Trama: Doctor Strange è costretto a difendere America Chavez, ragazza dotata del potere di viaggiare nel Multiverso, da una Wanda Maximoff ormai corrotta dal libro di magia nera Darkhold e intenzionata a riunirsi coi figli perduti...
Lo si aspettava da tanto questo Doctor Strange nel multiverso della follia, per un paio di motivi. Il primo, ovviamente, era il ritorno di Sam Raimi alla regia dopo il (per me) deludente Il grande e potente Oz; Doctor Strange dava parecchie speranze ai fan del regista, non solo per le atmosfere leggermente horror che già avevano permeato il primo capitolo, ma soprattutto perché la famigerata fantasia di Raimi, la sua ricchezza di idee visive, avevano tutto il potenziale per essere perfette nella rappresentazione di un multiverso folle. Il secondo motivo era il multiverso stesso. Loki e What If...? sono stati una grandissima delusione il primo e una bella menata di cojones, interrotta alla terza puntata, il secondo, ma l'idea di Multiverso mutuata dalle letture dei fumetti Marvel a me è sempre piaciuta tantissimo e non vedevo l'ora che venisse presa e trattata come meritava. E poi, terzo motivo, il ritorno di Wanda Maximoff dopo l'adorabile Wanda/Vision. Con tutte queste aspettative, l'ovvio rischio era quello di uscire dal cinema molto ridimensionata, invece Doctor Strange nel multiverso della follia mi ha divertita e soddisfatta per parecchi motivi, pur non essendo privo di difetti. Il primo dei quali è la natura un po' risibile della trama, un canovaccio semplicissimo stiracchiato in due ore per dargli una parvenza di grandeur e che solleva parecchie domande "scomode" che ovviamente rimangono prive di risposta (SPOILER: l'elefante nella stanza è il libro dei Vishanti, talmente potente che si perdono le ore per cercarlo, solo per poi vederselo distruggere in un secondo e sistemare i poteri incontrollabili di America con un "puoi farcela, credo in te". Vabbé dai), mentre il secondo, macroscopico, è la qualità a dir poco altalenante del character building. Anche qui, si va nello SPOILER: al di là della "tentazione" rappresentata da Christine, che dopo essersi vista per 20 minuti scarsi nel primo film, adesso diventa l'unico motivo di felicità per Strange, io non mi capacito del trattamento riservato a Wanda. Per carità, quella dei fumetti non è mai stata un modello di stabilità mentale, ma questa supera ogni livello di follia e, dopo un po', scartavetra i marroni con 'sta storia dei figli, come se una donna bella, potente e intelligente dovesse per forza venire definita dall'essere madre. Di Visione, poveraccio, nessuno parla, forse semplicemente perché il contratto della Disney con Paul Bettany è scaduto. Ciò detto, un bello spreco di potenziale per il personaggio più affascinante della Fase 4 del MCU.
Nonostante tutti questi ovvi difetti, però, Doctor Strange nel multiverso della follia è una visione divertente ed entusiasmante, che a tratti mi ha lasciata a bocca aperta, colma di beata ed ignorante felicità (scusate mai il mio cuore di nerd ha fatto un salto davanti all'arrivo del pelatone rattuso più adorabile di sempre). Non è un film di Raimi, ovvio, è un film del MCU che, a non conoscere il regista, risulta praticamente identico alle altre millemila pellicole prodotte da Kevin Feige, ma in realtà contiene tante belle zampate del "vecchio" Sam, e non parlo solo della comparsata di Bruce Campbell. Le inquadrature sghembe, la velocità con cui la cinepresa si avvicina a un personaggio o un oggetto per poi stravolgere il punto di vista, i jump scare costruiti con cura, le inquietanti soggettive, la quasi totalità delle sequenze aventi per protagonista una Wanda più terrificante di qualunque presenza spettrale in molti horror recenti, un certo gusto per il weird e la realizzazione di una scena musicale di bellezza commovente (a proposito, Danny Elfman è tornato in grande spolvero!) indicano la presenza di un regista dietro la macchina da presa, non di un signor nessuno adibito a zerbino, e nonostante l'ovvia omologazione alla macchina per soldi Disney (humour fastidioso e spesso inopportuno in primis), queste cose traspaiono. Tornando un attimo al tema horror, Raimi e Wanda, ho apprezzato tantissimo non solo l'interpretazione della Olsen, che si mangia quasi letteralmente gli altri attori, Cumberbatch compreso, ma anche la serietà con cui il regista ha cercato di trasformarla sia miglior villain del MCU di sempre che in un orrore da non dormirci la notte; echi di Carrie e di Drag Me to Hell vengono dati in pasto allo spettatore assieme ad un paio delle morti più (s)gradevoli e spettacolari della saga, tanto che la strizzata d'occhio ai Marvel Zombies è una bambinata rispetto all'angoscia di una Wanda la cui realtà viene travolta da una presenza "altra" che ne annulla completamente la volontà, trasformandola in un mostro. Il resto, ovviamente, è tutto worldbuilding fatto di serie, film passati e futuri, scene post credit grazie alle quali sappiamo che Doctor Strange tornerà e tutto il resto del carrozzone, che può piacere o meno. Al momento, a me piace ancora, anche se onestamente sto cominciando a faticare a stare dietro a tutti film e le serie indispensabili per capirci qualcosa (a tal proposito, qualcuno mi spiega perché lo Stregone Supremo è Wong e non Strange, quando il mago cinese sarà anche simpatico ma palesemente meno abile? Mi sono persa qualcosa...)!
Del regista Sam Raimi ho già parlato QUI. Benedict Cumberbatch (Dottor Stephen Strange), Elizabeth Olsen (Wanda Maximoff /Scarlet Witch), Chiwetel Ejiofor (Barone Mordo), Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Dr. Christine Palmer), Julian Hilliard (Billy Maximoff), Michael Stuhlbarg (Dr. Nic West), Hayley Atwell (Captain Carter), John Krasinski (Reed Richards), Patrick Stewart (Professor Charles Xavier), Charlize Theron (Clea) e Bruce Campbell (Pizza Poppa) li trovate ai rispettivi link.
Anson Mount era già comparso come Black Bolt nella sfortunata serie Inhumans mentre Lashana Lynch, che qui interpreta una versione di Captain Marvel, nel film omonimo era Maria Rambeau. A tal proposito, se Doctor Strange nel multiverso della follia vi fosse piaciuto, o se volete vederlo, non impazzite a recuperare tutto: vi bastano giusto Doctor Strange, Wanda/Vision e, se proprio siete pignoli, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame e Spiderman: No Way Home. ENJOY!
Chiaro, hai ragione. Dev'essermelo perso in uno dei millemila film precedenti! E come ti capisco: meglio la Casa della House of Mouse XD
RispondiEliminaLa prima domanda scomoda, il primo spoiler, ha una risposta: è un film Disney, non poteva andare diversamente 😁
RispondiEliminaPer il resto il film mi è sostanzialmente piaciuto, sebbene come hai detto tu con qualche difetto che non scrivo per non spoilerare nulla, avrebbero dovuto chiamare il film Scarlet Witch nel multiverso della follia (bravissima Elizabeth Olsen, mi sono piaciute tutte le sie scene)
Lei è davvero meravigliosa. Spero che in qualche modo riusciremo a goderci ancora la follia della Witch migliore del MCU (magari anche col ritorno di Agatha!).
EliminaRaimi è tornato a dirigere un film con personaggi Marvel dopo il famigerato terzo capitolo del suo Spiderman del quale aveva denunciato i sempre più prepotenti tentativi di condizionamento dell'azienda per inserire alcuni personaggi inizialmente non previsti nelo script, detto tra noi sarei curioso di rivederlo presto in azione in altri lavori per il MCU.
RispondiEliminaSarei molto curiosa anche io, magari con un po' più di libertà creativa!
EliminaA parte la necessità di inserirsi nel MCU, Raimi realizza il tutto con un piglio visivo che segna un nuovo riferimento per i film Marvel. Intanto la fotografia sembra quella di un film e non dell'ennesimo episodio di una serie televisva. I tempi narrativi sono finalmente cinematografici e, seppur molto semplice e lineare, il film non poerde mai la strada nel portare sullo schermo la sua trama principale. Non mi divertivo così tanto con un film Marvel dal primo "Guardiani della galassia".
RispondiEliminaD'accordo con tutto quello che hai scritto. Speriamo che, almeno per quanto riguarda Strange, eventuali prossimi capitoli siano affidati al regista, con ancora più libertà.
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