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domenica 29 dicembre 2019
Bolla's Top 5: Worst of 2019
Pensavate mi fossi dimenticata delle classifiche di fine anno? Naah. E' uno sporco lavoro ma qualcuno deve farlo e se siete preoccupati dell'assenza del Bolluomo, sappiate che con l'anno nuovo anche lui dirà la sua. Fortunatamente questo è stato un anno foriero di poche delusioni, chissà se perché nel frattempo mi sono rammollita o perché sono diventata più brava a scegliere i film. Comunque, fuffa ne ho vista anche io e qui c'è l'elenco dei 5 peggiori film visti quest'anno, con particolare attenzione agli shock da diludendo e sì, Rob Zombie, sto parlando con te. Ecco a voi quindi questa Worst 5 atipica, tirata per farci rientrare qualcosina di più. ENJOY!
5. Film da festival: Perfect, Tito, Bina
Quest'anno ho fatto la fighètta cinèfila dell'internet e sono andata al ToHorror e al Torino Film Festival. Le sòle, nemmeno a dirlo, si nascondono anche lì e spesso, come nel caso di Perfect, si travestono da mmerda autoriale. Tito e Bina sono un po' più grezzi (e l'horror turco non è neppure così brutto alla fine) ma il concetto è sempre quello.
4. Polaroid/La Llorona
Intercambiabili come da loro natura di horror per ragazzini particolarmente svogliati, Polaroid è l'estensione di un corto che funzionava solo come tale, La Llorona il tentativo mal riuscito di portare la mitologia di The Conjuring all'interno del folklore messicano o viceversa, tanto è brutto lo stesso.
3. La befana vien di notte
No, ma la scema sono io che vado a vedere 'ste cose convinta che Soavi sia infine rinsavito (non dico tornato ai fasti dei primi horror, per carità) e mi faccio fregare da Stefano Fresi nel cast. I bambini più irritanti ed incapaci del globo per un film che è un insulto all'intelligenza dei più piccoli. (So che il film è uscito nel 2018 ma avevo già concluso le classifiche per quell'anno e questo meritava di finire in elenco)
2. 3 From Hell
Ovvero: Rob Zombie ha bisogno di soldi e percula i fan rovinando i suoi due film più riusciti con un film che forse non avrebbe avuto senso nemmeno se avesse incluso nei tre il povero Sid Haig, ma così sembra più 3 From Discount invece che From Hell.
1. Velvet Buzzsaw
La noia fatta a horror, un cast sprecato e una minchiata colossale che poteva venire risolta in mille e uno modi migliori, con un titolo che non c'entra quasi nulla con la storia narrata. Bad Netflix, baaad.
venerdì 4 gennaio 2019
La Befana vien di notte (2018)
L'ultimo film visto nel 2018 è stato La Befana vien di notte, diretto dal regista Michele Soavi.
Trama: La maestra Paola nasconde un segreto: dopo mezzanotte, si trasforma nella Befana. Quando un bieco produttore di giocattoli decide di rapirla per sostituirsi a lei, un gruppetto di bambini si mette in viaggio per salvarla.
Mi ero fatta attirare dal trailer de La Befana vien di notte grazie a due nomi, quello di Stefano Fresi tra gli interpreti e quello di Michele Soavi alla regia, che si univano al piacere di vedere, per una volta, un film italiano confinante nel fantastico, nella favola con radici popolari. Purtroppo, come spesso accade La Befana vien di notte, pur non essendo completamente da buttare, risente dei soliti problemi del 90% dei film italiani che escono in sala: ha una trama risibile, abbondanza di momenti WTF e, al solito, una pessima recitazione. Ma partiamo dagli aspetti positivi. La Befana vien di notte è il simpatico tentativo di creare una favola "festiva" tutta italiana e basata su una figura del folklore nostrano assai simile a Babbo Natale ma molto più povera: vecchia, brutta, con le scarpe tutte rotte e il vestito alla romana, la Befana è molto meno chic del ciccione rosso e molto più vicina all'idea di strega cattiva che di fatina buona portadoni ma è comunque una figura ancora importante per tutti i bambini italiani, che ogni 6 gennaio appendono calze che la vegliarda riempirà di dolcetti, carbone o un mix di entrambe le cose. Il film si basa su un concetto divertente, ovvero l'idea che la Befana di giorno sia una bella insegnante delle scuole elementari, persino fidanzata, e che passi invece le notti a prepararsi per il fatidico 6 gennaio, organizzandosi tra elenchi, acquisti, pacchetti e quant'altro. Questa vita movimentata e già di per sé non facile viene ulteriormente complicata dal desiderio di vendetta di un produttore di giocattoli, villain sopra le righe, infantile ma malvagio, interpretato magistralmente dal bravo Stefano Fresi: il suo rapimento della Befana spinge un gruppetto di bambini (novelli Goonies, poi ci torniamo) a mettersi in viaggio per salvare la vegliarda, un'esperienza non priva di pericoli che ovviamente arriverà a migliorare il carattere del bambino cattivo di turno e a cementare i rapporti tra quelli più "buoni". La storia, insomma, è tutta qui. Purtroppo la maggior parte del film è imperniata sulla spedizione dei ragazzini, che pesa come un macigno accompagnata da una canzoncina inascoltabile, quando invece il bello de La Befana vien di notte è un secondo tempo più concitato, dove abbondano atmosfere misteriose e un po' più horror lasciate nelle mani capaci di Michele Soavi, sempre a suo agio negli ambienti tetri e gotici (alcune scene sono davvero belle ed emozionanti, come quella della pressa o quella del rogo, per non parlare della bellezza del rifugio sotterraneo della Befana), e dell'ambigua figura di un cacciatore senza scrupoli. Ahimé, anche in questo caso i realizzatori si sono impegnati a buttare il tutto in caciara ed ecco che finiscono gli aspetti positivi del film. Cominciamo ora con le dolenti note.
La Befana vien di notte è la "risposta" italiana a I Goonies ma senza una minima pretesa di realismo e soprattutto senza la voglia di andare oltre un mero scimmiottamento del genere. E' vero, di realismo non si può parlare in un film dove una vecchia volante porta doni di notte ma se negli anni '80 i realizzatori de I Goonies si erano comunque impegnati a rendere verosimile un viaggio in bicicletta verso un luogo raggiungibile in un paio d'ore qui parliamo di bambini che, nelle innevate strade del Trentino, inforcano le bici per raggiungere un rifugio in cima a una montagna e ci mettono un giorno e una notte, trovando anche il tempo di costruire una "nave-slitta" (ovviamente grazie all'ingegno di un novello Data, dai tratti orientali anche lui) e di essere molto ma molto più veloci di un Hammer. Del tizio travestito da dinosauro non mi sento di parlare, quello è stato la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di orripilanti droni volanti, il nadir di un comparto effetti speciali altrimenti valido. Non così per gli attori, ahimé. Io mi domando perché serie come Stranger Things o la nostrana L'amica geniale vantino un comparto di giovani "promesse" che offrono allo spettatore l'illusione di avere davanti stralci di vita reale, mentre ne La Befana vien di notte i ragazzini protagonisti sembrano leggere il testo inverosimile di una recita di Natale; non è solo il fatto che recitano male (la mocciosetta bionda e il cretinetto cattivo vincono la palma d'oro della mediocrità) ma i dialoghi stessi stonano in bocca a dei bambini. Cioé, questi dovrebbero fare la quinta elementare e parlano o come libri stampati oppure disquisiscono di baci con la lingua mentre spiano le coetanee col reggiseno sciorinando dialoghi che nemmeno Jerry Calà ai bei tempi andati? Che orrore. E mi dispiace dirlo ma l'altro neo è la pur brava Paola Cortellesi la quale, a differenza di uno Stefano Fresi molto naturale, recita in maniera impostata, come se fosse sul palcoscenico di un teatro invece che in un film, soprattutto durante i momenti più "drammatici": guardare la Befana implorare per la propria vita e farsi venire in mente gli sketch di Magica Trippy non è proprio la cosa ideale mentre ci si trova davanti a una situazione potenzialmente pericolosa. Quindi, anche stavolta, la possibilità di avere qualcosa di fresco e nuovo come un Tito e gli alieni è sfumata lasciando solo un grande amaro in bocca e la speranza (vana, lo so) che Soavi torni a fare un bell'horror come si deve, lasciando stare la TV e i filmetti per bambini.
Del regista Michele Soavi ho già parlato QUI mentre Stefano Fresi, che interpreta Mr. Johnny, lo trovate QUA.
Paola Cortellesi interpreta Paola e la Befana. Nata a Roma, la ricordo per film come Chiedimi se sono felice, Natale a Casa Deejay, Tu la conosci Claudia?, Nessuno mi può giudicare e Come un gatto in tangenziale. Anche sceneggiatrice e cantante, ha 45 anni e un film in uscita.
Se La Befana vien di notte vi fosse piaciuto recuperate I Goonies, E.T. L'extraterrestre e persino Scuola di mostri, poi ne riparliamo. ENJOY!
Trama: La maestra Paola nasconde un segreto: dopo mezzanotte, si trasforma nella Befana. Quando un bieco produttore di giocattoli decide di rapirla per sostituirsi a lei, un gruppetto di bambini si mette in viaggio per salvarla.
Mi ero fatta attirare dal trailer de La Befana vien di notte grazie a due nomi, quello di Stefano Fresi tra gli interpreti e quello di Michele Soavi alla regia, che si univano al piacere di vedere, per una volta, un film italiano confinante nel fantastico, nella favola con radici popolari. Purtroppo, come spesso accade La Befana vien di notte, pur non essendo completamente da buttare, risente dei soliti problemi del 90% dei film italiani che escono in sala: ha una trama risibile, abbondanza di momenti WTF e, al solito, una pessima recitazione. Ma partiamo dagli aspetti positivi. La Befana vien di notte è il simpatico tentativo di creare una favola "festiva" tutta italiana e basata su una figura del folklore nostrano assai simile a Babbo Natale ma molto più povera: vecchia, brutta, con le scarpe tutte rotte e il vestito alla romana, la Befana è molto meno chic del ciccione rosso e molto più vicina all'idea di strega cattiva che di fatina buona portadoni ma è comunque una figura ancora importante per tutti i bambini italiani, che ogni 6 gennaio appendono calze che la vegliarda riempirà di dolcetti, carbone o un mix di entrambe le cose. Il film si basa su un concetto divertente, ovvero l'idea che la Befana di giorno sia una bella insegnante delle scuole elementari, persino fidanzata, e che passi invece le notti a prepararsi per il fatidico 6 gennaio, organizzandosi tra elenchi, acquisti, pacchetti e quant'altro. Questa vita movimentata e già di per sé non facile viene ulteriormente complicata dal desiderio di vendetta di un produttore di giocattoli, villain sopra le righe, infantile ma malvagio, interpretato magistralmente dal bravo Stefano Fresi: il suo rapimento della Befana spinge un gruppetto di bambini (novelli Goonies, poi ci torniamo) a mettersi in viaggio per salvare la vegliarda, un'esperienza non priva di pericoli che ovviamente arriverà a migliorare il carattere del bambino cattivo di turno e a cementare i rapporti tra quelli più "buoni". La storia, insomma, è tutta qui. Purtroppo la maggior parte del film è imperniata sulla spedizione dei ragazzini, che pesa come un macigno accompagnata da una canzoncina inascoltabile, quando invece il bello de La Befana vien di notte è un secondo tempo più concitato, dove abbondano atmosfere misteriose e un po' più horror lasciate nelle mani capaci di Michele Soavi, sempre a suo agio negli ambienti tetri e gotici (alcune scene sono davvero belle ed emozionanti, come quella della pressa o quella del rogo, per non parlare della bellezza del rifugio sotterraneo della Befana), e dell'ambigua figura di un cacciatore senza scrupoli. Ahimé, anche in questo caso i realizzatori si sono impegnati a buttare il tutto in caciara ed ecco che finiscono gli aspetti positivi del film. Cominciamo ora con le dolenti note.
La Befana vien di notte è la "risposta" italiana a I Goonies ma senza una minima pretesa di realismo e soprattutto senza la voglia di andare oltre un mero scimmiottamento del genere. E' vero, di realismo non si può parlare in un film dove una vecchia volante porta doni di notte ma se negli anni '80 i realizzatori de I Goonies si erano comunque impegnati a rendere verosimile un viaggio in bicicletta verso un luogo raggiungibile in un paio d'ore qui parliamo di bambini che, nelle innevate strade del Trentino, inforcano le bici per raggiungere un rifugio in cima a una montagna e ci mettono un giorno e una notte, trovando anche il tempo di costruire una "nave-slitta" (ovviamente grazie all'ingegno di un novello Data, dai tratti orientali anche lui) e di essere molto ma molto più veloci di un Hammer. Del tizio travestito da dinosauro non mi sento di parlare, quello è stato la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di orripilanti droni volanti, il nadir di un comparto effetti speciali altrimenti valido. Non così per gli attori, ahimé. Io mi domando perché serie come Stranger Things o la nostrana L'amica geniale vantino un comparto di giovani "promesse" che offrono allo spettatore l'illusione di avere davanti stralci di vita reale, mentre ne La Befana vien di notte i ragazzini protagonisti sembrano leggere il testo inverosimile di una recita di Natale; non è solo il fatto che recitano male (la mocciosetta bionda e il cretinetto cattivo vincono la palma d'oro della mediocrità) ma i dialoghi stessi stonano in bocca a dei bambini. Cioé, questi dovrebbero fare la quinta elementare e parlano o come libri stampati oppure disquisiscono di baci con la lingua mentre spiano le coetanee col reggiseno sciorinando dialoghi che nemmeno Jerry Calà ai bei tempi andati? Che orrore. E mi dispiace dirlo ma l'altro neo è la pur brava Paola Cortellesi la quale, a differenza di uno Stefano Fresi molto naturale, recita in maniera impostata, come se fosse sul palcoscenico di un teatro invece che in un film, soprattutto durante i momenti più "drammatici": guardare la Befana implorare per la propria vita e farsi venire in mente gli sketch di Magica Trippy non è proprio la cosa ideale mentre ci si trova davanti a una situazione potenzialmente pericolosa. Quindi, anche stavolta, la possibilità di avere qualcosa di fresco e nuovo come un Tito e gli alieni è sfumata lasciando solo un grande amaro in bocca e la speranza (vana, lo so) che Soavi torni a fare un bell'horror come si deve, lasciando stare la TV e i filmetti per bambini.
Del regista Michele Soavi ho già parlato QUI mentre Stefano Fresi, che interpreta Mr. Johnny, lo trovate QUA.
Paola Cortellesi interpreta Paola e la Befana. Nata a Roma, la ricordo per film come Chiedimi se sono felice, Natale a Casa Deejay, Tu la conosci Claudia?, Nessuno mi può giudicare e Come un gatto in tangenziale. Anche sceneggiatrice e cantante, ha 45 anni e un film in uscita.
Se La Befana vien di notte vi fosse piaciuto recuperate I Goonies, E.T. L'extraterrestre e persino Scuola di mostri, poi ne riparliamo. ENJOY!
giovedì 27 dicembre 2018
(Gio)WE, Bolla! del 27/12/2018
Buon giovedì a tutti! Vi siete ripresi dalle abbuffate di Natale? Io non molto ma lo stesso eccomi a parlare delle ultime uscite savonesi dell'anno tra gioia e perplessità... ENJOY!
La befana vien di notte
Spider-Man: Un nuovo universo
Moschettieri del Re
Al cinema d'élite a quanto pare hanno vinto anche questa settimana!
Cold War
La befana vien di notte
Reazione a caldo: Oh!!
Bolla, rifletti!: Una favola a tema festivo con la regia di Michele Soavi e due attori come Paola Cortellesi e Stefano Fresi che mi tentava fin dalla locandina e poi mi ha definitivamente catturata col trailer. Credo proprio correrò a vederla!Spider-Man: Un nuovo universo
Reazione a caldo: Mh.
Bolla, rifletti!: Sembra carino e sicuramente il trailer speciale è stata la cosa migliore di Venom ma lo stesso credo aspetterò un futuro recupero senza andare al cinema.Moschettieri del Re
Reazione a caldo: Ho paura
Bolla, rifletti!: L'idea di un Pierfrancesco Favino moschettiere mi ispira tantissimo, lo ammetto, ma ho ancora in mente i moschettieri vecchi e bolsi de La maschera di ferro o quelli scanzonati della Disney e non so se sono pronta per una versione italiana dei romanzi dei Dumas.Al cinema d'élite a quanto pare hanno vinto anche questa settimana!
Cold War
Reazione a caldo: Lo consigliano tutti!
Bolla, rifletti!: Una storia d'amore tra due persone, una storia d'amore verso la propria Patria, una storia di desiderio e incertezza che ha vinto una marea di premi. Come al solito, in periodo natalizio non mi vanno le cose troppo impegnate ma pare questo film sia splendido quindi chissà...
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