venerdì 28 settembre 2018

Ghost Stories (2017)



Nel mese di settembre la Midnight Factory ha distribuito sul mercato dell'home video il film Ghost Stories, diretto e sceneggiato da Andy Nyman e Jeremy Dyson.


Trama: il Professor Goodman, esperto di paranormale pronto a smascherare le truffe di sensitivi e medium ciarlatani, viene contattato da un suo anziano collega per risolvere tre casi misteriosi e difficili da ricondurre a mano umana...



Ghost Stories è una strana, particolare ed interessante "bestia". Un film che ti prende a poco a poco, dopo un'inizio che sa tanto di già visto, col protagonista scettico costretto ad indagare su tre avvenimenti inspiegabili che hanno messo a dura prova un altro investigatore, ormai anziano e malato. Noi spettatori scafati sappiamo fin da subito che il Professor Goodman si pentirà di aver accettato l'incarico e che dovrà prostrarsi di fronte alla presenza di spiriti ed entità maligne assortite e la prima storia raccontata asseconda la nostra convinzione di avere davanti una pellicola sui generis; per quanto d'atmosfera, la storia di un uomo che, durante un turno di notte all'interno di una fabbrica, si trova davanti orribili presenze fatte apposta per assecondare lo jump scare compulsivo, è praticamente un bignami dei film recenti della BlumHouse, nonché il segmento più debole della pellicola. Già col secondo "caso", però, Ghost Stories alza l'asticella del weird e ci presenta una vicenda più complessa ed inquietante. In essa, un ragazzo viene perseguitato da un'entità non ben definita che, probabilmente, influenza anche la sua famiglia, composta da persone di cui non vediamo il volto né sentiamo la voce... ma qualcosa, indubbiamente, in casa c'è e la sua natura potrebbe venire rivelata dalle inquietanti immagini che tappezzano la stanza del ragazzo e che richiamano culti satanici e altre simili amenità. Un po' The Conjuring e un po' La Casa di Raimi, soprattutto quando il teatro della vicenda si sposta dalla casa ai boschi catturati da rapidissime carrellate di steadycam, l'episodio in questione si interrompe proprio quando lo spettatore ne vorrebbe di più e quando la sensazione di terrore ha quasi raggiunto il punto di non ritorno, contribuendo alla riuscita dell'effetto straniante causato dal terzo segmento.


Ecco, questa terza storia è ciò che rende Ghost Stories così particolare, benché in apparenza non vi sia proprio nulla di strano in una trama che unisce gravidanze sospette ad ancora più sospetti poltergeist casalinghi, soprattutto se a "vivere" il tutto è un uomo con la faccia perbene del meraviglioso Martin Freeman (a proposito, sono arrivata ad adorare questo attore)... ma è qui che comincia a convergere tutto ciò che strideva fin dall'inizio del film. Piccoli dettagli, immagini più esplicite, numeri che tornano a ripetersi, strane coincidenze che, dal nulla, trasformano quella che avrebbe dovuto essere solo la cornice di Ghost Stories in qualcosa di più importante e meritevole di attenzione e che, purtroppo, mi costringono a scrivere un post più breve del solito per non incappare in scandalosi spoiler. Basti solo sapere che Andy Nyman (già adorato nello splendido e ormai vecchio Dead Set e nell'altro splendido ma pure lui vecchiotto Severance - Tagli al personale) e il suo compare Jeremy Dyson hanno approfittato alla perfezione del fatto che l'horror non è morto come molti sperano ma, anzi, sta tornando in auge alla grandissima, e hanno scelto di portare sul grande schermo un esperimento nato a teatro che omaggia solo in apparenza gli horror a episodi degli anni '70. Ghost Stories è infatti un ottimo esempio di horror moderno, perfettamente in linea con i gusti del pubblico odierno e per questo non privo di difetti, ma comunque costruito per divertire, spaventare e, perché no, stupire lo spettatore con twist non esattamente prevedibili, dunque meritevolissimo di una visione.


Del co-regista e co-sceneggiatore Andy Nyman, che interpreta anche il Professor Goodman, ho già parlato QUI mentre Martin Freeman, che interpreta Mike Priddle, lo trovate QUA.

Jeremy Dyson è il co-regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. Inglese, anche produttore e attore, ha 52 anni.


Paul Whitehouse interpreta Toy Matthews. Inglese, ha partecipato a film come Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Neverland - Un sogno per la vita e Morto Stalin, se ne fa un altro; come doppiatore ha lavorato in La sposa cadavere e Alice in Wonderland. Anche sceneggiatore, produttore e regista, ha 60 anni e un film in uscita.




6 commenti:

  1. Visto come gran finale della settimana horror, non mi ha fatto dormire la notte, sarà che arrivavo da un cumulo non indifferente di spaventi, sarà che era l'unica notte da sola in casa. In ogni caso, ho apprezzato la struttura e soprattutto un finale a sorpresa in cui tutti si collegava. E continuo a chiedermi com'è la versione teatrale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo me lo chiedo anche io, sinceramente. Quanto alla paura, ahimé, non troppa ma sicuramente molta inquietudine, soprattutto sul finale!

      Elimina
  2. Come sai ne ho parlato anche io recentemente, quindi già conosci come la penso in proposito. Il film più che altro funziona benissimo nei momenti nei quali più che paura cerca di trasmettere tensione.
    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, paura davvero poca però molta inquietudine, quello sì, soprattutto verso il finale :)

      Elimina
  3. Visto pure io a casa, ammetto che mi ha convinto ma anche un po' deluso le mie aspettative, specie perchè tutti quelli che lo videro quei tre giorni che rimase nelle sale me ne parlarono come di un gioiello raro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gioello raro mi pare un po' eccessivo ma nella desolazione del panorama horror cinematografico distribuito in Italia spicca su tanti altri!

      Elimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...