Trama: Arthur Fleck è rinchiuso in carcere, ma l'influenza di Joker è ben lungi dall'essersi estinta nelle strade di Gotham City. Le cose si complicano ulteriormente quando Arthur si innamora, ricambiato, di Lee, una paziente del Manicomio Arkham...
E' ormai qualche giorno che parlo di Joker: Folie à Deux (da qui in poi Joker 2) con Mirco e altri amici che lo hanno visto. Più che una recensione, quindi, scriverò una raccolta di riflessioni nate a seguito di queste conversazioni. Tralasciando per un istante la bravura dei due attori principali, iniziamo col dire che Joker 2 non è un film brutto nel senso stretto del termine. Non può esserlo in virtù dello sforzo produttivo infuso e dell'enorme budget a disposizione di Todd Phillips, il quale è riuscito a confezionare un film gradevole alla vista e all'orecchio, senza sbavature a livello di regia, con alcune sequenze musical assai notevoli; l'idea di ampliare il concetto di un Arthur Fleck "malato" di cinema e televisione, già introdotto in Joker, dà vita a fantasie a tempo di musica dove immaginazione e realtà si fondono in omaggi ai film musicali della vecchia Hollywood, tra momenti più glamour e altri in cui il mondo reale muta impercettibilmente (deliziosa la scena in cui gli ombrelli cambiano colore senza uno stacco di montaggio percettibile), filtrato dalla malattia mentale del protagonista. In generale, tutto il film segue cliché che inquadrano i vari eventi in generi cinematografici ben definiti, dal dramma carcerario alla commedia d'amore, fino ad arrivare al courtroom drama, al punto che ogni snodo di sceneggiatura, salvo un paio di colpi di scena nel prefinale e sul finale, sono ampiamente prevedibili. Credo e spero fosse una cosa voluta, così come voluto era l'omaggio a Scorsese nel primo Joker, purtroppo il risultato stavolta è stato ben diverso, e Todd Phillips è caduto vittima di quella sofisticata semplicità che ha parlato alla pancia della maggior parte degli spettatori e dei critici nel 2019. Buona parte dell'empatia provata verso un personaggio oggettivamente sgradevole, derivava dalla scelta (condivisibile ma paracula) di affiancargli un parterre di comprimari ancora più sgradevoli, pronti a rendergli la vita un inferno anche e soprattutto per motivi futili, come se Arthur fosse la perfetta valvola di sfogo di stronzi da primato, riccastri con la puzza sotto il naso e madri inadatte al ruolo. Questo "trucco" era talmente tanto efficace che lo spettatore arrivava non solo a plaudere la violenta rivalsa di Arthur verso i suoi aguzzini e la società corrotta, con conseguente rivoluzione proletaria nelle strade di Gotham, ma persino a disprezzare chi, come la vicina di casa Sophie, risultava immune al suo fascino.
In Joker 2, come ho scritto, Phillips inciampa nelle sue stesse premesse facendo il passo più lungo della gamba. Attorno ad Arthur, infatti, si muovono personaggi che lo trattano comunque con rispetto ed attenzione, come l'avvocatessa e il giudice, davanti ai quali ogni rimostranza del protagonista risulta palesemente il frutto della mente di un pazzo; peggio ancora, durante il processo ad Arthur Fleck viene messo in evidenza proprio il suo narcisismo allucinato da parte di due personaggi già presenti nel primo film, due testimonianze che mettono i brividi per il tragico realismo che veicolano. Non è che la guardia carceraria Jackie e i suoi colleghi siano "simpatici", così come non lo sono il giornalista Paddy Meyers o il procuratore Harvey Dent, ma torno a dire che sono costruiti come dei cliché, probabilmente esasperati dalla percezione alterata di un punto di vista inaffidabile. Senza mostri a giustificarne le azioni, Arthur Fleck perde di credibilità, l'empatia viene meno, il disgusto che veniva messo a tacere durante il primo film qui riemerge veemente, e lo stesso Joker risulta una caricatura priva di fascino o carisma. La Folie à Deux che tanto ha fatto palpitare i cuori di chi pensava all'amore folle tra Joker e Harley Queen, con un ragazzo e una ragazza che si incontrano e incendiano il mondo, si riassume facilmente con un "tira più un pelo di Lee che un carro di buoi", e risulta molto più cringe quando tornano alla mente le immagini porno che inframmezzavano il diario di Arthur nel primo film. Non si può nemmeno dire che Lee sia la Bedelia (chi legge Ortolani sa) della situazione, poiché gli intenti della bionda sono chiari e palesi fin dall'inizio, ed è proprio la sua presenza a sgretolare il mito di Arthur Fleck e di Joker, rendendo il film ancora più inutile perché, nonostante l'aggiunta di questo agente del Caos al femminile, Joker 2 non racconta nulla di nuovo. 2 ore e 18 di film servono a ripercorrere più volte le vicende della prima pellicola secondo diversi punti di vista, il personaggio principale non solo non evolve ma ricompie errori già commessi, Todd Phillips ripropone persino le stesse sequenze e gli stessi snodi di Joker con un paio di piccolissime varianti.
A farne le spese per primo, purtroppo, è Joaquin Phoenix. Premesso che quest'ultimo potrebbe interpretare un sasso e sarebbe comunque affascinante e convincente, il problema subentra quando il regista non è all'altezza e questo, purtroppo, salta all'occhio ancor più dopo aver riguardato il primo Joker. Lì il modello era il primo De Niro, un po' Travis Bickle in Taxi Driver un po', soprattutto durante la transizione da Fleck a Joker, Max Cady de Il promontorio della paura (per intenderci: Cady era una creatura repellente e razionalmente nessuna donna lo avrebbe toccato con un dito. Infatti subentrava il senso di colpa nel pensarlo affascinante e in Joker accadeva la stessa cosa). Qui Phoenix è perfetto negli atteggiamenti dimessi di Arthur, che mi hanno ricordato a tratti l'intensità di Daniel Day Lewis, ma quando veste i panni di Joker la mente corre inevitabilmente all'ultimo De Niro, quello con la faccia da "mecojoni" che ormai non crede più nemmeno in quello che recita, che va avanti solo per il nome e il suo passato glorioso. A maggior ragione, in un paio di duetti con Lady Gaga ho pensato a Sandra e Raimondo, forse perché Sbirulino era un clown a sua volta, e per quanto mi riguarda la scena di sesso in carcere può tranquillamente vincere l'Oscar per la sequenza più imbarazzante del 2024, a pari merito con quelle di Napoleon (c'è sempre Phoenix di mezzo. Coincidenze? Noi del Bollalmanacco, e Giuseppina, pensiamo di no). Lady Gaga, bella stella, è una cantante divina. Ogni sua performance musicale in Joker 2 mette i brividi, con quella voce splendida che riesce a modulare come vuole e il carisma naturale che le fa divorare ogni scena. Ma toglile il canto, santa creatura, e mettila accanto a uno come Phoenix, e mi fa la figura di un comodino impagliato, occhio spento e viso di cemento compresi, col risultato che tra Arthur e Lee non c'è la minima alchimia, quindi neppure coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore. Per tutti questi motivi, posso serenamente dire che Joker: Folie à Deux è un film inutile. Non bello, non brutto, ma sicuramente uno spreco di tempo, denaro e talenti. Ma d'altronde non mi aveva convinta neppure Joker, un'opera migliore sotto tutti i punti di vista, quindi non sono rimasta né sorpresa né delusa.
Del regista e co-sceneggiatore Todd Phillips ho già parlato QUI. Joaquin Phoenix (Arthur Fleck), Lady Gaga (Lee Quinzel), Brendan Gleeson (Jackie Sullivan), Catherine Keener (Maryanne Stewart), Zazie Beetz (Sophie Dumond), Steve Coogan (Paddy Meyers) e Ken Leung (Dr. Victor Liu) li trovate invece ai rispettivi link.
Per me Joker era stato un gran film (a proposito... Hai notato in Joker il conto alla rovescia con i numeri inquadrati in scena tra cartelli e cose simili man mano che va avanti la storia?). Ora se qui se la cantano tutto il tempo beh non so se approfondire o meno. Mi hai messo un gran dubbio. Ma appena sarà su qualche piattaforma ci darò lo stesso un'occhiata. Non certo adesso al cinema.
RispondiEliminaAmmetto di essermi persa il dettaglio dei numeri... pensare che l'ho rivisto proprio qualche giorno fa!
EliminaIn realtà non è così musical questo Folie à Deux. Ci sono molte canzoni, è vero, ma perfettamente inserite nella storia e non "invasive". Anzi, quella l'ho trovata la parte più interessante del film!
Stavolta non concordo su niente, ma sono consapevole di essere in clamorosa minoranza... no problem. Sono molte le cose che non capisco intorno a questo film (e un po' anche al precedente) tipo il passaparola negativo ai limiti dell'ingiuria che si è diffuso sui social e le recensioni non tanto negative ma addirittura "cattive" della critica online (mentre sui giornali "istituzionali" firme come Mereghetti, Crespi, Ferzetti, Alò, Menarini, lo hanno invece promosso a pieni voti). Non riesco a capire, insomma, il motivo di tanto astio verso questo nuovo Joker che, per carità, non riscriverà pagine storiche di cinema ma al cui confronto si è visto tanto ma tanto di peggio, anche di recente.
RispondiEliminaAd ogni modo, film inutile? Perchè? Quali sono i film utili? Io l'ho trovato assolutamente coerente: questo sequel è la naturale evoluzione del primo capitolo, dove la rabbia prima latente e poi debordante lascia invece il posto al dolore e alla morte, nel segno di un nichilismo ineluttabile. Questa visione potrà piacere o non piacere ma il film segue un percorso assolutamente logico. Quanto "all'amore folle tra Joker e Queen", in realtà non so in quanti potevano pensare a una cosa del genere, e se lo hanno fatto si sono sbagliati: "follia per due" non vuol dire amore, e in nessun trailer, nessun flano pubblicitario era esplicitata questa passione dirompente che poi dirompente non è. E se qualcuno c'è rimasto male la colpa non è certo del film! E poi, insomma, si può dire tutto e il contrario di tutto ma paragonarlo a Sandra e Raimondo no... è un musical, e come in tutti i musical le situazioni risultano un po' forzate, romanzate, adattate (alle canzoni), e serve un minimo di contestualizzazione. Certo, non ha forza espressiva del primo film ma a me questo Joker così tetro e dolente non è affatto dispiaciuto.
Tranquillo, Sauro. Non è questione di maggioranza o minoranza. Se mi conosci un po', avrai capito che il mio blog non pretende di fare critica cinematografica ma si tratta di un mero diario di visioni, di ciò che ho provato guardando i film.
EliminaFolie à Deux, con me, partiva già svantaggiato, perché già non mi aveva travolta Joker, che avevo trovato "scorretto", un po' ruffiano, populista, e che tutt'ora (ribadisco, per me) vale esclusivamente per Joaquin Phoenix, perfetto sotto tutti i punti di vista.
Sempre per lo stesso motivo ho trovato Folie à Deux inutile, e vieppiù scorretto: i trailer sono chiari, così come il trionfo di Lee e Joker, osannati dalla folla, i poster alludono a un sentimento profondo, un'influenza reciproca (non dico positiva, non dico amore. D'altronde il legame tra i due personaggi del fumetto che, alla fine, NON sono quelli del film, è tossico da sempre), il film si evolve in una direzione diversa, ottimamente riassunta nel gradevolissimo cartone animato iniziale. E mi starebbe bene, se evoluzione ci fosse anche per il personaggio di Arthur che, sempre per quanto mi riguarda, viene riproposto identico al primo capitolo. Possiamo dire che torna indietro come i gamberi, se proprio non rimane identico? Il problema è che stavolta non sono riuscita ad empatizzare, e il motivo l'ho spiegato chiaro nel post ma, ribadisco, sono trucchi di sceneggiatura che evidentemente patisco un po', però non dev'essere necessariamente un patimento condiviso.
Quanto alla parte musical, spero si capisca che mi è piaciuta, anzi, la trovo la parte migliore del film. Il paragone con Sandra e Raimondo mi è esploso nella mente in un punto ben preciso, se vuoi ti dico anche quale, ovvero durante il "bisticcio" in cui Joker accusa Lee di non guardare lui, e di cantare solo per sé. Sarà il doppiaggio (non ho visto il film in lingua), sarà l'espressione con cui lo guarda lei, ma giuro li avrei visti benissimo in un letto matrimoniale, lui col quotidiano in mano, lei a sbuffare, o viceversa.
Ribadisco, Sauro, un po' mi conosci. Davvero non ricordi che i musical li adoro, al punto da dubitare della mia capacità di contestualizzazione? :)
Due ore e passa davvero faticose, anche più del tour con Furiosa (eh sì anche il prequel, coraggioso di Miller, ho faticato a digerirlo). Miller però è stato - come detto - coraggioso: col secondo capitolo ha definitivamente costruito un mito e, allontanandosi, almeno nella prima parte, dall'azione di Fury Road, ben consapevole che - non tanto e non solo - non poteva ripetere il miracolo del primo lavoro ma che, davanti a quel film compiuto, la sola cosa che doveva fare era cercare il coraggio di offrire altro: ha scelto così di regalarci e subito strapparci l'infanzia e l'eden di Furiosa per aprirci in tal modo alla genesi della sua vendetta. Joker 2 (e sia detto subito: partivo prevenuto perché il primo Joker è solo Phoenix, dietro c'è un po' poco), la Folie à Deux è però, a differenza di Furiosa, un sequel (e, sebbene dentro un universo narrativo, una lore, ben codificata) dunque un prodotto con possibilità di manovra ben maggiore rispetto a quella offerta al vecchio Miller; ma Phillips che fa? Butta al cesso tutta la costruzione psicologica (invero un po' spiccia) del suo personaggio nonché il simbolismo socio-politico (anche questo scevro di grande profondità) della storia in cui è innervato per cosa? Per consegnarci un protagonista caricatura di se stesso, anodino dentro un contesto ancora più tagliato con l'accetta rispetto al primo Joker (e i paragoni con la poetica di Scorsese già per il primo sono più che generosi)! Arthur e Lee poi non riescono neanche a trovare un equilibrio narrativo (anche se Lady Gaga è un'artista divina) che incontri armonia perché dramma e musical (io tra l'altro non sono un amante del musical per niente) più si procede più straccano. Questo Joker di Phillips ha dimenticato il coraggio.
RispondiEliminaLa fatica non l'ho sentita, per fortuna, a prescindere da quello che per me è stato il risultato finale, le due ore e fischia mi sono passate. Comunque direi che siamo rimasti poco convinti dalle stesse cose!
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