E' uscito su Apple TV+ un film perfetto per il periodo, ovvero Spirited - Magia di Natale (Spirited), diretto e co-sceneggiato dal regista Sean Anders.
Trama: i fantasmi del Natale Dickensiano si ritrovano a dover redimere il cinico consulente Clint Briggs, che si rivela un osso durissimo soprattutto per Presente, veterano roso da mille dubbi...
Come faccio a scrivere qualcosa di obiettivo su un film che sembra realizzato apposta per me e che, in effetti, ha fatto di tutto per piacermi, riuscendoci? Pur essendo un Grinch della peggior specie, ho sempre adorato Il canto di Natale di Dickens in ogni sua forma e questo Spirited ne è la rilettura in chiave moderna; in più, ho un debole per i musical e, nonostante nutra verso di lui sentimenti molto ambivalenti, quando è in buona ho anche un debole per Will Ferrell, che in questo Spirited dà veramente il bianco. Prendete dunque con le pinze tutto quello che sto scrivendo, compresa la definizione di "Film natalizio del 2022" (considerate che devo ancora guardare Violent Night), e rimanete ancora un po' con me per cercare di capire perché, al di là dei motivi di cui sopra, mi è piaciuto così tanto Spirited. Intanto, ne ho apprezzato la trama. Spirited prende tutti i cliché de Il canto di Natale, rende i personaggi consapevoli di essere protagonisti di una storia già raccontata mille volte, e ci ragiona sopra attraverso l'ottica cinica e moderna di Clint Briggs, media consultant che punta al successo sfruttando i più bassi istinti umani e che, ovviamente, rifiuta di sottomettersi al volere degli spiriti diventando l'ennesimo malvagio convertito. L'atteggiamento strafottente ma non privo di acume di Clint costringe il Fantasma del Natale presente, veterano che da anni potrebbe reincarnarsi ma continua a lavorare per recuperare le anime "prave", a rimettersi completamente in discussione deviando dal classico percorso di redenzione della vittima e anche dal classico rapporto tra fantasmi ed esseri umani, con twist interessanti che, ovviamente, non sto a svelare ma che posano interamente sulla bella alchimia tra Will Ferrell e Ryan Reynolds.
I due attori abbracciano i ruoli che sono loro più congeniali, ovvero quello dell'adorabile babbeo e quello dello stronzetto sboccato, e assieme fanno faville. Il rischio corso da Ferrell è sempre un po' quello di perdersi, a un certo punto, nella smielatezza di un personaggio costretto in improbabili storie d'amore (un punto debole di Euro Vision Song Contest, giusto per nominare una pellicola), ma fortunatamente la presenza di Reynolds, col suo reiterato rifiuto di ruoli e snodi canonici, mantiene salda quell'aura di cinismo che, di fatto, equilibra l'intera opera incarnando il messaggio che il film vuole veicolare, ovvero il rifiuto di una redenzione posticcia valida solo per quel "Christmas Morning Feelin" a favore, invece, di un impegno giornaliero ad essere persone imperfette ma gentili, che ci provano senza essere necessariamente straordinarie o sante, né cambiare dal giorno alla notte. Poi, ovviamente, c'è la parte musical. I compositori Pasek e Paul (già autori di un'opera a tema natalizio con A Christmas Story: The Musical e vincitori di un Oscar per City of Stars) hanno scritto una serie di canzoni che non solo catturano lo spirito irriverente e contemporaneamente festivo dell'opera, ma si adattano perfettamente allo stato d'animo e alla situazione contingente dei personaggi, toccando a volte picchi emozionanti che non sfigurerebbero in musical più "seri". Per la prima volta in anni mi sono ritrovata a ridere di cuore e a continuare a farlo per parecchi minuti grazie alla geniale Good Afternoon, sicuramente la mia canzone preferita, ma tutti gli altri numeri musicali valgono la visione, sono ben realizzati a livello di scenografie e luci (senza contare che spesso sono molto metacinematografici!) e ancor meglio eseguiti da attori e ballerini, forse con l'unica eccezione di Octavia Spencer che, povera stella, era palesemente alla sua prima prova come cantante e lascia trasparire tutte le difficoltà affrontate. Un piccolissimo neo che non inficia assolutamente la visione di Spirited e che, anzi, rende ancora più tenero il suo personaggio, l'unico (assieme allo scazzatissimo Marley di Patrick Page) a non farsi fagocitare dalla verve dei due protagonisti. Augurandovi un Good Afternoon, vi invito quindi a vedere il film il prima possibile, senza perdervi i titoli di coda, che contengono uno splendido numero musicale "scartato"!
Del regista e co-sceneggiatore Sean Anders ho già parlato QUI. Will Ferrell (Presente), Ryan Reynolds (Clint Briggs), Octavia Spencer (Kimberly), Tracy Morgan (voce originale di Futuro), Rose Byrne (Ms. Blansky), P.J.Byrne (Mr. Alteli) e Judi Dench (Judi Dench) li trovate invece ai rispettivi link.
Sunita Mani interpreta Passato. Americana, ha partecipato a film come Si salvi chi può!, Evil Eye, Everything Everywhere All at Once e a serie quali Mr. Robot e GLOW. Anche sceneggiatrice, ha 36 anni e un film in uscita.
Se Spirited vi fosse piaciuto recuperare S.O.S. Fantasmi, Il Grinch e Elf. ENJOY!
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RispondiEliminaConcordo su Ferrell e I momenti Pucci Pucci di Eurovision che se non c'erano era molto meglio... Ya ya ding dong ce l'ho ancora in testa 😂😂😂
RispondiEliminaYa Ya Ding dong è un capolavoro ma anche Good Afternoon ha il suo perché e ti rimarrà nei mesi a venire!
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