Prosegue il recupero di tutti i film che avrei voluto vedere in settimana e oggi tocca a Sully, diretto da Clint Eastwood e tratto dalle memorie di Chelsey Sullenberg (riportate su carta con l'aiuto di Jeffrey Zaslow) dal titolo Highest Duty: My Search for What Really Matters.
Trama: Nel 2009, un aereo della US Airways viene colpito da uno stormo di uccelli poco dopo il decollo dall'aereoporto La Guardia e perde entrambi i motori. Nel poco tempo disponibile, il capitano Chelsey "Sully" Sullenberg prende la decisione più difficile e decide di ammarare nel fiume Hudson, salvando ben 155 persone da morte certa.
Cos'è un eroe? Da vocabolario, eroe è "una persona che per eccezionali virtù di coraggio o abnegazione si impone all'ammirazione di tutti" e questa è la prima definizione della parola. Il comandante Chelsey Sullenberg, classe 1951 (come il mio papà!!) e con più di trent'anni di esperienza come pilota militare prima e civile poi, nel 2009 si è ritrovato, suo malgrado, a calzare gli scomodi panni dell'eroe, un ruolo che, come sappiamo, è una brutta bestia. Per le 154 persone salvate quel maledetto 15 gennaio 2009, Sully è stato indubbiamente un Eroe, con la E maiuscola, quasi paragonabile a un "essere semidivino cui una stirpe attribuisce gesta prodigiose a proprio favore" (ultima accezione del termine, sempre da vocabolario); vedere la morte in faccia e poterlo raccontare grazie al vero e proprio miracolo compiuto da un uomo ammanta di sicuro quest'ultimo di un'aura mitologica, almeno in base alla prospettiva di chi ha affidato la vita nelle mani di costui. Non c'è spazio per le recriminazioni, per il "avrebbe potuto tornare al La Guardia, avrebbe potuto fare una deviazione, avrebbe potuto ucciderci tutti", è andata bene e tanto basta per consacrare il nome Sully ad imperitura memoria. D'altra parte, un eroe è prima di tutto una persona. E le persone, si sa, passano il tempo tormentandosi con domande scomode e dubbi terribili, a prescindere dalle ovazioni che vengono loro tributate, e Sully non è da meno: tutti gli "avrei potuto, avrei dovuto, e se fosse successo questo invece che quell'altro?" pesano come un macigno sulla psiche del comandante e non sono necessarie le fredde inchieste della National Transportation Safety Board per privarlo del sonno e torturarlo con gli incubi, ci pensa già lui da solo. L'incidente del volo 1549 poteva finire malissimo, invece passeggeri e personale di bordo si sono salvati tutti, ma la verità è che Sully ha fatto una scommessa incrociando le dita affinché la propria esperienza e il proprio intuito consentissero di rimanere in vita a quante più persone possibili. Questo, dal suo punto di vista, non lo rende un eroe bensì uno che sa fare bene il suo lavoro, un lavoro al quale il comandante ha consacrato la propria esistenza fin da giovanissimo.
"Ho volato per anni e adesso la gente mi giudica per questi pochi secondi" Nel film di Clint Eastwood il regista e lo sceneggiatore Todd Comarnicki riescono a rappresentare in un tempo relativamente breve tutta la frustrazione di un uomo ad un passo dalla pensione che rischia di perdere tutto (reputazione, stipendio, casa, moglie, famiglia) per una botta di sfiga alla quale solo il suo sangue freddo è riuscito a mettere una pezza e le cui preoccupazioni non sono quelle di un eroe, bensì quelle che potrebbero toccare ognuno di noi, umanissime e terra terra. Eroe quindi, ci dice Clint Eastwood, è colui che sa fare bene il suo lavoro, che vi si dedica con passione ed orgoglio, la quintessenza insomma dell'America "vera". Non è un caso se Sully, verso il finale, diventa parte di un ingranaggio perfetto fatto di soccorritori, polizia e guardia costiera: i passeggeri del volo 1549 hanno evitato la morte istantanea grazie alla prontezza di Sully ma chi ha consentito a tutti loro di sopravvivere alla gelida morsa del vento e dell'acqua fluviale sono tutti i "manovali" di una New York che non era stata così unita dai tempi dell'11 settembre (opportunamente e dolorosamente citato nel film). Sully, portato sullo schermo dal viso rassicurante e all-american di un Tom Hanks che quando non viene sfruttato male da Ron Howard non è neppure così bolso, diventa il simbolo di un'America pura, portatrice di valori sani e condivisibili, un potentissimo catalizzatore di unione, rispetto, forza e speranza. In tutto questo, non c'è nessuna sviolinata patriottica nel film di Eastwood il quale, pur essendo un lavoro "minore" del regista, è comunque un esempio di solido cinema girato con perizia, confezionato senza cali di ritmo (Sully funziona sia nella parte "catastrofica" che in quella più introspettiva e giuridica) e capace di emozionare nonostante la consapevolezza che sia la vicenda del volo 1549 che quella personale del comandante Sullenberg sono andate a finire per il meglio. Oh, sarò simple quanto il Jack di Tropic Thunder ma io alla fine del film a Sully sono arrivata a volere talmente bene che se lo vedessi in giro correrei ad abbracciarlo come succede nella pellicola è questo è molto indicativo per una che non si emoziona davanti a un film di Clint Eastwood dai tempi di Mystic River.
Del regista Clint Eastwood ho già parlato QUI. Tom Hanks (Chelsey "Sully" Sullenberg), Aaron Eckhart (Jeff Skiles) e Laura Linney (Lorraine Sullenberg) li trovate invece ai rispettivi link.
Mike O'Malley interpreta Charles Porter. Americano, ha partecipato a film come Dietro i candelabri, R.I.P.D. Poliziotti dall'aldilà, A Good Marriage e a serie come My Name is Earl. Anche produttore, sceneggiatore e regista, ha 50 anni.
Ann Cusack interpreta Donna Dent. Americana, sorella di John e Joan Cusack, ha partecipato a film come Ragazze vincenti, Malice - Il sospetto, Mezzo professore tra i marines, Tank Girl, Piume di struzzo, Mi sdoppio in quattro, Mezzanotte nel giardino del bene e del male, Stigmate, Ace Ventura 3, Lo sciacallo - Nightcrawler e a serie quali La signora in giallo, Ally McBeal, Streghe, Six Feet Under, Ghost Whisperer, Grey's Anatomy, Bones, Little Britain USA e Criminal Minds. Ha 55 anni e un film in uscita.
Se Sully vi fosse piaciuto recuperate Flight, American Sniper, The Walk e Everest. ENJOY!
Come ti dicevo, non mi ha convinto neanche stavolta invece.
RispondiEliminaPer me, l'emozione latita ancora.
Troppo asciutto, troppo santino.
Non so, io sono rimasta abbastanza coinvolta. Sarà per il personaggio Sully, il comandante che vorrei avere accanto in ogni circostanza! XD
EliminaIo di Eastwood ho visto poco e su questo ho perplessità. Forse lo recupererò in seguito.
RispondiEliminaAllora devi recuperare prima Mystic River e Mezzanotte nel giardino del bene e del male, meravigliosi!
EliminaConcordo. Non uno dei suoi capisaldi, ma una bomba comunque.
RispondiEliminaClint spacca sempre tanti culi.
A Clint gli si vuole sempre bene a prescindere.
EliminaRipasso quando l'avrò visto,ma sembra avere tutto per piacerci ;)
RispondiEliminaTi aspetto allora!!
EliminaAssolutamente d'accordo. Un film integerrimo, onesto, asciutto eppure commovente, che va dritto al sodo senza melensaggini. Come tutti i film di Clint, insomma. Non sarà il suo capolavoro, ma avercene di questo "cinema medio"...
RispondiEliminaPiù che di cinema medio parlerei di Cinema. Puro e semplice, senza tanti fronzoli :)
EliminaIl ruolo perfetto per uno come Tom Hanks ;)
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo. Hanks andrebbe valorizzato come in questo caso, non imbolsito.
EliminaIo sono per il "non è brutto ma...".
RispondiEliminaSarà che io da non appassionata di Eastwood parto senza aspettative altissime, quindi rimango sempre piacevolmente sorpresa :)
EliminaNon ti nego che sono scettico sugli ultimi film di Eastwood, ma a questo punto un'occhiata gliela butto.
RispondiEliminaA me è piaciuto molto ma ho letto opinioni contrastanti quindi... de gustibus :)
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