venerdì 22 aprile 2022
Animali fantastici - I segreti di Silente (2022)
mercoledì 21 novembre 2018
Animali fantastici: I crimini di Grindelwald (2018)
Trama: benché gli sia stato revocato il permesso di espatriare, Newt Scamander viene mandato a Parigi da Albus Silente per salvare l'Obscurus Credence dalle mire del Ministero della Magia britannico e da quelle dell'evaso Grindelwald...
Animali fantastici e dove trovarli era stato una deliziosa botta di aria fresca non solo per chi, come me, bramava ancora vicende tratte dal fantomatico Potterverse, ma anche un bel film da vedere per chi di Harry Potter non conosceva ancora nulla; punto di forza della pellicola era l'ingenuo personaggio di Newt Scamander, dolce mago fuori dal mondo impegnato nella salvaguardia delle bestie magiche, degnamente spalleggiato da un "babbano" (o no mag) che si faceva portatore del punto di vista dello spettatore "ignorante" e scopriva assieme a lui tutte le meraviglie dell'universo magico. Era anche un film godibilissimo di per sé, altro enorme punto a favore, ma la Rowling ha deciso di farne un punto di partenza per una saga di cinque film ed ecco arrivare quindi I crimini di Grindelwald. Attesissimo, da parte mia, ovvio. Come ho scritto in più posti, non che me ne fregasse una mazza dei crimini del biondocrinito Johnny Depp, ma la love story tra Jacob e Queenie mi era rimasta nel cuore e, insomma, c'era anche la voglia di vedere altri animali fantastici, quindi sono corsa al cinema a vedere I crimini di Grindelwald con una marea di aspettative, in parte esaudite ma in parte, purtroppo, disattese. I pregi del secondo capitolo della saga, infatti, sopperiscono a fatica ai molti difetti di cui soffre, soprattutto a livello di sceneggiatura. Tra le cose positive c'è un ulteriore approfondimento della figura di Newt Scamander, con un Eddie Redmayne sempre più a suo agio nei panni dell'eccentrico, disadattato mago, approfondimento concretizzato in scorci della sua famiglia, del suo rifugio londinese, di ulteriori animali fantastici deliziosi (lo Snaso e gli Snasini in primis ma anche il mostro-gatto cinese, mentre le pantere multiple sul finale sono imbarazzanti a livello di CGI); c'è lo scontro a distanza tra Silente e Grindelwald, due figure incredibilmente carismatiche, ognuna a modo suo, con quel tocco di bromance (più romance che bro) che noi lettori maliziosi abbiamo sempre un po' subodorato; ci sono tanti piccoli rimandi agli adorati libri di Harry Potter e un ritorno ad Hogwarts in pompa magna oltre all'introduzione di un vecchio personaggio in guisa inaspettata; c'è, per concludere, un pre-finale emozionante e commovente che porta lo spettatore a non poter aspettare il 2020 e che bilancia, anche a livello di regia, un inizio che sulla carta sarebbe anche stato molto valido ma che sullo schermo risulta cupo, confuso, mal girato e mal tagliato.
Il resto, spiace dirlo, ma risulta fuffosino. Innanzitutto, I crimini di Grindelwald è troppo imperniato sulla ricerca delle origini di Credence (interpretato da un Ezra Miller ormai fisicato e fatto uomo ma meno interessante rispetto al film precedente), fatta di molti tempi morti e giri a non finire che mettono in mezzo un personaggio sfruttato malissimo (la fantomatica Leta Lestrange, la quale avrebbe avuto molto da dire ancora) e un altro talmente mal caratterizzato che arriva a non fregarne nulla a nessuno (il mago di colore Yusuf); ciò porta la povera Tina ad avere ben poco spazio e a ridurre la sua presenza a livello di sottotrama amorosa fatta di piccole schermaglie con Newt e, stranamente, porta a togliere importanza anche a Grindelwald e Silente, il che è un peccato perché sia Johnny Depp che Jude Law sono ammalianti e particolarmente in ruolo, il che da Jude Law me lo aspettavo ma, onestamente, non da Depp. Ma la cosa più orribile, una roba che mi stupisce vista la cura con cui la Rowling tratta i suoi personaggi, è l'involuzione della meravigliosa Queenie da ragazza un po' svampita ma con le palle a bimbo decerebrata nel giro di quattro/cinque sequenze: SPOILER Già è assurdo cominciare il film con Queenie che scaglia su Jacob un incantesimo d'amore ma posso sorvolare visto che lui semplicemente non vuole sposare la ragazza per non farla finire in prigione, scelta magari poco coraggiosa ma bellissima, coerente col personaggio di Jacob, e lei reagisce di conseguenza. I due litigano, ci sta anche questo e forse ci sta anche che Queenie, sola in un paese dove non capisce la lingua, rimanga stordita dal suo potere di Legilimens al punto da finire alla mercé dell'inutile tirapiedi di Grindelwald... ma il resto è davvero aria fritta che culmina nella resa di Queenie al mago oscuro "perché è l'unico che mi darebbe la libertà di sposare Jacob", soprattutto dopo aver visto gli altri maghi sterminati dal potere del biondo. Va bene, nel prossimo film si combatterà una guerra per l'anima di Queenie, è palese, ma tirarla così per i capelli è assurdo quanto inserire un secondo fratello di Silente che nessuno ha mai sentito nominare. E dai, J.K.! FINE SPOILER Per il resto, nulla da dire. I crimini di Grindelwald è il "tipico" film di Harry Potter fatto di ottimi effetti speciali, musiche evocative, costumi della madonna e scenografie interessanti che si uniscono ai bei paesaggi naturali. Risulta tuttavia come film "di passaggio", in preparazione dei prossimi, infatti mi è sembrato quasi che la Rowling abbia aggiustato un po' il tiro per rendere la storia più cupa e complicata rispetto al primo capitolo tirando fuori un prodotto né carne né pesce. Niente di male in questo, di merchandising e saghe si vive, solo mi aspetto una maggiore onestà nel terzo episodio che, lo so già, correrò a vedere a prescindere.
Del regista David Yates ho già parlato QUI. Johnny Depp (Grindelwald), Carmen Ejogo (Seraphina Picquery), Eddie Redmayne (Newt Scamander), Zoë Kravitz (Leta Lestrange), Ezra Miller (Credence Barebone), Jude Law (Albus Silente), Dan Fogler (Jacob Kowalski), Katherine Waterston (Tina Goldstein) e Jamie Campbell Bower (Giovane Grindelwald) li trovate invece ai rispettivi link.
Tra gli attori presi in considerazione per interpretare Albus Silente c'erano Christian Bale, Benedict Cumberbatch e Jared Harris. Detto questo, nell'attesa che escano i prossimi capitoli della saga (previsti, rispettivamente, per il 2020, 2022 e 2024), se Animali fantastici: I crimini di Grindelwald vi fosse piaciuto recuperate ovviamente Animali fantastici e dove trovarli aggiungendo l'intera saga di Harry Potter, così da capire meglio i vari riferimenti. ENJOY!
domenica 24 luglio 2016
The Legend of Tarzan (2016)
Trama: dopo molti anni passati in Inghilterra assieme a Jane, John Clayton alias Tarzan ritorna nella sua terra natìa su invito del Re del Belgio, impegnato in una violenta espansione coloniale in Congo. L'invito nasconde però una minaccia dal passato, che John Clayton sarà costretto ad affrontare...
Ciò che vale per i dinosauri, vale anche per Tarzan: la creatura di Burroughs non mi ha mai affascinata e in 35 anni non mi è ancora capitato di leggere un romanzo dedicato al "Signore delle Scimmie" (né credo capiterà, per inciso). Ammetto di avere guardato The Legend of Tarzan giusto per il bel trailer, l'addominale devastante di Alexander Skarsgård e la presenza di Christoph Waltz ed effettivamente almeno per quel che riguarda gli ultimi due punti sono stata parecchio soddisfatta. Riguardo alla bellezza e al coinvolgimento emotivo promessi dal trailer, diciamo invece che se ne può discutere. Di The Legend of Tarzan ho molto apprezzato giusto un paio di cose. In primis il personaggio di Jane, indipendente, colta e consapevole della sua bellezza al punto che la sua natura di damsel in distress mi è parsa quasi forzata, sfruttata giusto per spingere il protagonista ad intervenire nel momento clou. Come seconda cosa, ho trovato molto intelligente l'idea di mostrare un John Clayton ormai perfettamente integrato all'interno della società aristocratica inglese, oppresso dalla "leggenda" di Tarzan al punto da essere ormai materiale adatto per le fiabe da raccontare ai bambini; il suo ritorno nella giungla rappresenta un ritorno alle radici, eppure si vede lontano un miglio che ormai John non è più il Signore delle Scimmie (anzi, nella pellicola di Yates non lo è mai stato, almeno così mi è parso di capire) bensì un uomo civilizzato dotato di abilità fisiche che lo rendono superiore ai suoi simili e di conoscenze "etologiche" che gli consentono di non venire sventrato dagli animali africani. Il contorno avventuroso l'ho trovato sinceramente poco entusiasmante, popolato da personaggi poco caratterizzati o mal sfruttati (un esempio è il Capo Mbonga, messo a mo' di inutile boss finale) e concretizzato in una trama concentrata sulla condanna dello schiavismo e dei cattivoni belgi, prevedibile dall'inizio alla fine.
Tecnicamente, la bellezza di The Legend of Tarzan risiede nel fatto che, nell'anno domini 2016, chi è abile con la computer graphic può creare davvero qualunque cosa. Per esempio, si possono fondere le splendide immagini dei paesaggi del Gabon a delle riprese quasi interamente realizzate in studio, in Inghilterra, per poi aggiungere degli animali talmente reali da sembrare veri; la tenera interazione tra Tarzan e i leoni o la terrificante lotta tra lui e il capo dei Mangani, razza di grandi scimmie creata da Burroughs, sono effettivamente mozzafiato e lo stesso vale per l'incontro con gli elefanti, l'unico momento del film in cui mi sono commossa e ho sentito il cuore fremere dal desiderio di incontrare delle creature così straordinarie, oltre che dall'invidia per le capacità di Tarzan. Ciò che mi ha lasciata perplessa, per non dire delusa, è il già citato showdown finale con il Capo Mbonga, realizzato con tutti i tempi cinematografici sbagliati, al punto da non lasciare allo spettatore un minimo di partecipazione o suspance (la presenza di Samuel L. Jackson poi è particolarmente inopportuna...) e l'altra cosa che, dall'alto della mia ignoranza, ho percepito come quantomeno fatta tirar via, è il montaggio. Probabilmente, per ottenere il PG-13 dalla commissione americana si è dovuti ricorrere al taglio di sangue, violenze, colpi troppo ben dati, momenti intimi tra Jane e Tarzan, gorilloni che squartano persone e mi va benissimo così, per carità, ma un minimo di fluidità tra una scena e l'altra ci vorrebbe, ché a un certo punto mi è sembrato di vedere il filmino delle vacanze in Congo visto il netto (e a tratti incomprensibile) distacco tra le sequenze. Quindi, riassumendo, probabilmente The Legend of Tarzan potrebbe essere un film divertente per chi è appassionato del genere ma temo che buona parte degli spettatori, tra i quali rientro anche io, dopo un paio di giorni dimenticherà tutto tranne gli addominali di Skarcoso e aspetterà fremente l'arrivo della Robbie nell'imminente Suicide Squad.
Del regista David Yates ho già parlato QUI. Alexander Skarsgård (John Clayton/Tarzan), Christoph Waltz (Leon Rom), Samuel L. Jackson (George Washington Williams), Margot Robbie (Jane Clayton), Djimon Hounsou (Capo Mbonga), Jim Broadbent (Primo ministro) e Ben Chaplin (Capitano Moulle) li trovate invece ai rispettivi link.
Per il solito angolo della curiosità, pare che Emma Stone abbia rifiutato il ruolo di Jane e che Jessica Chastain vi abbia rinunciato a causa dei ritardi nelle riprese, mentre Alexander Skarsgård ha strappato quello di Tarzan ad attori come Henry Cavill (impegnato nelle riprese di Batman vs Superman), Tom Hardy e Charlie Hunnam. All'interno del cast era presente anche John Hurt ma alla fine le sue scene sono state tagliate e di lui è rimasta solo la voce narrante all'interno di alcuni trailer. Detto questo, se The Legend of Tarzan vi fosse piaciuto, avete solo l'imbarazzo della scelta nel recupero di film a tema, tra i quali posso segnalarvi giusto quelli che ho visto io ovvero Greystoke - La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie e Tarzan della Disney. ENJOY!
mercoledì 20 luglio 2011
Harry Potter e i doni della morte - parte II (2011)
Trama: avevamo lasciato Harry, Ron ed Hermione a Villa Conchiglia, salvi grazie al sacrificio dell’elfo Dobby, mentre il buon Lord Voldemort, dopo aver profanato la tomba di Silente, si appropriava dell’invincibile bacchetta di Sambuco. Ora i nostri devono penetrare alla Gringott, dove sicuramente è nascosto un altro Horcrux, e tornare a Hogwarts per la battaglia finale…
Lasciatemi subito dire una cosa: sono soddisfatta di questo ultimo capitolo, sicuramente uno dei pochi che è riuscito a mantenere un miracoloso equilibrio tra fedeltà all’opera originale ed esigenze cinematografiche. La saga di Harry Potter si è così degnamente conclusa con un film che, effettivamente e purtroppo, approfondisce poco e si distacca quasi completamente dalle spiegazioni filosofiche e morali della Rowling, ma che nel compenso ci regala delle splendide immagini e, finalmente, una battaglia conclusiva degna di questo nome, dopo le clamorose mancanze del sesto episodio.
All’ingresso del cinema, avevo “solo” tre punti fermi che regista e sceneggiatori avrebbero dovuto mantenere, a costo di partire per gli USA e fare sommaria giustizia: il duello tra Bellatrix e Molly, il tanto atteso bacio tra Ron ed Hermione e, soprattutto, una degna rappresentazione del passato di Piton. Sono stata esaudita in parte perché, se è vero che la sequenza dedicata a Severus è commovente, poetica e molto dolorosa (splendide le immagini delle foglie tramutate in mille piccoli uccellini e quella, straziante, della scoperta del cadavere di Lily, che mi ha fatto versare copiose lacrime) e il bacio tanto bramato è stato accolto in sala da un’ovazione da stadio, il duello che la Rowling è riuscita a rendere toccante ed emozionante in due parole viene invece trattato nel film come una mera postilla, quasi un riempitivo. Per il resto, sufficienza piena con qualche riserva. La trama viene sfoltita parecchio, semplificata ma non impoverita, vengono aggiunte nuove scene, trovate nuove soluzioni per descrivere quello che già ci aveva mostrato la scrittrice inglese, la figura di Silente viene quasi completamente “ripulita” (per la serie: che ci frega che, in fin dei conti, fosse un uomo di mmmm…? D’altronde, chi se l’è mai filato?!? Però magari qualche parola in più sul passato di Aberforth, Ariana e Grindelwald potevano spenderla a beneficio di chi è digiuno dai romanzi…) e il parallelo con Gandalf viene infine reso in tutta la sua ovvietà, trasformando il barbuto mago in una sorta di Yoda che elargisce al povero Harry dei consigli inutili quanto il sostegno dei defunti che lo accompagnano al confronto finale con Voldemort.
E che confronto!! Le scene della battaglia, come ho detto, sono epiche. Dopo un’introduzione da brivido, con agghiaccianti urla femminili ad accompagnare la voce di Voldemort, alla faccia dei 300 e di Hero i Mangiamorte salutano Hogwarts con una pioggia di scintille manco fosse il quattro luglio, prima di una corsa mozzafiato su un ponte in pieno stile action movie e, per tornare in tema Signore degli Anelli, arrivano anche giganti armati di falci e statue di pietra semoventi. Il ritmo del film diventa così talmente frenetico che, prima della pausa tra un attacco e l’altro, sembra siano passati solo una ventina di minuti dall’irruzione dei nostri alla Gringott, altra sequenza diretta magistralmente, con una vorticosa discesa nelle segrete della banca e un’impressionante fuga a dorso di Drago (non di Draco. A quello ci arriviamo dopo!). Dopo averci mostrato, comunque, il destino di Piton, il film giustamente e necessariamente rallenta per introdurci nella parte più “riflessiva”, per darci il tempo di piangere i defunti (punto a sfavore: la morte di Fred manca assolutamente di pathos, un altro episodio “di passaggio”, messo tanto per dare un contentino) e prepararci alla necessaria riflessione con morale annessa e inevitabile nostalgia per il tempo che fu, accompagnata alla consapevolezza che questa (a meno che la Rowling non ci ripensi) sarà l’ultima volta che vedremo Harry, Ron ed Hermione, ormai cresciuti e pronti a congedarsi dal pubblico (lacrimuccia, lacrimuccia). Rimane giusto il tempo per uno stacco temporale che ci porta in avanti di 19 anni, ma qui subentriamo nei difetti del film e nei momenti esilaranti. Apriamo quindi un altro paragrafo!
Lucius... vabbé, lo sai cosa mi necessita... :Q______
Ah, l’ironia, la sublime ironia. A volte volontaria, e questo Harry Potter e i doni della Morte – Parte II è molto più ironico del cupo libro della Rowling, ricco di momenti esilaranti affidati ad un Ron che, come sempre, è mattatore ma stavolta anche fichissimo eroe, ad un Neville che viene schernito dai Mangiamorte manco fossimo in un film dei Vanzina e si profonde in dichiarazioni amorose ad una perplessa (e meravigliosa) Luna Lovegood, ad una splendida Minerva MacGrannitt che manda a spigolare il povero Gazza (costretto a pulire fino all’ultimo) e ad un incazzosissimo Voldemort che per ogni “Mio Signore…” pigolato da uno dei suoi lacché risponde con un inequivocabile “AVADA KEDAVRA!!” che fa a pugni con la sua vocina dolce e sommessa (il doppiatore italiano in questo caso merita voto 10). Per quanto riguarda l’ironia involontaria sconfinante nel trash la palma d’oro va invece all’inutile ultimo capitolo, quel “19 anni dopo” che è commovente ed indispensabile nel libro della Rowling, ma che al cinema mette solo una gran tristezza. Colpa dei truccatori, gente. Un conto è sbattersi per rendere credibile Brad Pitt in un film come Il curioso caso di Benjamin Button, dove gli effetti speciali e il make – up per ringiovanire o invecchiare il protagonista dovevano essere al top pena la rovina dell’intera pellicola, ma qui si vede che han fatto proprio un lavoro a tirar via. Ma io mi chiedo QUALE trentottenne andrebbe in giro conciato come i protagonisti da adulti???? Gli unici che se la cavano sono Harry ed Hermione, ma Ron con la buzza che gli tende un’orrenda camicia di flanella non si può guardare, e Ginny versione Desperate Housewife con capello rosso cotonato e calza 90 denari viola è semplicemente imbarazzante, anche se il peggio conciato è lo stempiatissimo Draco Malfoy, che dimostra più o meno 90 anni (i geni di Lucius non hanno attecchito pare. Oddio, ho detto Lucius. Scusate, la bava, ehm…). Inguardabile anche il ringiovanimento al computer di Piton durante i flashback, salvato solo dall’innegabile bravura di Alan Rickman. E fu così che arrivammo a parlare degli attori…
Ovviamente, in un film così corale ci possono essere poche figure di spicco (nonostante il protagonista, Daniel Radcliffe, sia sempre espressivo come un gatto di marmo…) e tante piccole parti che invece non sviluppano appieno il loro potenziale, ma lasciatemi levare il cappello davanti alla misurata, dolce interpretazione di Evanna Lynch nei panni di Luna Lovegood, troppo poco sullo schermo, ahimé, ma abbastanza per entrare nel cuore. Sempre bravissimi Rupert Grint ed Emma Watson, che qui duettano in modo superbo nel mostrare il nuovo legame nato tra Ron ed Hermione; magistrale Alan Rickman nel suo ambiguo, profondissimo ruolo, che purtroppo perde sempre nel doppiaggio italiano (la sua vera voce è insostituibile, sorry); stupenda Helena Bonham Carter nel doppio ruolo di un’Hermione sotto effetto della pozione polisucco, impacciata sui tacchi ed imbarazzata, e in quello della solita, perfida e affascinante Bellatrix; immancabile Jason Isaacs, a confermare come non importa quanto il suo personaggio sia abbruttito, sfigato e vessato da Voldemort (un po’ deludente, per essere il villain, lo ammetto, anche se Ralph Fiennes è sempre bravo!!), perché basta il sangue puro a rendere sexy un mago, anche quando fugge a gambe levate dalla battaglia! Infine, un applauso a Matthew Lewis che, dopo sette film, ha finalmente l’occasione di mostrare tutta la bellezza del suo sottovalutato Neville Paciock, l’anima umile e sfigata di ogni spettatore che avrebbe voluto andare a Hogwarts. Compresa la sottoscritta, ovvio.
Ho già parlato, e più volte, sia del regista David Yates che di quasi tutti gli attori che recitano in questo film, quindi metterò il loro nome linkabile, in caso voleste saperne di più: Daniel Radcliffe (Harry Potter), Rupert Grint (Ron Weasley), Emma Watson (Hermione Granger), Alan Rickman (Severus Piton), Helena Bonham Carter (Bellatrix Lestrange), Julie Walters (Molly Weasley), Jason Isaacs (Lucius Malfoy), Robbie Coltrane (Hagrid), Ralph Phiennes (Voldemort), Michael Gambon (Albus Silente), Emma Thompson (la professoressa Sibilla Cooman), Gary Oldman (Sirius Black) e per finire John Hurt (il fabbricante di bacchette, Olivander).
Maggie Smith (vero nome Margaret Natalie Smith) interpreta la professoressa Minerva McGrannitt. Una delle più grandi attrici inglesi viventi, vincitrice di due Oscar, la ricordo, oltre che per tutti i film della serie Harry Potter, per pellicole come Invito a cena con delitto, Camera con vista, Hook – Capitan Uncino, Sister Act – Una svitata in abito da suora (e seguito) e Gosford Park. Ha 77 anni e due film in uscita.
Kelly MacDonald interpreta il fantasma di Helena Corvonero. Scozzese, la ricordo per film come Trainspotting, Elizabeth, Gosford Park, Neverland – Un sogno per la vita e Non è un paese per vecchi, inoltre ha partecipato ad un episodio della serie Alias. Ha 35 anni e tre film in uscita.
Ciarán Hinds interpreta Aberforth Silente. Irlandese, ha partecipato a film come Excalibur, Mary Reilly, Il mistero dell’acqua, Era mio padre, Calendar Girls, Il fantasma dell’Opera e Il rito. Ha 58 anni e cinque film in uscita, tra cui il seguito dell’orrendo Ghost Rider, che uscirà nel 2012 (speriamo il mondo finisca prima!!) e che avrà per protagonista sempre Nicolas Cage. Orrore.
David Thewlis (vero nome David Wheeler) interpreta Remus Lupin. Inglese, ha partecipato a film come Poeti dall’inferno (ma poveraccio, non se lo ricorderà nessuno visto che gli occhi delle bimbeminkia dell’epoca erano tutti per Leonardo Di Caprio..), Dragonheart, Sette anni in Tibet, Il grande Lebowski, Gangster N°1 e The Omen. Anche regista e sceneggiatore, ha 48 anni e tre film in uscita.
Warwick Davis interpreta sia il professor Vitious che il folletto Unci Unci. Voi forse non lo sapete, ma ci siete cresciuti con il nanetto inglese, e lo capirete scorrendo i titoli dei film a cui ha partecipato, cose come Il ritorno dello Jedi, Labirynth dove tutto è possibile, Willow e soprattutto Leprechaun (e tutti i seguiti, gente, il Leprechaun è LUI!!). Anche sceneggiatore e produttore, ha 41 anni e due film in uscita.
E con questo si concludono sia la recensione che la serie di Harry Potter. Grazie a J.K.Rowling per avere creato un mondo così fantasioso popolato da personaggi così reali. Grazie a tutti gli attori e i registi che, tra alti e bassi, si sono adoperati per rendere immortale la saga del maghetto anche su pellicola. Per parafrasare Silente: “Certo, tutto questo è solo nelle nostre teste… ma perché diavolo dovrebbe essere meno reale?” Vi lascio con un piccolo tributo a tutti questi anni di avventure cinematografiche, se ne trovate uno migliore fatemelo sapere, provvederò a metterlo. ENJOY!!!
martedì 30 novembre 2010
Harry Potter e i Doni della Morte - parte 1 (2010)
Trama: dopo la morte di Silente il mondo della magia è nel caos. Mentre Voldemort prende il potere, sia in Inghilterra che a Hogwarts, Harry, Ron ed Hermione partono alla ricerca degli Horcrux, oggetti incantati nei quali Colui che non deve essere nominato ha nascosto pezzi della sua anima. Il compito, ovviamente, è molto meno facile di quanto si aspettassero…
Dopo anni passati a vedere gli splendidi libri della Rowling sacrificati in due ore e passa di film, penalizzati da tagli, approssimazioni, buchi e quant’altro, finalmente all’ultimo romanzo viene dato il trattamento che merita e si è deciso di dividerlo in due film parecchio lunghetti e pregni di indizi, rimandi ai precedenti, momenti di approfondimento e quant’altro. Per chi, come me, rasenta il fascismo quando si tratta di adattamenti cinematografici, una cosa simile è una manna dal cielo, ma nonostante questo, credetemi, avrò qualcosa per cui lamentarmi, più o meno verso la fine del post. Per ora, parliamo delle (molte) cose positive: innanzitutto, complimenti agli sceneggiatori, al regista, agli scenografi e ai costumisti perché questo Harry Potter e i Doni della Morte è curatissimo soprattutto nei dettagli. Nonostante manchino gli ambienti grandiosi e fantastici tipici dei film precedenti, come la Gringott o Hogwarts, il senso di meraviglia viene mantenuto vivo innanzitutto dagli spettacolari paesaggi che vengono utilizzati come sfondo per i vari spostamenti del trio durante la ricerca degli Horcrux, dai pochi ma degnissimi inseguimenti e scontri a base di incantesimi, dalle stilosissime mise che indossano i protagonisti e, soprattutto, dai piccoli gesti che, più di qualsiasi dialogo, mostrano allo spettatore i legami di amicizia o amore che legano i vari personaggi: commovente l’inizio con Hermione che cancella sé stessa dalla mente dei genitori, da vera wakka wakka il gesto di Ginny che, a schiena nuda, chiede a Harry di tirarle su la zip dell’abito, stupendo il faccione rapito di Ron che contempla Hermione impegnata ad insegnargli a suonare Fur Elise al pianoforte, molto carina la scena in cui Harry cerca di tirare su il morale ad Hermione facendola ballare (anche se il tutto risulta un barbatrucco per trarre in inganno gli sprovveduti che, non avendo letto i libri, potevano pensare ad una liaison tra i due…); ma quello che ho amato di più, oltre al bellissimo cartone animato che racconta la storia dei Doni della Morte (esemplare, quasi più bello dello stesso film e con un impatto grafico che mi ricordava tantissimo le Totentanzen e, per estensione, Il settimo sigillo), è come il regime di Voldemort influenzi il ministero, che si trasforma in una fabbrica di pamphlet anti-babbani in perfetto stile stalinista pattugliata da camicie nere e decorata da statue che rappresentano Babbani schiacciati dalla potenza dei maghi.
Nonostante questa quasi perfezione, però, ho provato uno strano senso di “fretta”, di mancanza di sentimento (il che è paradossale, visto quello che ho scritto prima). Gli sceneggiatori, molto intelligentemente, hanno gettato qualche spiegazione che rammentasse gli eventi passati, hanno snellito qualche punto che nel libro era troppo lungo e ripetitivo e hanno ovviamente eliminato parecchi utilizzi della Pozione Polisucco, che ci avrebbero fatto assistere ad un film praticamente privo degli attori principali, però a tratti mi è sembrato di trovarmi davanti un film a microepisodi il cui unico scopo è esaurirsi puntando al finale necessariamente sospeso. Un’altra cosa che mi ha fatta storcere il naso è l’assoluta assenza di un elemento fondamentale come il Mantello dell’Invisibilità e che, nonostante l’abbondanza di episodi particolarmente significativi dal punto di vista “psicologico”, ci si sia dimenticati di far recuperare ad Harry l’occhio di Moody, incastonato nella porta dell’ufficio della Umbridge, e soprattutto che non si sia fatta menzione della foto strappata nella camera di Sirius; questo mi fa temere che nel secondo episodio si sorvolerà parecchio sulla vita di Piton, il che mi fa notevolmente irritare. Cerchiamo di non pensarci, e di apprezzare quello che abbiamo. Per fortuna gli attori sono tutti in gran forma (tutti tranne il solito Daniel Radcliffe che, nei panni di Harry, ormai è proprio arrivato alla frutta: l’unico momento in cui è realmente credibile, paradossalmente, è quando interpreta qualcun altro!!) nonostante debba lamentarmi del fatto che Piton e, soprattutto, Lucius, si vedano poco e che Helena Bonham Carter sia leggermente sottotono rispetto ai film precedenti. Tra l’altro ho adorato l’attore che, per una decina di minuti, sostituisce Radcliffe nelle scene ambientate al ministero: duro come un bacco ma con un’espressività esilarante! Molto bella anche la vena horror che, fin dall’inizio, percorre il film (pare che per evitare ulteriori divieti la scena della tortura di Hermione sia stata pesantemente tagliata), ma perdonate se alla fine, di fronte alla morte del pupazzo CG più mollo che la storia ricordi, non è riuscita a scendermi nemmeno una lacrima. Insomma, alla fine, do al film la sufficienza piena con un paio di virgole confidando che facciano ancora meglio nell’ultimo capitolo.
"Lucius... mi NECESSITA la bacchetta...." GENIALE XD
Ho già parlato, e più volte, sia del regista David Yates che di quasi tutti gli attori che recitano in questo film, quindi metterò il loro nome linkabile, in caso voleste saperne di più: Daniel Radcliffe (Harry Potter), Rupert Grint (Ron Weasley), Emma Watson (Hermione Granger), Alan Rickman (Severus Piton), Helena Bonham Carter (Bellatrix Lestrange), Bill Nighy (Il ministro della magia Rufus Scrimgeour), Julie Walters (Molly Weasley), Timothy Spall (Codaliscia), Brendan Gleeson (Malocchio Moody) e per finire John Hurt (il fabbricante di bacchette, Olivander).
Jason Isaacs interpreta *sbava copiosamente* Lucius Malfoy. Attore inglese che la Bolla apprezza particolarmente per la beltade che lo caratterizza, lo ricordo in film come Dragonheart, Armageddon, Resident Evil, Lo Smoking, Harry Potter e la camera dei segreti, Peter Pan, Harry Potter e il Calice di fuoco, Grindhouse e Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Ha 47 anni e quattro film in uscita tra cui, ovviamente, la seconda parte de I doni della Morte.
Ralph Fiennes interpreta nientemeno che Voldemort. Attore inglese tra i più bravi, più volte nominato per l’Oscar, fratello del meno famoso Joseph Fiennes (quello che ha fatto Shakespeare in Love, per intenderci…), lo ricordo per film come Schindler’s List, Strange Days, Il paziente inglese, The Avengers – Agenti speciali, Spider, Red Dragon, Harry Potter e il Calice di fuoco e Harry Potter e l’Ordine della Fenice, e per aver prestato la voce ne Il principe d’Egitto e Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro. Ha 48 anni e tre film in uscita, tra cui la seconda parte de I doni della Morte.
Robbie Coltrane interpreta Hagrid. L’attore scozzese ha partecipato a tutti i film della serie Harry Potter, e tra le sue altre pellicole ricordo Flash Gordon, la versione tv di Alice nel paese delle meraviglie, From Hell – La vera storia di Jack lo squartatore, Van Helsing e Ocean’s Twelve. Ha 60 anni e due film in uscita.
Rhys Ifans è la new entry del film ed interpreta Xenophilius Lovegood, il papà di Luna. Attore gallese, ha recitato in Twin Town, Notting Hill, The Shipping News – Ombre dal passato, Hannibal Lecter – Le origini del male, Elizabeth: The Golden Age e il geniale I Love Radio Rock. Ha 42 anni e cinque film in uscita, tra cui il reboot di Spiderman (GIA?????) dove interpreterà, probabilmente, Lizard, e una versione televisiva di Peter Pan dove vestirà il ruolo di Capitan Uncino.
E ora, un paio di curiosità. Quasi all’inizio del film vengono introdotti due personaggi che sarebbero dovuti spuntare già nei film precedenti, ed uno di questi è Bill Weasley che, guarda caso, è interpretato da Domnhall Gleeson, figlio di quel Brendan Gleeson che incarna degnamente lo sfortunato Malocchio Moody. Pare, inoltre, che sia Shyamalan che Guillermo del Toro si fossero offerti di dirigere il film. Peccato che il secondo sia stato lasciato fuori, ma se il maledetto Sciabadà avesse anche solo sfiorato la cinepresa credo gli avrei amputato le mani. E ora vi lascio con il trailer che unisce i due film... vi dico la verità, non vedo l'ora che esca l'ultimo!! ENJOY!
mercoledì 29 luglio 2009
Harry Potter e il Principe mezzosangue (2009)
La trama, per chi non la sapesse, è questa: Harry Potter, al sesto anno di Hogwarts, viene introdotto dal Preside Silente in un viaggio nei ricordi e nel passato del malvagissimo mago Voldemort, così da trovare una chiave per poterlo, eventualmente, distruggere. Tra un ricordo e l’altro Harry, assieme ai suoi amici di sempre Ron ed Hermione, ha tutto il tempo di indulgere nei primi amori adolescenziali, di trovare un infallibile libro di pozioni appartenuto ad un certo Principe Mezzosangue, e di temere che il buon Draco Malfoy stia cercando di introdurre i servi di Voldemort, i Mangiamorte, nella scuola.
Metto subito le mani avanti: questo capitolo è meno curato ed approfondito degli altri, quindi chi non ha letto il libro farebbe meglio a starsene a casa o, almeno, ad affittarsi i precedenti film per cercare di rinfrescarsi la memoria. Infatti la storia principale, da me malamente condensata poco sopra, è molto più complessa di quanto la pellicola non mostri, e si vede: i ricordi di chi ha avuto a che fare con Voldemort, che nel libro hanno un ruolo importantissimo per delineare l’inquietante natura del malvagio, qui vengono ridotti a rapidi viaggi onirici che approfondiscono veramente poco e lasciano lo spettatore digiuno dai libri assai confuso. Perché Silente ci ha rimesso una mano? Di chi era l’anello che si vede ad un certo punto? Che legame ha la Caverna in mezzo al mare con Voldemort? Cosa diamine sono gli Horcrux? Questi sono interrogativi che il film stupidamente pone ma mica risolve, li usa solo come “contorno”d’atmosfera, privo di importanza. Altra questione che rimane solo nel titolo è quella del Principe Mezzosangue, il cui libro di pozioni ha una rilevanza talmente marginale che, arrivati alla fine, la rivelazione dell’identità del suddetto principe lascia lo spettatore con un:”embé? Chi? Aah, è vero, c’era un Principe Mezzosangue…” Ora, va bene che la maggior parte degli spettatori lo sa chi è il Principe, ma a beneficio di chi guarda solo i film un po’ di suspance e di attenzione in più non guastava..
Ma veniamo ora alla principale critica che è stata mossa dai fan a questo film: il troppo amore. L’aspetto legato a Voldemort e al Principe in effetti viene drasticamente ridotto in favore dei primi turbamenti amorosi di Harry e compagnia che, per carità, sono presenti anche nel libro, ma lì riescono a formare un miracoloso equilibrio con il resto della trama. Qui sono anche troppo presenti e valorizzati, tanto da risultare pesanti e quasi inadatti al genere della pellicola: fin dall’inizio c’è un’improbabile scena in cui Harry cerca di concupire una babbana (e qui gli sceneggiatori si sono dimenticati del fatto che il maghetto dovrebbe essere prostrato dalla morte dello zio Sirius, altro che andare in giro a flirtare…), la sua attrazione verso la sorellina di Ron, Ginny, viene manifestata prepotentemente fin da subito, e quella di Hermione verso Ron è fin troppo palese ed esagerata, mentre quest’ultimo è l’unico personaggio che viene trattato come merita, meravigliosamente ottuso e preda delle morbose attenzioni della stupidissima Lavanda.
Personalmente, sono stata molto più disturbata da alcune gravi mancanze che non da questo eccesso di “aMMore”, che rendeva il film anche divertente. Quello che mi ha sconcertato di più è la scena, che in alcuni telegiornali è stata fatta passare come la più attesa (ma da chi??!!), in cui i Mangiamorte fanno saltare in aria la Tana, ovvero la casa della famiglia Weasley. Ma cari giornalisti, se vi prendeste la briga di leggere i libri, sapreste che un simile incendio avrebbe fatto inveire più di un fan, e che peraltro la scena in questione, oltre ad essere ripetitiva visto che ci sono altri due incendi nel film, è totalmente inutile e poteva essere tranquillamente evitata in favore della splendida battaglia finale contro i Mangiamorte ad Hogwarts della quale, assurdamente, non c’è traccia, e peccato perché avrebbe dato modo di vedere in azione personaggi come Luna, Neville, Fenrir Greyback, Tonks e Lupin, che nel film si intravedono appena. Altro grave errore di sceneggiatura, tralasciando il fatto che il mistero delle azioni di Draco non viene praticamente mantenuto, lo troviamo sempre nel finale (evidentemente regista, sceneggiatori e attori non ce la facevano più): Harry non impedisce la morte di Silente per non contrastare i suoi ordini. Rimane fermo come un fesso mentre non una, ma CINQUE persone accerchiano l’amato preside per farlo fuori, e il primo dei cinque è una mezza pippa. Una scena simile è paradossale ed inverosimile! Infatti nel libro a Silente servono un incantesimo e un mantello dell’invisibilità per bloccare Harry ed impedirgli di intervenire. Qui invece il nostro mago ci fa davvero la figura dell’imbelle, regalandoci uno dei finali più insulsi della storia del cinema.
E a proposito di cose insulse. Daniel Radcliffe è il potenziale erede di Tom Hanks quanto ad aria bolsa. Ha il carisma nonché il fascino di un cetriolino sottaceto, eppure è il protagonista. Nelle scene sentimentali, con una Ginny alta 30 cm più di lui e che si atteggia a sensuale lolita, lui ci fa davvero la figura del minchione, rigido e statico come un gatto di marmo. Quando ci prova con la ragazza al bar la sua faccia è da dimenticare, così come quando prende la Felix Felicis, che lo porta a vagare per Hogwards con lo sguardo strafatto di un figlio dei fiori… anche se non crediate che perda la sua solita espressione di chi non sa perché è finito nel film. Finché era piccino poteva anche andare, ma dopo tanti anni basta, non ci sono scusanti, visto e considerato che Rupert Grint ed Emma Watson, nonostante il ruolo idiota del primo, hanno sviluppato espressività e bravura in grado di farli sfigurare accanto ai bravissimi altri grossi calibri del film. Quanto ad attori carismatici, infatti, anche questo capitolo non può davvero lamentarsi: oltre agli ormai consolidati e splendidi Alan Rickman (il suo Piton è sempre un meraviglioso modello di scazzo mortale e aplomb assassino) ed Helena Bonham Carter (la sua folle Bellatrix da, come sempre, i brividi) che svettano sugli altri splendidi ma ahimé poco sfruttati attori, il Lumacorno di Jim Broadbent è semplicemente geniale nella sua spietata caricatura di un patetico professore universitario laido e classista.
In poche parole alla Bolla il film è piaciuto o no? Non mi è dispiaciuto, lo ammetto, ma purtroppo ci sono mille virgole e ripensamenti. Diciamo che è un bel film, ben realizzato, per la maggior parte ben recitato, con sprazzi di assoluta e deliziosa ironia (le scenette di Lavanda, il funerale di Aragog e la festa di Lumacorno con tanto di vomitata sulle scarpe di Piton), momenti toccanti (la tristezza di Hermione e l’alzata di bacchette finale) e scene emozionanti (la caduta del ponte all’inizio, oppure l’attacco degli Inferi, seppur troppo debitore al Signore degli Anelli…). Però il finale tirato per i capelli e la mancanza di un reale approfondimento su quello che doveva essere il tema portante del film… mah. Cacca sugli sceneggiatori. Darò 6 e mezzo tendente al 7, ma solo per l’incentivo dato dalla presenza di Piton.
Di Alan Rickman ho già parlato qui.
David Yates è il regista del film. Il regista inglese è ormai un veterano della serie, aveva già diretto il precedente Harry Potter e l’Ordine della Fenice e sta girando i due episodi che comporranno Harry Potter e i doni della morte. Per il resto ha lavorato soprattutto come regista di telefilm. Oltre ai già citati ultimi episodi di Harry Potter, ha un altro film in uscita. Ha 46 anni.
Daniel Radcliffe interpreta Harry Potter. Inutile stare ad elencare i film interpretati dall’ormai famosissimo attore inglese, ovvero tutti i capitoli della saga. Attivo anche a teatro, ha esordito con il film Il sarto di Panama, ha 20 anni e un film in uscita.
Rupert Grint interpreta Ron Weasley, lo storico e sfigato amico di Harry. Premesso che in questo film supera sé stesso e che, a mio avviso, come attore è una spanna sopra a tutti gli altri ragazzini, anche per lui vale quanto detto per Radcliffe, la sua carriera si concentra principalmente sui capitoli della saga. In Italia, è uscito anche un altro suo film, In viaggio con Evie. L’attore inglese ha 21 anni.
Emma Watson interpreta la streghetta prodigio Hermione Granger. Poco credibile che un’attrice così carina si possa innamorare, nel film, di un mostrillo come Ron, ma tant’è: a differenza della Hermione del libro la Watson si è sicuramente sviluppata meglio dei suoi due colleghi. Oltre a tutti i film della saga, l’attrice inglese, nata in Francia, conta nel suo curriculum il delizioso film per la TV Ballet Shoes e il doppiaggio del film Le avventure del topino Desperaux. Ha 19 anni e un film in uscita.
Helena Bonham Carter interpreta la pazza e crudelissima Bellatrix Lestrange a partire dal capitolo Harry Potter e l’Ordine della Fenice. La bravissima attrice inglese, fortunata compagna di un mostro sacro quale il regista Tim Burton, dagli esordi è sempre stata considerata adattissima come attrice da parti “in costume”, e solo negli ultimi anni si è distaccata da questa etichetta, elevandosi a icona weird e dark. Tra i suoi film ricordo Camera con vista, Amleto, Casa Howard, Frankenstein di Mary Shelley, Merlino, Fight Club, Il pianeta delle scimmie, Big Fish, La fabbrica di cioccolato, Sweeney Todd, Terminator Salvation; ha inoltre dato la voce ad uno dei personaggi di Wallace & Gromitt e la maledizione del coniglio mannaro, nonché alla Sposa dello splendido La sposa cadavere, mentre per la TV ha partecipato a Miami Vice. Ha 46 anni e sei film in uscita, tra cui il film che attendo di più in assoluto, l’Alice in Wonderland di Tim Burton, dove lei interpreterà la Regina Rossa!! Non vedo l’ora!
Jim Broadbent interpreta il ruffianissimo professore Horace Lumacorno, alla sua prima apparizione nella saga. Il veterano inglese, un attore da Oscar visto che ne ha vinto uno come non protagonista per il film Iris, ha una filmografia molto vasta che comprende film come l’allucinante Brazil, La moglie del soldato, Riccardo III; lo storico e da me e Toto tanto bramato The Secret Agent, Moulin Rouge!, Gangs of New York, Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l’armadio, Hot Fuzz, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Ha 60 anni e tre film in uscita.
E ora vi lascio con i meravigliosi e ormai storici Harry Potter Puppet Pals ed il loro Mysterious Ticking Noise. ENJOY!!!