venerdì 12 novembre 2021

The Night House (2020)

Il covid ha fatto parecchi danni a livello distributivo. Tra qualche giorno The Green Knight uscirà direttamente su Prime Video, nemmeno fosse un Welcome to the Blumhouse qualsiasi (oh, non mi sono dimenticata degli ultimi due, ma indovinate un po' chi non ha tempo nemmeno di respirare?), mentre questo The Night House, diretto nel 2020 dal regista David Bruckner, è finito su Disney + senza passare dalle sale. Il che è un vero peccato...


Trama: dopo la morte del marito, Beth si ritrova sola in una casa che ogni notte diventa l'equivalente di un incubo...


The Night House
è un horror peculiare, non si può negare. Per affrontarlo servono una buona dose di attenzione, un cervello sveglio (non guardatelo dopo una stancante giornata di lavoro) e una discreta sensibilità. Questo perché, come tutte le opere più interessanti, The Night House sfrutta i cliché dell'horror per raccontare una storia incredibilmente umana ed offre uno sguardo non banale sull'elaborazione del lutto e su qualcosa di oscuro e strisciante come la depressione, alimentata dal terrore e dalla solitudine, dalla mancanza di punti fermi su cui contare. E' quello che succede a Beth quando il marito si suicida con un colpo di pistola alla tempia dopo averle lasciato un biglietto ambiguo; il mondo di Beth crolla perché, dei due, era lei quella che ha sempre sofferto di depressione, sempre minacciata da un buco nero pronta ad inghiottirla, e l'idea che il suo sostegno si sia suicidato è semplicemente intollerabile, oltre che assai doloroso. All'interno di una casa vuota, Beth scopre che il marito conduceva una sorta di seconda vita e la sua sanità mentale comincia a corrodersi sempre di più, finché anche gli spettatori non vengono catturati dalle notti allucinate della donna, fatte di episodi sovrannaturali annaffiati da abbondanti dosi di alcool e nervosismo, qualcosa che ovviamente ci porta a dubitare dell'effettiva verosimiglianza di ciò che vede la protagonista. Eppure, se fosse solo così, The Night House sarebbe un film ben banale, invece sotto la superficie della ghost story e della "doppia vita" si cela qualcosa di ancora più inquietante, che è bello scoprire a poco a poco.


Importantissimi per l'atmosfera allucinata del film sono il montaggio e la regia. Le notti di Beth sono fatte di "viaggi", non si possono definire in altro modo, durante i quali la donna finisce in una realtà altra quasi impossibile da distinguere rispetto a quella vera, tanto il montaggio è realizzato senza stacchi né apparente soluzione di continuità; inoltre, ad aggiungersi all'incertezza di non capire dove e quando si trovi la protagonista in un determinato momento, c'è tutto un gioco di prospettive, ombre e luci per cui non si capisce neppure se ciò che la sta osservando è davvero un essere fuso con l'oscurità oppure un gioco della nostra immaginazione. In tutto questo, ci si può godere un'interpretazione praticamente perfetta della bravissima Rebecca Hall. Forse ciò che ho apprezzato di più in The Night House è proprio il modo in cui l'attrice ha infuso in un personaggio difficile come quello di Beth una gamma vastissima di emozioni; quello che rischiava di essere un personaggio cupo, talmente depresso da risultare monocorde, diventa grazie alla Hall un essere umano a tutto tondo, non necessariamente piacevole, ma comunque ricco di sfumature che rende gradevolissime e interessanti non solo le scene in cui è costretto ad affrontare l'ignoto del sovrannaturale ma, soprattutto, la realtà di tutti i giorni dopo un lutto dolorosissimo. La sequenza in cui Beth "rimette a posto" la mamma di un suo studente e quella della bevuta al bar, con le facce sconvolte dei colleghi troppo curiosi, a mio avviso valgono da sole la visione. So bene che la Casa del Topo è il male incarnato, ma cercate di non perdervi The Night House, datemi retta. 


Del regista David Bruckner ho già parlato QUI. Rebecca Hall (Beth), Vondie Curtis-Hall (Mel) e Stacy Martin (Madelyne) li trovate invece ai rispettivi link.



5 commenti:

  1. Sul finale io poi sono crollata. A me è piaciuto veramente moltissimo.

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    1. Sì, più ci penso più mi rendo conto che è davvero un bel film.

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  2. Davvero bellissimo, peccato lo abbiano fatto passare così in sordina.

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  3. Sebbene a me non abbia convinto, concordo sulla regia e sul montaggio. Idem l'interpretazione della protagonista che a me sta antipatica come personaggio ma è indubbia la sua bravura. Le due scene che riporti, con la mamma dello studente e al pub, sono piaciute anche a me.

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    1. Più che altro, quello di Beth è un personaggio con cui non è facile entrare in risonanza e non strappa lacrime facili. Per questo ho trovato la Hall molto ma molto brava!

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