lunedì 31 ottobre 2011

Psyco (1960)

Buon Halloween a tutti, horrormaniaci! In occasione della festività affronterò il mio senso di inadeguatezza, che mi assale come un assassino sotto la doccia. E non è una metafora casuale. Per l'occasione ho deciso infatti di recensire Psyco (Psycho), il famosissimo capolavoro del genio del brivido Sir Alfred Hitchcock, datato 1960, e dire che ho paura di uno scarsissimo risultato è dire poco. Let’s try.



Trama: a causa di una relazione resa ardua dalla mancanza di denaro contante, la segretaria Marion Crane viene spinta a rubare una cospicua somma al suo datore di lavoro. Durante la fuga finisce per fare tappa al Bates Motel… con inevitabili e terribili conseguenze.



Chi segue il Bollalmanacco sa che ho già recensito il recente remake diretto da Gus Van Sant e sa che il film in questione, più che un remake, è praticamente un rifacimento immagine per immagine. E allora perché è così difficile parlare di Psyco che, pur essendo passato alla storia, non è il più bel film di Hitchcock (almeno a parer mio)? Beh perché, al di là della trama alla fin fine un po’ dilungata e noiosetta, ci sarebbe da parlare per ore di ogni singola inquadratura, di ogni scelta registica, di ogni perfetta combinazione tra musica, attori ed immagini. E io, col mio piccolo blog fancazzista (in senso buono, ovviamente!) non ho i mezzi né le conoscenze per una simile analisi. E allora, più che sviscerare ogni dettaglio di un film già recensito da teste coronate molto superiori alla sottoscritta, mi limiterò a parlare di quello che mi ha colpita di Psyco, sperando che vi invogli a vederlo.



La cosa che amo di più del film è l’inizio, quella meravigliosa ed indimenticabile combinazione tra gli stilizzati titoli di Saul Bass e l’inquietante score del maestro Bernard Herrman, una mescolanza di righe grafiche e suoni stridenti che non potrebbero introdurre meglio una storia piena di contraddizioni. Adoro l’utilizzo di quel bianco e nero che sembra rendere tutto più oscuro ed opprimente, anche quando è chiaro che le scene sono ambientate di giorno. Mi fanno impazzire i movimenti di macchina del divino Hitchcock, soprattutto in due momenti: nella famosissima scena della “doccia”, dove ogni inquadratura è talmente ben fatta e significativa che la commozione davanti a questa bravura insuperabile quasi travalica l’ansia dovuta all’evento che passa sullo schermo, e poi nell’altra splendida scena della morte di Arbogast, forse ancora più efficace perché assolutamente inaspettata e ripresa da un’angolazione così lontana dai comuni canoni del thriller che l’improvvisa comparsa dell’assassino fa saltare lo spettatore dalla sedia. Ovviamente non posso dimenticare la lenta e scioccante rivelazione finale, accompagnata dall’agghiacciante urlo di Vera Miles, né l’immagine che suggella la conclusione di Psyco, con la voce di “madre” ad accompagnare il sorriso inquietante sul volto di Norman, su cui si sovrappone il miraggio di un teschio.



E la trama in sé? Pretestuosa, lo ammetto, e lo ammette anche Hitchcock per bocca dello psichiatra nelle ultime sequenze, quando dichiara che “i soldi sono nella palude”. Chissenefrega dei soldi, dell’effettiva debolezza dei dialoghi, dell’assurdità della rivelazione finale (che, ammettiamolo, col senno di poi fa anche un po’ ridere); quello che interessava al regista era mostrare come si potesse intrattenere il pubblico e creare un film indimenticabile senza dover ricorrere a budget eccessivi e nomi pomposi, una sorta di divertissement autoriale che ha creato uno dei mostri più famosi della storia del cinema, un manuale vivente di psicopatologia. Norman Bates diventa così il fulcro dell’intera pellicola, grazie alla splendida interpretazione del povero Anthony Perkins, che rimarrà per sempre legato ad un personaggio ambiguo, emblema del senso di colpa che porta alla follia e della debolezza della mente umana. E con questo concludo, amici lettori, non mi va di dilungarmi troppo e cominciare a suonare arrogante. Se le poche parole che ho speso vi avranno convinti a guardare Psyco, allora la mia indegna recensione avrà raggiunto lo scopo!  

Alfred Hitchcock è il regista della pellicola (alla quale partecipa anche come attore, spuntando alle spalle di Marion prima che entri in banca). Maestro indiscusso della suspance e del cinema con la C maiuscola, pur essendo stato scandalosamente nominato cinque volte all’Oscar senza averne mai vinto uno, ha firmato capolavori indimenticabili come Il pensionante, Rebecca la prima moglie, Notorius l’amante perduta, Il delitto perfetto, La finestra sul cortile, Caccia al ladro, La donna che visse due volte, Intrigo internazionale, Gli uccelli e Marnie, solo per citare quelli che ho visto. Ha lavorato anche per la tv, creando la storica serie Alfred Hitchcock presenta. Inglese, anche produttore, attore e sceneggiatore, è morto nel 1980 all’età di 80 anni.



Anthony Perkins interpreta Norman Bates. Fulgido esempio di attore arrivato al successo con un personaggio e condannato ad essergli legato fino alla fine dei suoi giorni, ha partecipato a film come Assassinio sull’Orient Express, Psycho II, Psycho III e Psycho IV. Americano, anche regista e sceneggiatore, è morto nel 1992 all’età di 60, per complicazioni dovute alla contrazione del virus dell'HIV.



Vera Miles (vero nome Vera June Ralston) interpreta Lila Crane. Americana, ha partecipato a film come Sentieri selvaggi e Psycho II, oltre a serie come Alfred Hitchcock presenta, Rawhide, Ai confini della realtà, The Outer Limits, Bonanza, Colombo, Magnum P.I., La casa nella prateria, Love Boat e La signora in giallo. Ha 72 anni.



Janet Leigh (vero nome Jeanette Helen Morrison) interpreta Marion Crane. Ex moglie di Tony Curtis, da cui ha avuto Jamie Lee Curtis e la sorella Kelly, ha partecipato a film come Piccole Donne, L’infernale Quinlan, Fog e Halloween 20 anni dopo, oltre a serie come Colombo, Love Boat, La signora in giallo e Ai confini della realtà. Americana, è morta di vasculite nel 2004, all’età di 77 anni.



Martin Balsam interpreta il Detective Arbogast. Il motivo per cui ho deciso di dedicare un trafiletto anche ad un attore che, effettivamente, nel film compare poco, è che Ezio Greggio lo ha fatto partecipare con lo stesso ruolo anche al suo Il silenzio dei prosciutti, quindi quest’uomo mi è entrato nel cuore. Scherzi a parte, la sua è stata una carriera di tutto rispetto, visto che conta titoli come Fronte del porto, Colazione da Tiffany, Il promontorio della paura, Assassinio sull’Orient Express, Tutti gli uomini del presidente, Il giustiziere della notte 3, Due occhi diabolici e Cape Fear – Il promontorio della paura. Per la tv, ha partecipato alle serie Rawhide, Alfred Hitchock presenta, Ai confini della realtà, Il tenente Kojak, La signora in giallo e persino ai nostrani La Piovra 2 e La Piovra 5. Americano, vincitore di un premio Oscar come miglior attore non protagonista per il film L’incredibile Murray, è morto a Roma nel 1996, per attacco cardiaco, all’età di 76 anni.



E ora un paio di curiosità. Tra le attrici in lizza per il ruolo di Lila c’erano Piper Laurie (che avrebbe poi interpretato la madre di Carrie nell’omonimo film e la perfida Catherine Martell nella serie I segreti di Twin Peaks) e la diva degli anni ’60 Lana Turner. Del film esistono ben tre seguiti, l’ultimo dei quali è stato girato solo per la tv, un remake, lo Psycho di Gus Van Sant., e uno spin – off televisivo dal titolo Il motel della paura, che parla di un compagno di manicomio di Bates che ha ereditato le sue stesse pulsioni omicide. Se vi fosse piaciuto Psyco vi consiglierei di guardare Shining, Rosemary’s Baby oppure A Venezia… un dicembre rosso shocking; il primo, per il tema della follia, gli altri due per l’elegante e rara capacità di mettere un’ansia incredibile senza gran dispiego di scene gore. ENJOY e buon Halloween!!

22 commenti:

  1. Sai, condivido quanto scrivi... non lo considero il più bello tra i lavori del regista ma resta al contempo un'opera significativa; Norman Bates ormai è leggenda pura, un personaggio impareggiabile. Poi, considerando il film e in particolare la primia parte, in cui la donna fugge... la trovo ottima, un primo-tempo capolavoro!!!
    Comunque Hitchcock, che è uno dei miei registi preferiti, riesce sempre con le sue storie a farmi rimanere incollato allo schermo. ADORO i suoi film!!! letteralmente :)

    vincent

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  2. mi hai talmente convinto che vedrò anche il n 2-3-4!

    io ti consiglio questa pellicola


    http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.com/search/label/massimo%20dallamano

    un buon giallo,de noantri ma mi par fatto bene

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  3. @Vincent
    E come posso non condividere? ^__^

    @Viga
    Fammi sapere come sono, non li ho mai visti.
    Per la recensione che mi hai segnalato, vado a leggerla appena ho un attimo di tempo, che con ste feste di mezzo sto un po' latitando!!
    Grazie!

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  4. si,con calma!
    appena finirò di vedere la saga di critters,ghoulies e bambola assassina passerà ai seguiti di psycho

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  5. Direi che il risultato non è stato assolutamente scarsissimo, anzi...

    Anche secondo me non è il migliore del regista (il mio preferito rimane La finestra sul cortile), ma è comunque formidabile.
    Mi hai anche ricordato che è da un po' che devo vedere "A Venezia... un dicembro rosso shocking", grazie! :D

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  6. Come hai detto nella tua bella analisi, la trama è piuttosto semplice ma il grande regista ne ha cavato fuori un grande film grazie alla sua indiscussa abilità e genialità. D'altra parte Hitch anche in precedenza era riuscito a tirar fuori dei capolavori da sceneggiature non particolamente complicate e articolate (vedi Nodo alla gola e La finestra sul cortile). Questo è il film più 'horror' del maestro del brivido e credo sia stato anche quello che ha avuto più successo commerciale. Non lo considero il suo film migliore anche se lo collocherei fra i primi 5-6. Il mio preferito di sir Alfred è La donna che visse due volte, seguito immediatamente da La finestra sul cortile.

    Ciao, alla prossima!

    Francesco

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  7. Aaah, il buon vecchio mastro hitchock....in superficie la follia, ma sotto sotto bruciano tutti i nostri archetipi...bella scelta por la noche de los muertos...

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  8. Ecco,non linciatemi ma sono uno dei pochi che è ancora fermo al libro di Robert Bloch e non ha ancora  visto il capolavoro di Hitchcock.

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  9. Non ti lincio affatto!
    Io devo ancora vedere più della metà dei film di Hitchcock!! XD

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  10. Sarà un caso che quando devono mostrarti sequenze esempio sulla settima arte tirino fuori quelle di Hitch (Psyco incluso)? E non parliamo di tecnica fine a se stessa ma tecnica che si unisce all'empatia, stimola l'emotività!
    La semplicità, in questo caso, penso sia voluta anche nel romanzo stesso (che comunque è sempre del 1959, eh), più che "più di tanto non riesco" penso sia stato un "lo voglio così, diretto". 
    Anch'io mi complimento per la citazione di "A Venezia... un dicembro rosso shocking"! ;)

    Luigi

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  11. Non vorrei si pensasse che ritengo Psycho un film facilone o girato in modo semplice, eh!!
    Anzi.
    Lo trovo visivamente meraviglioso, un capolavoro di regia più che di interpretazione o sceneggiatura.
    Tra l'altro, sono contenta che già in due apprezzino la citazione di A venezia un dicembre rosso... shocking, che trovo semplicemente splendido come film! (anche se, ahimé, forse poco conosciuto e amato in Italia)

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  12. A Venezia...un dicembre rosso shocking è un filmone.
    Psycho è un capolavoro del cinema, ma sono d'accordo con voi quando dite che non è il migliore del regista. Anche se non sono d'accordo nel dire che è il più horror. secondo me il più horror è "Gli uccelli". Voglio vedere voi alle prese con degli uccelli che vogliono uccidervi tutti:D

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  13. Gli uccelli è forse il mio preferito del regista.
    Sarà che mi aveva davvero messo ansia, all'epoca!
    Prima o poi spero di riuscire a recensire anche quello ^__^

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  14. Ops, dicembrE, non dicembrO. Ma come mi è uscita quella O?! :D

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  15. uno degli Hitch migliori, un gioco con lo spettatore a dir poco formidabile. Hitch lo spiazza a più riprese e gli fa perdere certezze... geniale!
    non so se sia il mio preferito, il maestro ne tirati fuori talmente tanti che è difficile per me fare una classifica. comunque psyco è uno dei pochi film che ogni volta che lo vedo mi va venire i brividi, sempre durante le stesse scene pur sapendo in anticipo cosa succede.

    A Venezia un dicembre rosso shocking, che figata! 

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  16. capolavorone insuperabile ed insuperato.
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  17. No no, non si pensasse, era un commento non riferito a ciò che diceva la rece.
    Anche a me fa piacere che due (anche più) apprezzino "A Venezia...".

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  18. il più grande film di hitchcock, e forse uno dei più belli della storia del cinema...forse delle pellicole del mago del brivido è la migliore perchè girata con pochi mezzi, senza lo stress e l'esigenza, da parte degli sutdios (e dello stesos hitch) di dover fare per forza un film grandioso e costoso (come l'uomo che sapeva troppo, uccelli o la donna che visse due volte). Almeno due scene leggendarie: quella della doccia, e l'uccisione del detective, per non parlare del piano sequenza che dalle scale sale verso la stanza di mamma bates, poi la telecamera fa un movimento impossibile e si piazza sopra l'uscio, proprio quando Perkins e mammina escono e scendono per le scale...immenso Hitch....

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  19. Concordo in pieno, quelle scene sono semplicemente magistrali!!
    Nonostante tutto, Psyco regala delle chicche ad ogni visione!!

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  20. Oltre al capolavoro di Hitchcock, tanti anni fa recuperai anche i sequel.
    “Psycho 2” è un film che inasprisce il versante edipico ma sfocia (specie nel finale) in soluzioni da soap opera. Non mi entusiasmò granché, insomma. Decisamente migliore il terzo, che vede dietro la macchina da presa lo stesso Perkins. E – sorpresa! – il vecchio Anthony si dimostra non solo un bravo attore, ma anche un promettente regista. Davvero interessanti alcuni movimenti di camera, che assieme alla bella fotografia conferiscono tono gotici niente male. Poi c’è un po’ più di sangue rispetto agli altri episodi, che male non fa. Insomma, io consiglio a tutti di recuperare Psycho 3.
    Peccato che l’AIDS ce l’abbia portato via così presto, Perkins: forse come regista avrebbe potuto regalarci ulteriori chicche.
    p.s.
    “Psycho 4” è un film per la TV e non l’ho mai guardato, se non altro perché i film-tv di solito sono all’acqua di rose. La presenza di Mick Garris dietro la macchina da presa non mi invoglia certo a dargli un’opportunità.

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  21. Allora proverò a recuperare la saga, prima o poi.
    Per carità, Dio mi salvi da Mick Garris! XD

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  22. Penso che la scena della doccia sia stata analizzata più e più volte: un luogo di relax, dove nessuno ti può prendere, oggetto di un horror/thriller; decine di riprese, con un'attrice credo piuttosto provata dalla recitazione... E il montaggio?
    Hai ragione comunque: la trama è pretestuosa, si appoggia a poche cose, se non fosse per la sorpresa finale, punto di partenza di un genere che ha trovato in Hannibal Lecter il sommo esempio.

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