il film nel novero dei thriller psicologici con una forte connotazione horror, nonostante il tentativo di alleggerire la vicenda con esilaranti siparietti di vita scolastica, fatta di insegnanti ubriaconi e studenti monelli. D'altronde, pare che Hitchcock avesse puntato il romanzo di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, arrivando ahilui in ritardo per un soffio (ma dalla penna dei due autori è uscito in seguito La donna che visse due volte, uno dei capolavori del regista!).


Da un certo punto in poi, I diabolici diventa un perfetto manuale di paranoia e tensione, che contrasta con una prima parte tutto sommato classica, anche a livello di regia. Nel momento in cui la malattia di Christina si aggrava, per motivi che non posso rivelare, lo stile si fa più vicino a un gotico in bianco e nero della Hammer, persino al Nosferatu di Murnau, e trasforma un semplice edificio scolastico in un labirintico castello fatto di ombre semoventi pronte a ghermire la direttrice del collegio, avvolta in una camicia da notte bianca che sembra risplendere di luce propria. C'è poi una scena che ho trovato semplicemente agghiacciante (debitrice invece delle opere di Tourneur), nonostante sapessi già dove andasse a parare il film, ed è sorprendente pensare come la sua efficacia derivi da un make-up da cartoleria unito ad un sapientissimo uso delle inquadrature e della fotografia, quando oggi la stessa sequenza risulterebbe probabilmente ridicola (dovrei riguardare il remake per un confronto). Per quanto riguarda gli attori, su tutti spicca la bionda "femme fatale" di Simone Signoret, col suo modo di fare volitivo e spiccio, incredibilmente moderno, ma anche Paul Meurisse nei panni di Michel non è da meno, e porta sullo schermo un personaggio talmente odioso che verrebbe voglia anche allo spettatore di farlo fuori. Ho trovato un po' meno incisiva Véra Clouzot, peraltro moglie del regista, ma anche questo è un elemento importante de I diabolici. Fin dall'inizio, Christina è connotata come una vittima rassegnata, come una "santa" costretta ad espiare o una bambina che necessita la guida della ben più salda Nicole, ed è terribile vederla subire in silenzio tutto ciò che le accade, neanche facesse parte dell'arredo dell'edificio che minaccia di inghiottirla. Se non l'avete ancora capito, ritengo che I diabolici sia uno dei capolavori del genere, e vi consiglio di recuperarlo se ancora non ne avete avuto l'occasione! 

Henri-Georges Clouzot è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Francese, ha diretto film come Manon, Legittima difesa e Vite vendute. Anche produttore, è morto nel 1977. 


Simone Signoret
interpreta Nicole Horner. Tedesca, ha partecipato a film come La strada dei quartieri alti (che le è valso l'Oscar come miglior attrice protagonista), Le vergini di Salem, Adua e le compagne, La nave dei folli e La confessione . E' morta nel 1985.


Nel 1996 è stato realizzato un remake, Diabolique, che differisce completamente nel finale, rispetto all'originale. Se I diabolici vi fosse piaciuto recuperatelo! ENJOY!

3 commenti:

  1. Un film che non invecchia, hai ragione e riesce ancora oggi a tenerti in tensione. L'ho visto credo un paio d'anni fa e ancora ricordo bene alcune scene.

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    1. Anche se sapevo, più o meno, come sarebbe andata la storia, ammetto di essere rimasta incantata davanti allo schermo, tesa come una corda di violino. Un vero capolavoro!

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  2. Film rivisto proprio di recente e che probabilmente, insieme a Psyco, maggiormente ha codificato gli stilemi del thriller moderno (tra le protagoniste anche l’acqua con le due scene più iconiche che si svolgono rispettivamente dentro una vasca e sotto la doccia; Michel Tournier in un suo saggio del 1994 – Lo specchio delle idee – riprendendo il concetto filosofico di categoria si dilettava a proporre alcune riflessioni sull’essere contrapponendo coppie di apparenti contrari e, tra queste, proprio la vasca da bagno e la doccia: “dal punto di vista caratteriologico grande è l’importanza di questa scelta”). Non entrate in quel collegio (1982) di Rosman guarda smaccatamente a Clouzot, e non solo per la scena della piscina ma anche per quella chiusura nella quale la final girl è preda di angosciose allucinazioni. Allucinazioni, paranoie… Il Polanski, non solo di Repulsion, esisterebbe così com’è senza I Diabolici? Altri due film, sempre capolavori assoluti degli anni Sessanta, sono debitori delle sue atmosfere da incubo e vagamente soprannaturali nelle quali è quasi sempre impossibile distinguere tra allucinazione e realtà: The Innocents (1961) e Carnival of Souls (1962); perché la magione di Bly e il luna park abbandonato dove si fanno vivi gli incubi di Mary sono luoghi inquietanti tanto quanto lo è il collegio presieduto da Christina così come i loro giovani allievi non appaiono poi meno ambigui e disturbanti dei piccoli Miles e Flora. I diabolici, film monumento.

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