Buon lunedì a tutti! Stanotte gatta Sandy ha pensato di svegliarmi in tempo per i premi più succulenti, consentendomi di testimoniare il ritorno di un Quentin in grandissima forma. Ero onestamente poco interessata, quest'anno, agli Academy Awards, consapevole che i due film per i quali facevo il tifo (The Substance e Nosferatu) sarebbero rimasti a bocca asciutta o quasi. La mia previsione si è rivelata, ovviamente, azzeccata, ma qualche sorpresa interessante c'è stata, tra cui il ridimensionamento di film che mi hanno lasciata un po' freddina, quali A Complete Unknown, giustamente snobbato, Conclave e il favoritissimo The Brutalist. Sono molto contenta per il successo di Anora, ma non mi nascondo dietro a un dito: la marea di premi piovuti sul film di Sean Baker, soprattutto quelli per miglior film e miglior attrice protagonista, derivano da crudissime polemiche sulle quali non mi sento nemmeno di spendere due parole, che hanno tolto dai giochi Emilia Pérez (che pur non ho amato), Fernanda Torres e lo stesso The Brutalist. La cosa buona è che finalmente, forse, Anora godrà di una ri-distribuzione migliore qui in Italia e magari, come auspicato da Baker, il cinema indipendente e le sale cinematografiche ritroveranno l'importanza perduta... Sognare non costa nulla. ENJOY!
Alla faccia di Brady Corbet (credo non dimenticherò MAI il modo in cui si è alzato in piedi, convinto che Quentin stesse per pronunciare il suo nome come miglior regista, un istante prima che il cameramen inquadrasse precipitosamente Sean Baker, reale vincitore), Anora ha vinto la statuetta come miglior film e Baker quella come miglior regista. I due importantissimi premi sono arrivati dopo le statuette per Mikey Madison come miglior attrice protagonista, miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio. Ribadisco, sono MOLTO contenta delle vittorie di Anora ma trovo francamente esagerati i riconoscimenti di miglior regia e miglior attrice protagonista. Il premio di miglior film dipende da una serie di fattori talmente soggettivi che non sto nemmeno a discuterli, ma la regia della Fargeat e quella di Corbet mi sono sembrate nettamente migliori, e a stringere la statuetta come miglior attrice avrebbe dovuto essere Demi Moore, pochi cazzi. La Madison è bravissima ma non c'era paragone col mix di fascino, disgusto e pietà veicolato dalla povera Elizabeth.
Nessuna sorpresa invece per la vittoria di Adrien Brody come miglior attore protagonista in The Brutalist (film di cui parlerò domani). Bravissimi Fiennes e Sebastian Stan, bellissimo ed intenso Colman Domingo mentre Chalamet può andare a mangiare ancora un po' di pane e Nutella, per quel che mi riguarda, ma non c'era paragone con l'intensità di Brody, visibilmente commosso sul palco. The Brutalist esce fortemente ridimensionato rispetto ai pronostici e alle candidature ricevute, vincendo solo altri due Oscar, quello per la miglior colonna sonora (che io avrei dato a Il robot selvaggio, ma vedere il giovanissimo Daniel Blumberg salire sul palco a mo' di novello Nosferatu di Murnau, talmente emozionato che sembrava dover scoppiare in lacrime da un momento all'altro, mi ha fatto tanta tenerezza) e quello, prevedibilissimo ma scandaloso, per la miglior fotografia. Quelle di Maria e Nosferatu, a mio parere, erano nettamente superiori.
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Non riuscivo a staccare gli occhi dalla spilla della designer Elsa Jin. Splendida. |
Vince l'Oscar come miglior attrice non protagonista Zoe Saldaña. Questo premio era sicuro quanto quello andato al suo "collega" di categoria e quello all'attore protagonista, anche se, come al solito, deriva dalla furba scelta di non candidare l'attrice come miglior protagonista, nonostante lo fosse. Comunque, un premio dovuto, la Saldaña è la "cosa" più bella di Emilia Pérez, film che a me ha detto davvero poco, al punto che ho dovuto riascoltare El mal, vincitrice del premio alla miglior canzone originale, per ricordare in quale scena fosse.
Altro Oscar prevedibile ma graditissimo è quello andato a Kieran Culkin come migliore attore non protagonista in A Real Pain (anche se vale lo stesso discorso fatto per la Saldaña. E' protagonista Culkin quanto Jesse Eisenberg!), un film di cui parlerò nei prossimi giorni e che vi consiglio di recuperare, visto che è al cinema proprio adesso. Mi spiace per il dolcissimo Yura Borisov e per il mefistofelico Mark Strong, ma quest'anno non c'erano speranze, signori.
Conclave, altro stra-favorito lasciato quasi a bocca asciutta, vince la miglior sceneggiatura non originale. E che vi devo dire; non è che gli altri candidati fossero granché, ma quello di Peter Straughan mi è sembrato un lavoro parecchio banale e svogliato.
E a proposito di favoriti caduti in disgrazia, Io sono ancora qui si "accontenta" del premio come miglior film straniero. Fernanda Torres, davanti alla vittoria della Madison, era incazzata nera, ma se non altro la statuetta è andata a un film bello ed importante. Ovviamente, avrei preferito una vittoria di The Girl with the Needle, ma era una speranza vana fin dall'inizio.
La vera sorpresa della serata è stata la vittoria di Flow, di cui parlerò nei prossimi giorni, come miglior lungometraggio animato. Mi ha lasciata basita non perché non mi sia piaciuto, anzi, l'ho adorato e sono felicissima della sua vittoria, ma a livello di animazioni era molto migliore Il robot selvaggio. Comunque, spero che il premio spinga più gente possibile a recuperare questo delizioso capolavoro!
Per concludere, riassumo (con la morte nel cuore, ve lo giuro) i premi "tecnici" andati ad altre pellicole. Perché con la morte nel cuore? Perché The Substance ha vinto un ridicolo contentino per il Miglior make-up, evidentemente l'unica categoria a cui possono ambire gli horror che non dissimulano la loro vera natura e osano "esagerare". Wicked si accontenta della Miglior scenografia e dei costumi (e se posso dirlo, ancora grazie!), mentre al grandioso Dune - Parte 2 sono stati "concessi" Miglior sonoro e Migliori effetti speciali. Aggiungo, come ogni anno, quelle categorie di cui non ho assolutamente conoscenza: No Other Land vince come Miglior documentario, In the Shadow of the Cypress come Miglior corto animato, I'm not a Robot come miglior corto live action e The Only Girl in the Orchestra: la storia di Orin O'Brien come Miglior corto documentario. E anche questi Oscar se li semo levati dalle... : da domani vi puppate i post dei film che ho visto durante l'Oscar Death Race e che non sono riuscita a pubblicare ma, per fortuna, tornerò anche a parlare di horror!
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Il momento migliore della serata! aMMore! |
Già... Il Robot Selvaggio merita, ma che te lo dico a fare...
RispondiEliminaComunque il makeup di The Substance a mio parere era spesso esagerato e palesemente finto, dai...
io l'ho trovato magnifico, ma il film meritava molto di più di un semplice contentino.
EliminaCome al solito la notte degli Oscar fa discutere nel bene e nel male; pur sapendo che i premi non sono mai strettamente legati a un valore reale ma spesso ad altri fattori, ogni anno si attende il risultato incrociando le dita.
RispondiEliminaMi trovi d'accordo su quanto hai detto in merito a Emilia Perez, quasi ogni candidatura spazzata via e questo la dice lunga....
Quest'anno ho visto poco, ma tifavo per Emilia Perez, anche se parecchi risvolti hanno un po' abbassato il mio entusiasmo, avere abbandonato a se stessa la Gascon l'ho trovato davvero ipocrita pur ritenendo la sua candidatura forse eccessiva.
Pertanto non mi duole la premiazione di Anora anche se tutti i premi raccolti li trovo fuori misura. Sono sincera, tra la Madison e la Moore, avrei faticato a decidere, strepitose entrambe, ma forse per 'anzianità ' e conseguenti opportunità lo avrei dato alla Moore. The substance meritava un premio più incisivo, personale, pur non avendolo amato, ma riconosco i suoi punti di forza.
Il miglior film straniero radunava buoni film, credo, qualcuno non l'ho visto, ma se hai la possibilità cerca di recuperare 'Il seme del fico sacro ', sono certa che ti potrebbe piacere, oltre essere un buon film e molto importante per il messaggio così attuale. Si respira un senso di soffocamento che il regista in condizioni estreme perché non poteva girare è riuscito comunque a trasmettere. Davvero potente.
Voglio recuperare assolutamente 'A real pain', altro film che mi interessava, appena uscito in sala.
Il mio momento preferito, toccante, è stato il pensiero, il tributo di Morgan Freeman al suo amico Gene Hackman. Nonostante si fosse ritirato da tempo, mi ha toccato la sua dipartita , molto.
A me Emilia Pérez non ha detto nulla, fin dall'inizio, c'erano tanti aspetti del film che non ho apprezzato, ma l'Oscar alla Saldana l'ho trovato giusto. Anora, invece, l'ho adorato ma trovo sia stato pompato a scapito di altri film snobbati e la mancata statuetta alla Moore mi ha sconcertata proprio per il motivo che citi tu.
EliminaIl seme del fico sacro purtroppo da me non è uscito, come spesso succede con i buoni film. Aspetterò l'arrivo in streaming, che dire. Di A Real Pain parlerò invece a fine settimana, mi è piaciuto molto!
Da quest'anno entravano in vigore per il miglior film gli "Standard di rappresentazione e inclusione": dunque storia, trama o personaggi rappresentati devono avere un attore/attrice (protagonista o non) facente parte di un gruppo sottorappresentato oppure deve esserlo il 30% del cast; ancora, anche la produzione, gli addetti ai lavori e la distribuzione deve in parte esserlo. Chi è d'accordo afferma che è il solo modo per rappresentare storie che altrimenti mai sarebbero raccontate (mah, oramai sembra invece che si vogliano solo raccontare solo "certe" storie; mi chiedo quanti film di Scorsese sarebbero rientrati dentro questi criteri; e Apocalypse Now?): una specie di Affirmative act del cinema. Pu**anate. Credo che questo misto di ipocrisia e woke spieghi, tra le tante cose viste, anche la dubbia scelta della Saldana candidata declassata a non protagonista (ne abbiamo parlato proprio qui l'anno scorso per la Gladstone, sebbene per scelte della produzione ben differenti e più nobili): evidentemente premeva far vincere la statuetta più prestigiosa a una trans; fortunatamente dopo il woke della nomination all'attrice l'ipocrisia della marcia indietro dinanzi alla donna (ma, a proposito, O'Brien che le dice alla Gascon: "Se mi twitti io mi chiamo... Jimmy Kimmel!") e più in generale a un film appena normale. Io amo da morire Baker, questo talento del New Jersey che ha iniziato a girare dieci anni fa con l'iPhone storie di prostitute trans e che si scrive e monta film che poi dirige; Anora - a mio avviso - non è il suo migliore (Starlet, oltre a Florida Project, è più bello, sebbene acerbo e incandidabile - per caratteristiche - per una vittoria di questa caratura e così istituzionale) tuttavia questo 2025 non è il 2024 dunque non c'è l'Oppenheimer di turno che fa pigliatutto; e forse. alla fin fine, il solo premio esagerato di Anora è per la bravissima Madison. Sono d'accordo che il personaggio della Moore è più stratificato (così come quello della Gladstone lo scorso anno rispetto alla Stone per cui meritava la vittoria): lei o la Torres hanno da recriminare. Curioso che i due principali vincitori, Baker e Corbet abbiano affermato che con i loro film non arrivano a fine mese; forse c'è qualcosa che non va e, soprattutto, non mi sembra poi così inverosimile (tra l'altro Baker che nei suoi discorsi ha invitato a frequentare le sale e ricordato i e le sex workers, un grande). Ancora una volta i film di genere (horror e fantascienza) si devono accontentare solo dei riconoscimenti tecnici. Sic transit anche il conclave dell'Academy.
RispondiEliminaE' giusto e doveroso che certe storie vengano raccontate. Ma, al di là di freddi calcoli di percentuale, bisognerebbe tornare a candidare film belli, coinvolgenti, originali. La Gascon, poveraccia, ha visto sfumare ogni possibilità di carriera e, per quanto il passato dimostri la sua pochezza umana, un dietrofront della produzione e un attacco così mirato è imbarazzante e vergognoso. Per il resto, non posso che concordare, soprattutto sul discorso di Sean Baker, anche se non sapevo che lui e Corbet abbiano pianto miseria.
EliminaA scanso di equivoci, trovo ripugnante il modo in cui è stata trattata la Gascon, ma questo forse dovrebbe aiutare a riflettere che non si possono prendere a modello personaggi per ciò che rappresentano ma per quel che fanno. Da qui il discorso ineccepibile, si tornino a premiare i bei film indipendentemente da ciò che rappresentano. Magari poi con la vittoria di Baker si riscoprirà anche Tangerine (2015) e forse si ragionerà che certe storie sempre sono state raccontate senza bisogno di imposizioni; giusto dare un po' più di spazio e attenzione.
EliminaBah, annata Oscar che mi vede molto tiepida e disinteressata. Al punto di aver evitato molte visioni a prescindere, anche se il pregiudizio non è mai sensato. The Brutalist per me era il film interessante , l'ho amato nonostante certi evidenti difetti. Grandissimo applauso a Brody che si merita tutto quel secondo Oscar, perché è un attore immenso qui come in tante altre pellicole. Capace di reggere un intero film da solo, se necessario. So che The Brutalist non ti è piaciuto granché ,Erica. Io son contenta anche per i premi alla fotografia e alla colonna sonora. Forse meritava qualcosa di più. Anora a sensazione forse ha acchiappato un po' troppo. Ma io non faccio testo, nutro ormai una certa antipatia per Sean Baker, sopravvalutato in generale, per me ripetitivo nelle tematiche dei suoi film. Non mi dilungherei su Emilia Perez, con la Gascòn affogata nel woke che azzanna sé stesso, faccenda triste. Mi dispiace un pò per Il seme del Fico Sacro che avrei preferito al posto di I'm still here. Non mi dispiace per nulla invece per The Substance, visione tanto brutta per me che mi son pentita di aver finanziato nel mio piccolo questa porcheria. Sono alla ricerca, spero consolatoria, di Flow e di The Wild Robot ma soprattutto di In the Shadow od the Cypress, i corti di animazione sono la mia passione. Se hai/avete indicazioni su dove recuperare di questi ultimi, ringrazio in anticipo. Insomma, annata Oscar sciapa per me. Un saluto 👋👋🖖
RispondiEliminaSull'Oscar a Brody mi trovi concorde, anche se The Brutalist mi ha lasciata un po' freddina lui è favoloso. Il seme del fico sacro, purtroppo, non ho avuto occasione di vederlo, lo recupererò prossimamente quando arriverà in streaming. Direi che i film animati tu li abbia già visti e che ti abbiano lasciata giustamente soddisfatta!!
EliminaOnore ad Anora, che è un filmuccio delizioso (poteva andare molto, molto peggio!) anche se il suo trionfo è forse eccessivo rispetto ai suoi reali meriti. The Brutalist non esce ridimensionato (ero sicuro che non vincesse nulla...): i suoi tre Oscar sono strameritati, anche quelli per la colonna sonora (che per quasi quattro ore accompagna lo spettatore senza invadenza e lavorando in sottrazione) e la fotografia (strepitosa nel formato VistaVision). La Demi Moore ha subìto l'effetto trascinamento di Anora, ma va detto che in realtà non era mai stata davvero favorita (i bookmakers la davano sempre in parità con la Madison, 50/50) e la sua vittoria era stata più che altro "pompata" e auspicata dalla critica che non vedeva l'ora di scrivere pistolotti retorici sulla diva in declino che risorge in perfetto stile americano (manco fosse Gloria Swanson), ma agli Oscar - ahimè per lei - non votano i giornalisti ma i colleghi attori. Su attore e attrice non protagonista sfondi una porta aperta (ma ogni anno accade una cosa del genere, pensiamo a John Travolta e Samuel L. Jackson in Pulp Fiction) e riguardo il film internazionale... la vittoria di Io sono ancora qui al posto di Emilia Pérez ci consente di tenere la Francia a distanza di sicurezza nell'albo d'oro degli Oscar vinti :)
RispondiEliminaBasta che A Complete Unknown non abbia vinto nulla, guarda. E che Conclave non abbia portato a casa premi eccessivi. La cosa che mi spiace di più è la mancata vittoria della Moore ma, come hai detto tu, era praticamente impossibile.
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