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venerdì 10 maggio 2019

Il ragazzo che diventerà re (2019)

Mi ero segnata questo film in conseguenza del nome di regista e sceneggiatore, Joe Cornish, e appena arrivato a Savona ho recuperato Il ragazzo che diventerà re (The Kid Who Would Be King).


Trama: Alex, studente sfigatello, trova per caso la spada Excalibur e riesce ad estrarla. Preso di mira da una rediviva Morgana e dalle sue forze del male, il ragazzino cerca, con l'aiuto di Merlino e di tre improbabili cavalieri, di sconfiggerla ancora una volta.



Posso dire di esserci rimasta un po' male? Ammetto di non avere più visto Attack the Block dall'anno della sua uscita al cinema (ne sono passati otto), però ricordo ancora un bel film cattivello e divertente pur avendo per protagonisti dei ragazzini e, per quanto distante sicuramente dall'idea di Edgar Wright, anche la sceneggiatura di Ant-Man alla fine non era male, simpatica e avventurosa quanto bastava. Non è che ne Il ragazzo che diventerà re manchi l'avventura, quello no; anzi, il film si riprende proprio quando Alex, Excalibur in mano, si mette in testa di intraprendere una quest per raggiungere il padre, con tutto quello che ne consegue, addestramento cavalleresco compreso, però nel complesso ho trovato il film sciocchino, moscio e troppo, troppo infantile. Mi rendo conto che il target di riferimento dell'operazione non supera i 12/13 anni di età, ché a 14 secondo me si è già troppo grandi per godersi le avventure di Alex, tuttavia da Joe Cornish mi aspettavo decisamente qualcosa di più rispetto a una verniciata di modernità sul mito di Re Artù, anche perché l'incipit è interessante. L'idea che un ragazzino qualsiasi, per quanto intriso di sogni e belle speranze, possa estrarre Excalibur ed accollarsi il compito di riunire dei cavalieri per combattere Morgana è simpatica e veicola un messaggio positivo. Ai piccoli spettatori viene fatto comprendere che non serve essere predestinati o "super" per fare del bene e che chiunque, per quanto cicciottello, goffo o stronzo, se ben indirizzato ai "dettami cavallereschi" (modello fondamentale di tolleranza e signorilità in questi tempi bui) può riuscire a diventare una persona migliore e far sì che gli altri, naturalmente, siano portati ad affidarsi a lui/lei. Il problema de Il ragazzo che diventerà re, tuttavia, è che questo messaggio viene reiterato in maniera anche troppo didascalica, attraverso una storia semplice e priva di guizzi oltre che (errore madornale!) di fondamentali sequenze tragiche o villain degni di nota, ché Morgana alla fine val più per l'effetto speciale in cui viene trasformata in drago che per l'inquietudine che (non) è in grado di suscitare.


Scarsini anche i protagonisti. I mocciosi di Attack the Block erano brutti, sporchi e cattivi, mentre qui l'ambiente è quello di una scuola privata in cui anche i bulli sono comunque "trattenuti"ed eventuali desideri di riscatto sociale, magari alimentati da infanzie negate (sì, si parla di genitori alcolizzati ma è un mero plot device), lasciano il tempo che trovano; lontani dal "block", i ragazzini di Il ragazzo che diventerà re diventano l'ennesimo gruppetto di inglesetti in odore di Harry Potter e, quel che è peggio, è che gli attori scelti per interpretarli sono pessimi. Degno figlio di tanto padre, si salva solo il piccolo Louis Ashbourne Serkis col suo faccino ciccio ed espressivo, sugli altri bisognerebbe calare un pietoso velo di silenzio; l'idea di aggiungere al quadretto un Merlino adolescente, invece, è divertente, peccato per la scelta infelice di fargli utilizzare dei gesti inconsulti prima di ogni incantesimo, cosa che fa sembrare Angus Imrie un povero beota. Certo, va peggio a Patrick Stewart, infilato a forza nel film per scopi probabilmente alimentari e costretto ad interpretare un Merlino ispirato a quello Disney, tanto carino ed esilarante in versione animata quanto imbarazzante all'interno di un film, per quanto pensato per i più piccini. Gli effetti speciali, ecco, quelli invece sono sempre validi e per quanto la CGI abbia sempre quel tetro sapore di videogioco d'inizio millennio (ma quanto faceva più paura l'inquietante bestiario di Labirynth, per dire?), è indubbio che, visti al cinema, la battaglia finale contro Morgana oppure gli scontri contro i Cavalieri non morti offrono momenti di grande perizia tecnica, ché Joe Cornish non è l'ultimo degli scemi. Ahimé, nemmeno il primo della lista ora come ora, visto e considerato che il suo prossimo progetto è un film di fantascienza per la TV. Considerato che si parlerà di follia telematica, posso sperare in un ritorno alla vecchia, ironica e caustica cattiveria che tanto mi aveva entusiasmata durante la visione di Attack the Block, nel frattempo il regista ci lascia l'ennesimo film senza infamia né lode, dimenticabile nel giro di un giorno o due.


Del regista e sceneggiatore Joe Cornish ho già parlato QUI. Rebecca Ferguson (Morgana) e Patrick Stewart (Merlino da adulto) li trovate invece ai rispettivi link.


Louis Ashbourne Serkis, che interpreta Alex, è il figlio dell'attore Andy Serkis mentre Tom Taylor, che interpreta il bulletto Lance, è stato Jake nel dimenticabilissimo La torre nera. Detto questo, se Il ragazzo che diventerà re vi fosse piaciuto recuperate La spada nella roccia, Excalibur, Attack the Block e I Goonies. ENJOY!

martedì 7 marzo 2017

Logan - The Wolverine (2017)

Nonostante la pochezza delle pellicole a lui dedicate, potevo perdermi l'ultimo film dedicato al mutante artigliato canadese, quel Logan - The Wolverine (Logan) diretto e co-sceneggiato da James Mangold? Assolutamente no! NO SPOILER, suckers!


Trama: Anno 2029, Logan si è ritirato dal suo ruolo di eroe e lavora come autista di limousine. E' invecchiato e il suo fattore rigenerante non è più quello di una volta ma viene richiamato sul campo da una donna e una strana bambina in cerca di protezione...



Ovviamente, dopo due tentativi più o meno falliti ci ritroviamo con IL film su Wolverine per eccellenza proprio quando Hugh Jackman ha scelto (d'altronde sono anche 17 anni) di abbandonare il personaggio, aprendo così la via a probabili reboot che getteranno al vento tutto il bel lavoro fatto da Mangold in Logan. Il bravo James Mangold che, ottenuta carta bianca e un bello R Rating alla faccia di tutti i mocciosi che pagano denaro contante per gadget, fumetti ed ammenicoli vari, ha girato un film di supereroi senza cretini in tutina, senza fenomenali poteri cosmici che minacciano di devastare il mondo (quasi), senza villain con l'unica ambizione di parlare molto e fare poco, senza scomodi retaggi da un passato che neppure lui era riuscito a riportare su pellicola senza far piegare in due gli spettatori dal ridere e, soprattutto, senza supereroi. I personaggi che popolano il mondo di Logan sono innanzitutto persone, umanissimi vecchi e bambini per i quali il potere è una piaga più che una benedizione, che hanno perso tutto a causa di vicende immortalate sulle pagine di fumetti che non raccontano che la punta dell'iceberg del dolore e della sofferenza di chi si ritrova ad essere mutante in un mondo che ormai ne è privo. Logan e Xavier sono diventati due vecchi, uno sconvolto nel fisico e l'altro nella mente, due reietti per i quali delle vecchie avventure e della vecchia vita non rimangono che tristi ricordi e la speranza di un futuro nel quale lasciarsi tutto alle spalle per morire in relativa pace, lontano dal mondo. Nel mezzo del cammin di questa loro non-vita spunta la piccola Laura, mutante che con i due condivide più cose di quante vorrebbe, compresa la maledizione di un potere terribile e l'impossibilità di avere il controllo sulla propria esistenza, pianificata fin dalla più tenera età da persone senza scrupoli in cerca dell'arma definitiva. Logan è costruito come un lungo road trip intrapreso da questi tre personaggi, focalizzato non tanto sui loro poteri (che pur sono un punto chiave della vicenda) quanto sul rapporto che li lega, sulla consapevolezza di sé stessi e sul rapporto col mondo che li circonda, un viaggio ben poco allegro e affrontato a braccetto con la morte, il rimpianto, la nostalgia, la decadenza fisica e mentale, talvolta la speranza benché pagata a caro prezzo. L'uomo Logan è ben diverso dall'eroe conosciuto nei film precedenti, è una creatura cinica e ormai stanca che scarica letteralmente il proprio dolore su chi è tanto incauto da stuzzicarlo quando lui vuole soltanto stare in pace; se i suoi artigli nelle altre pellicole erano utilizzati con uno scopo, talvolta trattenuti, talvolta sfoggiati come eccesso di sboroneria, nel film di Mangold diventano l'ultimo, disperato sfogo di un uomo distrutto ed è giusto quindi che vengano rappresentati in tutto il loro terribile realismo.


Per la prima volta quindi, e per fortuna, gli artigli di adamantio lacerano, mutilano e spillano litri di sangue ma senza la giocosa cattiveria di Deadpool, anch'esso film R Rated. Vedendo finalmente quelle artigliate libere dalle restrizioni di un montaggio da galera non si prova gioia né catarsi perché ogni colpo inferto da Laura è un pezzo della sua innocenza di bambina che se ne va mentre per Logan è il ricordo di una vita andata in frantumi, tra amori scomparsi e amici defunti; il make up applicato a Hugh Jackman, sempre più sfregiato e vecchio mano a mano che il film prosegue, riversa all'esterno tutto il veleno che il personaggio ha dentro, un senso di rabbia impotente e disgusto che poco hanno a che fare con i recenti cinecomic Marvel e persino con quelli DC, i cui protagonisti paiono sempre comunque "superiori" a noi esseri umani; Logan è prosaico e terra terra ma in senso buono, talvolta è persino buffo e a tratti triviale, ma il suo è un umorismo che non invoglia al famoso trenino Brigittebardòbardò immortalato da Ortolani, bensì fa salire un groppo alla gola grosso quanto una palla di pelo canadese. Così come l'umorismo, sono sottili anche i riferimenti nerd (passatemi il termine) al mondo degli X-Men o agli eventi passati, tanto che Logan è un film da guardare con molta attenzione perché molto di ciò che ha portato i protagonisti al punto in cui li ritroviamo viene appena accennato nei dialoghi, come se avesse ben poca importanza per lo spettatore il quale, per una volta, è costretto a confrontarsi con personaggi che si sviluppano esclusivamente all'interno delle due ore di spettacolo e ad affidarsi a sceneggiatori capaci e attori favolosi invece che annichilirsi il cervello con fantastiliardi di effetti speciali. Hugh Jackman e Patrick Stewart non potevano accomiatarsi meglio da Wolvie e Xavier, si vede anche col filtro del doppiaggio che i due attori si sono impegnati in quanto coinvolti in un film che prima di essere "l'ultimo capitolo della trilogia di Wolverine" era un racconto serio e strutturato, in grado di veicolare emozioni potenti; di fatto, è la prima volta che guardando un cinecomic ambientato nel mondo degli X-Men mi sono commossa e ho provato reale compassione per i personaggi su schermo (protagonisti o secondari che fossero, come il dolce Calibano di Stephen Merchant) e persino simpatia verso quell'insopportabile vecchio porco pedofilo di Xavier. Favolosa anche la dodicenne Dafne Keen, le cui apparizioni nei panni di Laura mi hanno messo spesso i brividi, sia durante le concitate ed esaltanti scene d'azione che in quelle in qualche modo più "poetiche" e poco importa che un paio di scelte di sceneggiatura fossero un po' tirate per i capelli (va bene regalare a Laura e regalarsi un po' di tranquillità familiare ma non puoi immaginare che i Reavers stermineranno chiunque dovesse ospitarvi? E poi, un branco di pargoli con potentissimi poteri incapaci di spazzare via dei cyborg? Mah.): se mi avessero dato altri due film come questo, la trilogia di Wolverine avrebbe meritato un posto d'onore nel cinema in generale, non solo nell'ambito dei cinecomics.


Del regista e co-sceneggiatore James Mangold ho già parlato QUI. Hugh Jackman (Logan), Patrick Stewart (Charles Xavier) e Richard E. Grant (Dr. Rice) li trovate invece ai rispettivi link.

Boyd Holbrook interpreta Pierce. Americano, ha partecipato a film come Milk, Behind the Candelabra, L'amore bugiardo - Gone Girl, Morgan e a serie come Narcos. Anche regista e sceneggiatore, ha 36 anni e un film in uscita, The Predator.


Stephen Merchant interpreta Calibano. Comico inglese, ha partecipato a film come Hot Fuzz, Comic Movie e a serie quali 24, Extras e The Big Bang Theory; come doppiatore ha lavorato nelle serie Robot Chicken, I Simpson e American Dad!. Anche sceneggiatore, produttore e regista, ha 43 anni.


Elizabeth Rodriguez interpreta Gabriela. Americana, ha partecipato a film come Desperado, Blow, Chi è senza colpa e a serie come Six Feet Under, ER Medici in prima linea, Fear the Walking Dead e Orange is the New Black. Ha 37 anni.


Eriq La Salle interpreta Will Munson. Attore americano che ricordo per il suo ruolo di Dottor Benson in ER Medici in prima linea, ha partecipato a film come Il principe cerca moglie, Allucinazione perversa, Il colore della notte, One Hour Photo e ad altre serie quali 24 e Under the Dome. Anche regista e produttore, ha 55 anni.


Alla fine dell'anno o nel 2018 Mangold dovrebbe fare uscire una versione in bianco e nero di Logan; nell'attesa di questa versione, di Deadpool 2 e dei prossimi X-Men e X-Force (entrambi ancora senza titolo ufficiale né sceneggiatura), se il film vi fosse piaciuto recuperate  X-MenX-Men 2X-Men - Conflitto finale, X-Men - L'inizio X-Men: Giorni di un futuro passato, X-Men: ApocalisseX-Men Origins: Wolverine, Wolverine - L'immortale e ricordate che Logan è ambientato nella linea temporale che è stata cambiata in Giorni di un futuro passato, dove quindi gli eventi dei primi tre X-Men non contano più una beata min**ia! ENJOY!

Per la cronaca, i fumetti mostrati nel film non sono veri e sono stati realizzati ad hoc dall'artista Dan Panosian

E ritorna, per la gioia di tutti i bambini... 

L'angolo del Nerd (o del gnégnégné, fate voi) rigorosamente scritto a memoria e senza l'aiuto di Wikipedia 
HIC SUNT SPOILER!:

CalibanoIl mutante Calibano era già comparso nel film X-Men: Apocalisse, interpretato da un altro attore. In quel film se non rammento male gestiva una sorta di losco ritrovo per mutanti disagiati, qui si parla di una vecchia collaborazione con la multinazionale per cui lavorano Pierce e i Reavers. Nei fumetti Calibano era uno dei Morlock, mutanti deformi e per questo costretti a vivere nel sottosuolo di New York e il suo potere era identico a quello mostrato in Logan, ovvero la capacità di rintracciare altri mutanti. Potrei sbagliarmi ma ora dovrebbe essere morto oppure perso in un limbo editoriale come il 90% dei mutanti Marvel.

X-23: clone "venuto male" di Wolverine e macchina assassina che solo negli ultimi anni gli sceneggiatori hanno dotato di un minimo di capacità interattiva, Laura Kinney ha cominciato a bazzicare nelle storie degli X-Men quando avevo smesso di leggerle quindi non posso essere più precisa di così (ed effettivamente non ricordavo neppure il Dr. Rice che, invece, era già comparso proprio in quelle storie come creatore di Laura). Adesso dovrebbe essere LA nuova Wolverine, costumino gialloblù compreso, visto che il povero Logan è finalmente morto, pace all'anima sua.

X-24: di cloni di Logan è pieno l'universo Marvel ma siccome questo è legato ai Reavers potrebbe rifarsi in parte ad Albert, cyborg creato proprio da Pierce e soci nelle vecchie storie degli X-Men per uccidere Wolverine. Questo cyber-Wolvie negli anni '90 andava in giro con un'altra cyborg dalle fattezze di bimba chiamata Elsie Dee; da avversari i due sono diventati amiconi di Logan ma anche loro si sono persi nel solito limbo causato da innumerevoli cambi di gestione delle varie collane.

Pierce e i Reavers: Anche di Pierce non ricordo moltissimo, tranne che era sicuramente un cyborg a base umana (non mutante), probabilmente l'Alfiere Bianco del Club Infernale e che ai tempi in cui gli X-Men vivevano in Australia lui e i Reavers (altri cyborg in mezzo ai quali se non sbaglio ha militato anche Lady Deathstrike) avevano torturato e crocefisso Wolverine. In tempi relativamente recenti dovrebbe essere stato disintegrato da un Ciclope furioso dopo l'ennesima ca**ata ma sinceramente non rammento.

Rictor e gli altri amichetti di X-23: Julio Esteban Richter, detto Rictor, è un mutante capace di generare onde sismiche ed è in giro dai tempi della prima X-Force quindi non è un bambino come invece viene rappresentato nel film. Per inciso, è uno dei pochi mutanti apertamente gay ma anche lui s'è perso in un limbo editoriale dopo la bella gestione Davidiana di X-Factor, in cui lo si vedeva inciuciare col compagno di squadra Shatterstar. Degli altri bimbi, sicuramente una è stata creata dal DNA di Bobby "Uomo ghiaccio" Drake, il ciccionetto ha dei poteri che somigliano tanto a quelli di Surge, il resto dei piccoli mutanti non sono pervenuti ma chissà che in un prossimo film dedicato a Laura non rifacciano capolino, magari un po' meglio definiti. 




venerdì 9 settembre 2016

Green Room (2015)

Spinta da varie recensioni positive scorte in rete, ho deciso di recuperare in questi giorni Green Room, diretto e sceneggiato nel 2015 dal regista Jeremy Saulnier.


Trama: convocati per un concerto all'ultimo minuto, i membri di un gruppo punk si ritrovano a testimoniare un omicidio e conseguentemente ad essere presi di mira da un branco di neonazisti...



Musicisti punk contro neonazi, cosa ci potrebbe essere di meglio, cinematograficamente parlando? Da questo punto di vista, in effetti Green Room è un film con le contropalle, oltre che intriso di una cattiveria di altissimo livello. In soldoni, trattasi di revenge movie in cui i protagonisti, capitati per caso in un ambiente a loro poco consono (ragazzi punk costretti a suonare in un magazzino zeppo di personaggi di estrema destra e che scelgono, molto coraggiosamente, di esordire con Nazi Punks, Fuck Off! prima di conquistarli comunque col potere della musica), finiscono dalla padella alla brace per aver assistito a qualcosa che non dovevano vedere. Finito lo spettacolo, sale la tensione alle stelle: noi sappiamo che il proprietario del prefabbricato adibito a sala concerti non ha alcuna intenzione di farla passare liscia ai nostri ma i suoi sgherri sono così poco psicopatici, almeno in apparenza, che per una volta il gioco tra gatto e topo favorisce ampiamente la suspension of disbelief, facendoci così accettare il fatto che i protagonisti non li crivellino di proiettili e fuggano senza guardarsi alle spalle alle prime avvisaglie di pericolo. Poi, ovviamente, scoperte le carte il discorso cambia e sebbene il vecchio Darcy del freddissimo Patrick Stewart continui a fare i ragionamenti tipici e pragmatici di un imprenditore, il sangue comincia a scorrere copioso grazie a soluzioni omicide di particolare crudeltà, rese ancora più intollerabili dal fatto che i protagonisti sono ragazzotti simpatici, bravi musicisti, persino un po' sfigati se vogliamo, caratterizzati da quella punta di cameratismo che trasformerebbe ogni dipartita nella morte di un pezzetto del cuore dello spettatore, se non fosse per l'atavico scazzo che pare ammantare i personaggi principali.


Di fatto, la freddezza di Darcy e lo scazzo dei protagonisti sono quei due aspetti che frenano un po' Green Room, al netto della crudeltà di ciò che viene scagliato contro Yelchin (che la terra ti sia lieve) e compagnia cantante; passato il primo momento di tensione concitatissima, la pellicola di Saulnier non perde in cattiveria ma diminuisce sicuramente il ritmo della narrazione, smorzandosi nei discorsi se vogliamo un po' superficiali dei personaggi e nell'intima mancanza di voglia di vivere che caratterizza la Amber di Imogen Poots, peraltro anche piuttosto brava. Come leggevo dalle parti de I 400 calci, se cercate approfondimento psicologico cascate davvero malissimo, e lo stesso vale per l'originalità dello svolgimento, però se siete assetati di sangue non vi preoccupate che Saulnier mostra tutto e bene, dall'esplosione di sanguinosa violenza che proprio non ti aspetti a quella che ti aspetti ma non così lenta ed ostentata, al punto che ho dovuto un po' girarmi dall'altra parte e pensare ad altro per non mettermi ad urlare come una ragazzina. Probabilmente, anche se Green Room mi è piaciuto, me lo sarei goduta un po' di più se avessi avuto delle conoscenze musicali migliori, o se avessi bazzicato da giovinetta la scena punk delle mie zone, così da potermi immedesimare maggiormente coi personaggi o sorridere delle loro battute. Invece a me da giovane piaceva Madonna e se andassi su un'isola deserta farei come Imogen Poots, mi porterei dietro i dischi di quella vecchia strega. Ma solo quelli fino agli anni '90, mi raccomando, che la produzione recente è fuffosella.


Di Anton Yelchin (Pat), Mark Webber (Daniel), Imogen Poots (Amber) e Patrick Stewart (Darcy) ho già parlato ai rispettivi link.

Jeremy Saulnier è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Murder Party e Blue Ruin. Anche produttore, ha 39 anni.


Alia Shawkat interpreta Sam. Americana, ha partecipato a film come Three Kings, Damsels in Distress, The Final Girls e a serie come Senza traccia e Veronica Mars, inoltre ha doppiato episodi di Robot Chicken e Adventure Time. Anche produttrice e regista, ha 27 anni e due film in uscita.


Se Green Room vi fosse piaciuto cercate Blue Ruin, film dello stesso regista che però devo ancora vedere. ENJOY!

mercoledì 8 luglio 2015

Ted 2 (2015)

Dopo avere ripassato il primo capitolo, la settimana scorsa sono andata a vedere Ted 2, diretto e co-sceneggiato dal regista Seth McFarlane.



Trama: per salvare un matrimonio già allo sfascio, l'orsacchiotto Ted e Tami-Lynn decidono di adottare un figlio. Il problema è che Ted, legalmente, non è umano...


Seth McFarlane è un furbone matricolato a cui è impossibile volere male. Se Ted 2 lo avesse girato uno dei Vanzina probabilmente, in maniera molto ipocrita, starei urlando allo scandalo per la quantità di gag volgari, bambinesche e demenziali di cui è infarcito, anche più del primo Ted. Invece, siccome sotto sotto sono una stronza cinica e nerd, al regista perdono tutto per l'umorismo politically incorrect e le citazioni anni '80 che spesso fanno capolino in tutti i suoi lavori. E dico proprio TUTTI, visto che McFarlane da quando ha creato I Griffin non si è mai allontanato dalla formula magica che gli ha fatto guadagnare tanto successo. Quindi, quali motivazioni potrei addurre per spingere la gente a vedere Ted 2? Beh, intanto se non avete mai apprezzato la McFarlane Factory potete tranquillamente evitare di continuare a leggere il post perché, come ho detto all'inizio, non mi scaglierò contro le stupidità e le banalità sulle quali è costruito il film ed il motivo di questa scelta scellerata è che ho riso, me sciagurata, ho riso tantissimo. Ribadisco, sarei ipocrita se lo negassi. Ho riso e storto il naso, represso dei conati di vomito e dei fangooli ma ho comunque riso e questo è quanto, McFarlane evidentemente sa sempre quale tasto toccare con me. Aggiungo anche che stavolta la trama è un po' più strutturata rispetto a quella di Ted e omaggia spudoratamente un caposaldo della fantascienza di ogni tempo, ovvero "cosa ci rende umani?". Quindi, al di là delle grasse risate c'è anche il tempo per riflettere, forse in maniera un po' facilona, su quesiti per nulla scontati in tempi di migrazioni, "ruspe" e compagnia cantante: quello che alla fine vuol comunicare McFarlane è che non importa quanto una persona sia inutile, imbecille, cazzona e "bambina" finché riesce a provare e far provare empatia al prossimo, a differenza dei cosiddetti "esseri umani di prima classe" che magari hanno tanto cuore quanto una pietra inanimata. L'umanità, quindi, intesa come libertà di essere sé stessi alla faccia di quello che pensano gli altri, soprattutto se si ha la fortuna di avere degli amici che ci accettano per quello che siamo.


Accanto a questi concetti bellissimi ed aulici e all'umorismo di grana mastodontica c'è purtroppo l'altro lato della medaglia rappresentato dalla solita dose di maschilismo McFarlaniano che poco sopporto. La vera novità di Ted 2, infatti, è l'elegantissimo calcio in chiulo rifilato a Mila Kunis e alla sua Lori, troppo "seria" per accettare di stare con un fidanzato di rara idiozia che, neanche a dirlo, sarebbe il vertice perfetto di un ideale triangolo formato da lui, Homer Simpson e Peter Griffin. "Ho sprecato anni dietro ad una donna che non andava bene per me", bravo caprone, vallo a dire a Lori, Marge e Lois, tre poverette che in un mondo ideale ucciderebbero i loro compagni. Fuori la Kunis, dicevamo, dentro la Seyfried che, per quanto mi piaccia molto come attrice, ho trovato fastidiosa per il modo in cui il suo personaggio accontenta per l'appunto le convinzioni e i desideri di McFarlane e di tutti quelli come lui: la donna dev'essere praticamente un uomo con la patata, accettare col sorriso e con tanto aMMore tutte le imbecillità del compagno (giuro, Wahlberg qui è MOLTO più cretino rispetto al primo Ted) mentre l'uomo deve accettare con rassegnata compassione il fatto che le fidanzate di solito siano totalmente ignoranti in materia di film, serie TV, cultura nerd in generale. Ciccio Seth, già che sei un bell'ometto, vieni qui che ti spiego due cose in materia di sapienza femminile, ché se sei rimasto negli anni '50 non è mica colpa mia! Giusto per smentirti, nonostante sia femmina (orrore!!) quel che ho apprezzato maggiormente di Ted 2 è proprio il continuo citazionismo e sono stra-convinta che le sequenze migliori siano quelle in cui ricicciano fuori Sam J.Jones, un Liam Neeson esilarante e appena uscito da una scena della franchise Taken e soprattutto l'omaggio al primo Jurassic Park. Insomma, mi sembra di aver detto abbastanza, nel bene e nel male. Se avete visto Ted sapete cosa aspettarvi (anche perché i riferimenti alla prima pellicola sono pressocché infiniti), ovvero nulla di entusiasmante ma neanche nulla per cui partire e andare negli USA a far sommario scempio del regista... se invece odiate il genere state alla larga da questo film!!


Del regista e co-sceneggiatore, nonché voce di Ted, Seth McFarlane ho già parlato QUI. Mark Wahlberg (John), Amanda Seyfried (Samantha), Giovanni Ribisi (Donnie), Morgan Freeman (Patrick Meighan), Sam J. Jones (Sam Jones), Patrick Warburton (Guy), John Carrol Lynch (Tom Jessup), Liam Neeson (il cliente al supermercato), Dennis Haysbert (Dottore alla clinica della fertilità), Patrick Stewart (Narratore) e Martin Klebba (Chucky) li trovate invece ai rispettivi link.

John Slattery (vero nome John M. Slattery Jr.) interpreta l'avvocato Shep Wild. Americano, lo ricordo per il ruolo di Victor in Desperate Housewives, inoltre ha partecipato a film come Sleepers, Iron Man 2, e ad altre serie come Party of Five e Will & Grace; come doppiatore, ha lavorato nelle serie I Simpson e The Cleveland Show. Anche regista, sceneggiatore e produttore, ha 53 anni e due film in uscita tra cui Ant-Man, dove tornerà ad interpretare Howard Stark.


Tra gli altri attori, segnalo il ritorno di Jessica Barth nei panni della procace Tami-Lynn, l'arrivo di Michael Dorn (il VERO Worf di Star Trek) in quelli di Rick, il fidanzato di Guy, e ovviamente le partecipazioni speciali della sorella del regista, Rachael McFarlane (la segretaria di Meighan), del giocatore di football Tom Brady, dei presentatori Jay Leno e Jimmy Kimmell e dei comici del Saturday Night Live Kate McKinnon, Bobby Moynihan e Taran Killam. Non ce l'hanno fatta invece Mila Kunis (apparentemente perché incinta ma in realtà pare che Seth McFarlane non avesse già da subito contemplato la presenza del personaggio di Lori, salvo un brevissimo cameo) e il reverendo di Settimo cielo Stephen Collins, la cui partecipazione speciale è saltata dopo le recenti accuse di pedofilia. E dopo avervi consigliato di guardare tutti i titoli di coda per un'esilarante scena post credits, se Ted 2 vi fosse piaciuto vi direi di recuperare Ted e... sì, diamine, L'uomo bicentenario! ENJOY!

mercoledì 28 maggio 2014

X-Men - Giorni di un futuro passato (2014)

Ieri sera sono finalmente tornata a varcare la soglia di una sala cinematografica e ho recuperato l'attesissimo X-Men - Giorni di un futuro passato (X-Men: Days of Future Past), diretto da Bryan Singer. Avevo un po' di timor panico ma, fortunatamente, l'attesa è stata ricompensata!


Trama: nel futuro, i mutanti vengono cacciati e uccisi spietatamente da robot assassini chiamati Sentinelle. Per impedire lo sterminio della razza mutante, i sopravvissuti spediscono la coscienza di Wolverine all'interno del suo io passato, incaricandolo di cercare i giovani Xavier e Magneto e fermare Mystica, fermamente intenzionata ad uccidere il creatore delle Sentinelle, Bolivar Trask.


X-Men - Giorni di un futuro passato è la conferma filmata di come, se gestiti intelligentemente, anche i sequel o i reboot possono costituire un ottimo intrattenimento cinematografico. Quando Bryan Singer aveva abbandonato il timone delle X-saghe cinematografiche il risultato era stato quella schifezza di X-Men - Conflitto finale, una roba talmente obbrobriosa che non avrebbe neppure dovuto essere filmata; il reboot della saga, X-Men - L'inizio, era stato per contro una ventata d'aria fresca piuttosto convincente e sarebbe stato MOLTO comodo proseguire su quella strada, facendo finta che i tre film precedenti non fossero mai esistiti. Con l'ultima pellicola dedicata ai mutanti Marvel, invece, Bryan Singer e soci hanno deciso di prendere una via accidentata e tortuosa, cercando di tirare le fila di quattro film completamente diversi tra loro, sia per qualità che per interpreti, confrontarsi con escamotage difficili da gestire come quello dei viaggi spazio-temporali e ricominciare tutto da capo senza abbandonare i vecchi personaggi, amati quanto e più di quelli nuovi. Il risultato è un film sicuramente imperfetto, con tanti buchetti logici sparsi qui e là, che mostra delle crepe quando cerca di incastrarsi col resto delle pellicole girate (e soprattutto con la scena post credit di Wolverine-L'immortale!), tuttavia convincente, entusiasmante e gradevole, soprattutto se si considera che il punto di partenza era una pietra miliare dei comics dedicati agli X-Men. Alla fin della fiera, lo ammetto, lo status quo tra buoni e cattivi o la personalità dei vari protagonisti rimane pressoché invariata rispetto a X-Men - L'inizio e, gira che ti rigira, il plot è sempre lo stesso (i mutanti vengono minacciati dagli umani perché diversi, segue rappresaglia dei mutanti malvagi e tentativo di quelli buoni di metterci una pezza), tuttavia X-Men - Giorni di un futuro passato pone le basi per un ottimo avvenire e fa sicuramente venire voglia di scoprire cosa accadrà ai mutanti cinematografici nei prossimi film.


La trama, come ho detto, mescola elementi di X-Men - L'inizio ed elementi della prima trilogia dedicata agli X-Men. Il fulcro dell'intera vicenda, forse anche perché la Lawrence è diventata ormai una delle attrici più famose in circolazione, questa volta è la sempre affascinante ed ambigua Mystica, la cui anima oscilla per tutto il film tra dannazione e salvezza, luce ed oscurità. A differenza della sua controparte cartacea, nel film Mystica è ancora una "ragazzina" che cerca il modo migliore per proseguire sul suo cammino verso l'indipendenza da due figure autorevoli e carismatiche come il fratellastro Xavier e l'amante Magneto; il problema, ovviamente, è che nella sua ricerca il movente maggiore sono il dolore, il disagio e l'odio nei confronti degli umani mutantofobi (incarnati dalla figura folle e quasi Hitleriana di Bolivar Trask), che rischiano di spingerla a condannare non solo sé stessa, ma l'intera razza che vorrebbe salvare. Il punto più alto ed emozionante di X-Men - Giorni di un futuro passato è infatti, neanche a dirlo, la rappresentazione del distopico futuro governato dalle terribili sentinelle, dove il clima da pre-guerra fredda viene sostituito da una soverchiante sensazione di disperazione: davanti allo sparuto gruppo di mutanti sopravvissuti, vecchi "amici" di tempi più innocenti ormai consunti, stanchi e fondamentalmente rassegnati all'inevitabile fine, è inevitabile sentire una stretta al cuore che porta ad essere ancora più partecipi dell'intera, complicata vicenda.


A tal proposito, ammetto che il mio maggior timore era quello di vedere, in questi squarci di futuro, un'accozzaglia di carne mutante gettata in pasto ai fan senza un perché, come accadeva appunto in X-Men - Conflitto finale. Gli autori sono invece riusciti ad aggiungere (miracolo!!) pochi nuovi mutanti fatti bene, cadendo giusto in qualche pacchianata come l'aspetto ridicolo di Quicksilver o il look da Torcia Umana di Sunspot e regalandomi, bontà loro, una meravigliosa resa dei poteri di teletrasporto della bellissima Blink. Superlativo anche il lavoro compiuto sulle inquietanti sentinelle, così come il montaggio nel prefinale, dove ad ogni azione di Mystica nel passato segue l'ineluttabile conclusione delle vicende future, con un crescendo di tensione e momenti commoventi, ma sicuramente il mio momento preferito è stato lo "show" del giovane Quicksilver, un trionfo di gag al ralenti sulle note dell'appropriatissima Time in a Bottle di Jim Croce. A proposito di Quicksilver, non lasciatevi ingannare dall'orrendo look da bimbominkia di Evan Peters, praticamente perfetto in una versione giovanile del supereroe che, probabilmente, avrebbe apprezzato anche il geniale scrittore Peter David: il signorino si candida tranquillamente come miglior attore del film accanto ai bellissimi (da infarto!!!) Hugh Jackman e Michael Fassbender e ad un James McAvoy nei panni di un inedito e sboccato Xavier in piena crisi esistenziale (e d'astinenza). E se tutto questo ancora non vi basta per correre a vedere X-Men - Giorni di un futuro passato ... beh, sappiate che nell'ormai indispensabile scena post-credit risuona chiaro un solo, terribile nome: En Sabah Nur. 'nuff said!!! 

 

Del regista Bryan Singer ho già parlato qui. Hugh Jackman (Logan/Wolverine), James McAvoy (Charles Xavier), Michael Fassbender (Eric Lehnsherr), Jennifer Lawrence (Raven/Mystica), Halle Berry (Tempesta), Nicholas Hoult (Hank McCoy/Bestia), Anna Paquin (Rogue), Ellen Page (Kitty Pryde), Peter Dinklage (Dr. Bolivar Trask), Shawn Ashmore (Bobby/Uomo Ghiaccio), Ian McKellen (Magneto), Patrick Stewart (Professor X), Famke Janssen (Jean Grey) e James Marsden (Scott Summers/Ciclope) li trovate invece ai rispettivi link.

Omar Sy interpreta Bishop. Francese, ha partecipato a film come Quasi amici - Intouchables e Mood Indigo - La schiuma dei giorni. Anche sceneggiatore e produttore, ha 36 anni e tre film in uscita, tra cui l'annunciato Jurassic World.


Evan Peters (vero nome Evan Thomas Peters) interpreta Peter/Quicksilver. Giovane ma carismatico protagonista di tre serie di American Horror Story (confermato anche per la quarta, alé!), ha partecipato a film come Kick-Ass e ad altre serie come Monk, Dr. House, Ghost Whisperer e Criminal Minds. Ha 27 anni e due film in uscita.


Daniel Cudmore torna ad interpretare Colosso otto anni dopo X-Men - Conflitto finale; l'attore, assieme a Booboo Stewart (Warpath), ha partecipato nel frattempo anche alla saga Twilight. Josh Helman invece, che nel film interpreta il giovane William Stryker, era stato scritturato per il ruolo del giovane Cain Marko/Fenomeno, tagliato poi dalla sceneggiatura così come un altro paio di interessanti idee: quando ancora si pensava di affidare la regia a Matthew Vaughn, l'intenzione era infatti quella di dirigere un seguito diretto di  X-Men - L'inizio, ambientato negli anni '70, e di cominciarlo con l'assassinio di Kennedy per mano di Magneto (incastrato in questo caso da Mystica ed Emma Frost, intenzionate a prendere il potere e governare gli States). Come si può tranquillamente notare, inoltre, anche la presenza di Anna Paquin è stata drasticamente ridotta: avrebbe dovuto infatti esserci una sequenza in cui Rogue, intrappolata in una Scuola Xavier trasformata in prigione dalle sentinelle, veniva liberata da Xavier, Magneto e l'Uomo Ghiaccio, scena eliminata per questioni di metraggio. Chissà se la povera Paquin tornerà in uno degli X-Film previsti a partire dal 2016, ovvero X-Men: Apocalypse (che, a quanto pare, ha già una data, 26 maggio 2016!), X-Force e una terza pellicola interamente dedicata a Wolverine. Chi vivrà vedrà ma, nel frattempo, se X-Men - Giorni di un futuro passato vi fosse piaciuto oppure se volete guardarlo e capirci qualcosa recuperate X-Men, X-Men 2, X-Men - Conflitto finale, X-Men - L'inizio, X-Men Origins: Wolverine e Wolverine - L'immortale. ENJOY!


L'angolo del Nerd (o del gnégnégné, fate voi!!)

Giorni di un futuro passato: il titolo e la trama della pellicola si ispirano a due importantissime storie degli X-Men, sceneggiate da Chris Claremont e disegnate da John Byrne. In esse è un anziana Kate Pryde a trasferire la propria coscienza nel passato e ad avvisare gli X-Men del terribile futuro che li attenderebbe se Mystica (aiutata dalla Confraternita dei Mutanti) riuscisse ad assassinare il Senatore Kelly (già protagonista del primo X-Men e di conseguenza sostituito da Bolivar Trask). Tra i mutanti del futuro spiccano Wolverine, Colosso, Tempesta, un paraplegico Magneto, il figlio della Donna Invisibile e di Mr. Fantastic, Franklin Richards, e la figlia di Jean Grey e Ciclope, Rachel Grey Summers che, di fatto, è l'unica ad avere il potere di rimandare Kate nel passato. Una delle poche belinate del film, infatti, è il fatto che sia Kitty Pride (dotata del potere dell'intangibilità) a spedire le coscienze dei suoi compagni nel passato, con un metodo che ovviamente non viene specificato né spiegato. Male!

Quicksilver/Pietro Maximoff: nei fumetti è il figlio naturale di Magneto, ha una gemella, Scarlet/Wanda Maximoff e una sorellastra, Polaris/Lorna Dane. Al momento milita nei Vendicatori ma, in passato, ha fatto parte di varie X-Squadre e ciò ha creato scompensi nella scombinata, assurda gestione dei diritti cinematografici delle serie Marvel: lo stesso personaggio, infatti, compare sia in X-Men - Giorni di un futuro passato che, assieme alla sorella Scarlet, nell'imminente Avengers: Age of Ultron, dove verrà interpretato da Aaron Taylor-Johnson. L'accordo tra Fox e Marvel per l'utilizzo di Quicksilver in entrambe le saghe prevede, tra le altre cose, che in nessuna delle due pellicole il personaggio venga chiamato "mutante" e che non venga fatta menzione della sua parentela con Magneto. Mah.

Bolivar Trask: anche nel fumetto ha creato le Sentinelle ma i robottoni gli si sono rivoltati contro, rendendolo prima schiavo e poi costringendolo a sacrificarsi per salvare l'umanità. Decisamente più pericoloso il figlio mutante Larry, pervaso dallo stesso odio mutantofobo del padre e dotato di un potere precognitivo.

Blink, Bishop, Warpath e Sunspot: li ho raggruppati tutti assieme perché, in effetti, per il ruolo di semplici combattenti che hanno nel film, non necessitavano di grandi chiose o spiegoni, sono più o meno come vengono dipinti nella pellicola. Bishop (in Italia conosciuto come Alfiere) in particolare è stato uno dei mutanti del futuro a viaggiare e stabilirsi definitivamente nel passato per scovare il presunto "traditore" che avrebbe portato alla fine degli X-Men. Interessantissimo personaggio chiave negli anni '90, è tornato prepotentemente alla ribalta qualche anno fa durante la saga Messiah Complex, che lo ha visto impazzire e cercare di uccidere Hope, la prima mutante nata dopo l'evento che aveva praticamente condannato la specie all'estinzione. Perso nuovamente nel tempo, recentemente è tornato nel presente, un po' più savio e posato di prima.

venerdì 1 febbraio 2013

X-Men - Conflitto finale (2006)

E finalmente eccoci giunti alla fine della trilogia mutante che ha tenuto banco nei primi dieci anni del nuovo millennio! Nella fattispecie, oggi concludiamo con X-Men - Conflitto finale (X-Men: The Last Stand), diretto da Brett Ratner nel 2006.


Trama: le industrie Worthington hanno trovato una cura che cancellerebbe permanentemente il gene X. Tra mutanti che vorrebbero ritornare normali e altri che vedono la cura come una minaccia, ovviamente scoppia il caos... e gli X-Men si ritrovano decimati e in mezzo ai due fuochi!


Se con X-Men 2 veniva approfondito il discorso del mutante come emblema del "diverso", con questo Conflitto finale viene annullata ogni riflessione e il ruolo degli X-Men si riduce a quello di meri vigilantes ed eroi nell'accezione più ristretta del termine: Magneto e compagnia vogliono uccidere umani e distruggere la cura che renderebbe felici molti mutanti ai quali i poteri pesano particolarmente? Benissimo, mettiamoci tra i cattivi e questa fantomatica cura e speriamo che in questo modo il governo capisca quanto siamo buoni e collaborativi, così forse non la userà come arma. Mi sembra un OTTIMO piano. A questo esilissimo canovaccio, che poi è un mero pretesto per far sfilare sullo schermo tutti quei mutanti che negli altri due film non avevano trovato spazio, si aggiunge una gestione a dir poco talebana dei personaggi e delle trame lasciate in sospeso da Bryan Singer, con mutanti amatissimi che prendono decisioni inaudite (Rogue su tutti) ed altri che schiattano come se non fossero mai serviti all'economia delle storie (non faccio nomi per non spoilerare ma, per quanto mi stiano sulle balle, che diamine! ci voleva comunque un po' di coerenza). Va bene dare un piglio nuovo all'operazione, ma diciamo che hanno un po' esagerato. Nel finale, poi, si assiste ad una tristissima, incoerentissima ed assurda accettazione di tutti gli avvenimenti... salvo che per una scena aggiunta dopo i titoli di coda a mo' di ripensamento.


Quindi cosa rimane di questo Conflitto Finale? Eh beh, quello che probabilmente i realizzatori volevano che rimanesse: gran dispiego di effetti speciali e mutanti come se piovessero. Sui primi posso anche dar loro ragione, sono forse i più ben fatti tra tutti quelli visti nella trilogia e indubbiamente il make-up della Bestia supera quello orrendo visto in X-Men - L'inizio, ma l'effetto pixel sgranato che segue lo scatenarsi della forza Fenice è a dir poco imbarazzante... e nemmeno tanto potente visto che la signora scuoia vivo Wolverine strappandogli tutto tranne i pantaloni. Ma siamo matti?? Ehm, dicevo... Quanto ai nuovi mutanti introdotti, oddio. Il look degli Accoliti di Magneto è zamarro da far schifo, il Fenomeno (per quanto adori Vinnie Jones) sembra un uomo affetto da idrocefalia, con 'sto testone enorme innestato in un corpo normale e ripreso malamente in modo da sembrare più alto delle persone che lo affiancano, le aggiunte di Angelo e Bestia al roster dei buoni vanno dall'assolutamente inutile al vagamente piacevole, di sicuro non toccano le intensità raggiunte da Nightcrawler in X-Men 2. Questa volta, per la gioia dei maschietti, vincono i personaggi femminili: buona l'interpretazione di Famke Janssen nei panni di Fenice in almeno due scene madri, deliziosa la Kitty Pryde di Ellen Page, sempre validissima la pur breve presenza di Rebecca Romijn nei panni di Mystica, mentre ormai Wolverine, Xavier e Magneto sono tre povere macchiette senza nerbo alcuno... un po' come la patetica Rogue di Anna Paquin, l'unico personaggio di cui gli sceneggiatori non hanno veramente capito una mazza. In definitiva, X-Men - Conflitto finale è un film che bisognerebbe vedere solo per dovere di completezza, ma a mio avviso la serie doveva fermarsi a X-Men 2 per poi saltare direttamente all'ottimo spin-off  X-Men - L'inizio. Se non siete iper-appassionati eviterei... a meno che, certo, non vogliate a tutti i costi vedere i capelli di Tempesta finalmente realizzati in maniera umana, come viene sottolineato anche durante un dialogo.


Di Patrick Stewart (Prof. Charles Xavier), Hugh Jackman (Logan/Wolverine), Ian McKellen (Erik Lehnsherr/Magneto), Halle Berry (Ororo Munroe/Tempesta), Famke Janssen (Jean Grey), James Marsden (Scott Summers/Ciclope), Anna Paquin (Marie/Rogue), Rebecca Romijn (Raven Darkholme/Mystica), Shawn Ashmore (Bobby Drake/Uomo Ghiaccio), Olivia Williams (Moira McTaggart), Aaron Stanford (John Allerdyce/Pyro), Vinnie Jones (Cain Marko/Fenomeno), Ellen Page (Kitty Pryde/Shadowcat) e Michael Murphy (Warren Worthington II) ho già parlato ai rispettivi link.

Brett Ratner è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Rush Hour – Due mine vaganti, Colpo grosso al Drago Rosso -  Rush Hour 2, Red Dragon, Rush Hour: missione Parigi e un episodio di Prison Break. Anche produttore, attore e sceneggiatore, ha 43 anni e un film in uscita.


Parecchi sono gli ospiti "televisivi" della pellicola: sotto il make-up della Bestia troviamo il Frasier dell'omonima serie, l'attore Kelsey Grammer; Ben Foster, ovvero l'Angelo, ha partecipato a diversi episodi di Six Feet Under e al film 30 giorni di buio, Dania Ramirez (Callisto) ha ripreso il ruolo di "mutante" in Heroes, l’uomo multiplo Eric Dane è in forza al cast di Grey’s Anatomy e Ken Leung/Kid Omega è stato invece l’odioso Miles di Lost. Daniel Cudmore e il piccolo Cameron Bright invece, che interpretano rispettivamente Colosso e Pulce, sono finiti poi a fare i vampiri nella saga di Twilight. Immancabile, ovviamente, Stan Lee, il vicino di casa dei Grey che si vede strappare di mano l'innaffiatoio... ma stavolta compare persino l'effettivo creatore dei nuovi X-Men, Chris Claremont, nei panni del vicino con la falciatrice. Halle Berry, invece, avrebbe rifiutato di riprendere il ruolo di Tempesta, sia per problemi con Bryan Singer sia per la staticità del personaggio: la fanciulla ha cambiato idea dopo l'arrivo di Ratner (l'ultima scelta dopo che erano stati chiamati registi come Darren Aronofski, Joss Whedon, Alex Proyas, Zack Snyder e Matthew Vaughn, tutti diversamente impegnati), la promessa che Tempesta avrebbe avuto un ruolo maggiore nel film e, soprattutto, dopo il giusto flop dell'orrendo Catwoman, che la vedeva protagonista. Certo, se Singer fosse rimasto avremmo avuto una gatta di marmo a recitare in meno e un film decisamente migliore, visto che la trama originale prevedeva uno scontro col Club Infernale (e una Regina Bianca interpretata nientemeno che da Sigourney Weaver!!) deciso a servirsi della Fenice e il suicidio finale di quest'ultima. Inoltre avremmo avuto anche il ritorno di Nightcrawler e la comparsa di un giovane Gambit che si sarebbe conteso con l'Uomo Ghiaccio il cuore di Rogue, insomma, una meraviglia! E invece.. ciccia! Vabbé. X-Men - Conflitto finale segue ovviamente X-Men e X-Men 2 (che vi consiglio di guardare se il film vi fosse piaciuto) mentre dalle costole della serie hanno avuto origine i due spin-off X-Men: Le origini - Wolverine e X-Men: L'inizio a cui presto seguiranno The Wolverine (in uscita in Italia a giugno 2013) e X-Men - Giorni di un futuro passato, che dovrebbe essere pronto per il 2014. ENJOY!


L'angolo del Nerd (o del gnégnégné, fate voi): 

Vista l'abbondanza di mutanti (anche gente che io nei comics non ho mai visto, come il lanciatore di coltelli d'osso Spike, l'Uomo Lucertola, il megamorfo Phat e Jones, il ragazzino che accende e spegne le TV con un battito di palpebre) che compaiono in X-Men - Conflitto finale questo angolino risulta oggi più importante che mai, e allora... via con le chiose!
Henry "Bestia" McCoy: membro degli X-Men originali. Intelligentissimo, nato con piedoni e manone ma senza pelo, a furia di sperimentare su sé stesso è diventato anche peloso e blu. Prima somigliava a una scimmia, da qualche anno somiglia a un leone ma l'indole più meno è sempre la stessa. Dopo aver mandato a spigolare Ciclope durante la saga Scisma, ha deciso di diventare uno degli insegnanti della Jean Grey School per giovani dotati e milita anche nei Vendicatori. Ah, in giro c'è anche una Bestia nera, esule dell'Era di Apocalisse. Diffidate dalle imitazioni.
Cain "Fenomeno"Marko: fratellastro di Charles Xavier e nemico storico degli X-Men, era il legame col demone Cyttorak a renderlo inarrestabile. In tempi recenti il demone si è legato però a Colosso e teoricamente Marko dovrebbe essere rimasto senza poteri, ma con la Marvel non si sa mai.
Warren "Angelo" Worthington III: membro degli X-Men originali, dopo anni passati a svolazzare qua e là tirandosela da ricco playboy è finito con le ali amputate. Il malvagio Apocalisse (potentissimo mutante mai apparso nei film) gliele ha sostituite con alucce di metallo organico senziente e lo ha trasformato nel bluastro Cavaliere Morte, per un po' è stato cattivo, poi è tornato buono, etc. etc. Ultimamente questo lato oscuro, per così dire, era tornato a sopraffarlo ma ci hanno pensato i membri della nuova X-Force a farlo secco. E' risorto senza ricordi e con i poteri di un vero Angelo di Dio. La questione è ancora avvolta nel mistero e al momento il personaggio è tornato a far parte degli studenti della nuova Jean Grey School per giovani dotati.
Callisto: altro che bellona incredibile, nel fumetto è un donnino bruttarello e con la benda sull'occhio. Nel film si picchia volentieri con Tempesta in omaggio ai comics, dove le due si sono sfidate per decidere chi avrebbe guidato i Morlock, gruppo di mutanti reietti che vivevano nelle fogne. Scontata la vittoria di una Tempesta senza poteri, che poi aveva lasciato Callisto come vice-capo. Sinceramente, non ho mai capito i poteri della tizia, credo avesse solo dei supersensi o giù di lì, ma di sicuro non ha mai rintracciato mutanti come fa nel film (quel potere ce l'aveva Calibano, un altro dei Morlock).
Jamie "Uomo multiplo" Madrox: mutante dotato del potere di generare infinite copie di sé stesso (ognuna con la propria personalità ahimé!), è nato come “malvagio” e poi si è evoluto, soprattutto grazie alle sante mani di Peter David, in uno dei personaggi più complessi e meravigliosi al momento in circolazione. Attualmente è a capo della X-Factor Investigations.
Pulce: mutantino deforme e Morlock dotato del potere di annullare quelli altrui. Spesso in coppia con l'altro mostrillo Artie, al momento sono senza poteri, persi in qualche limbo narrativo.
Psylocke: nel film ha il potere di fondersi con le ombre e compare per qualche minuto tra i mutanti Omega raggruppati da Magneto. Nei fumetti parliamo di uno dei personaggi più importanti della serie, un'X-Man inglese infilata nel corpo di una telepate asiatica, mezza ninja e molto puerca.
Kid Omega: qui bisogna fare delle distinzioni. Nel film Kid Omega è il mutante dal cui corpo spuntano le spine, un potere preso paro paro da Quill, che era in forza alla nuova Accademia degli X-Men prima di venire ucciso assieme al 90% dei suoi compagni durante un attacco di Stryker. Nei comics invece, al nome Kid Omega risponde Quentin Quire, un arrogante e potentissimo ragazzetto telepate che ha dato non poco filo da torcere agli X-Men e che ora frequenta di malavoglia la Jean Grey School.
Arclight: storica nemica degli X-Men in quanto membro dei malvagissimi Marauders, è una dei pochi mutanti “minori” che nel film mantengono i loro poteri, nella fattispecie quello di generare scosse sismiche o comunque fortissime onde d’urto battendo le mani. 
Glob Herman: nel film compare brevemente assieme agli accoliti di Magneto durante l’attacco ad Alcatraz, prima di essere “curato” da un dardo. Nei comics è uno degli studenti della Jean Grey School ed è dotato di un corpo fatto di paraffina trasparente, attraverso cui si vedono le ossa e gli occhi. Una schifezza d’essere, via, e uno dei mutanti più stupidi e inutili mai creati durante l’inquietante gestione Morrison.
Umani: Tra gli umani nominati nel film segnalo il Segretario della difesa Bolivar Trask, che ha preso evidentemente il nome da colui che nei comics ha inventato i robot cacciatori di mutanti denominati Sentinelle, la genetista ed ex fidanzata di Xavier prima e Banshee poi Moira McTaggert e la dottoressa Kavita Rao, inventore della terribile cura anti-mutante e oggi alleata degli X-Men, almeno nei comics.


 

mercoledì 30 gennaio 2013

X-Men 2 (2003)

Continua l'epopea cinematografica dedicata ai mutanti Marvel! Oggi parlerò di X-Men 2 (X2), diretto nel 2003 dal regista Bryan Singer.


Trama: questa volta gli X-Men sono costretti ad allearsi con Magneto e Mystica per combattere il colonnello William Stryker, uno scienziato militare intenzionato a sterminare ogni mutante sulla faccia della Terra...


Tre anni dopo il deludente X-Men, tocca a questo X-Men 2 tirare un po' su la qualità dei film "mutanti". Se il suo predecessore, infatti, pativa la presenza di personaggi stereotipati e assolutamente incapaci di far provare allo spettatore qualsivoglia emozione, qui gli sceneggiatori si sono dati da fare per rendere sia la vicenda che i suoi protagonisti un po' più vicini allo spirito del fumetto, creando così una storia abbastanza coinvolgente che è persino riuscita a commuovermi un po' sul finale. Nel corso del film abbiamo così l'occasione di apprezzare delle sequenze molto interessanti e ben costruite, che mostrano una Tempesta combattuta tra il suo essere eroina e il naturale odio provato per chi vorrebbe la morte di tutti i mutanti, un giovane Uomo Ghiaccio costretto a fare "outing" e confessare ai genitori di essere diverso, per finire con un Charles Xavier assolutamente alla mercé dei suoi enormi e pericolosissimi poteri. A questi vecchi personaggi se ne aggiungono ovviamente di nuovi che, per una volta, arricchiscono la pellicola anziché diventare dei vuoti contentini per i fan: magistrale l'introduzione di Nightcrawler, uno degli X-Men più amati dai lettori, naturalmente disprezzato per il suo aspetto demoniaco ma dotato di grandissima carità cristiana ed incredibile gentilezza, ma anche il nuovo villain, il terribile e spietato William Stryker (che nei comics era un fanatico religioso mentre nel film è un freddo militare), dà dei punti a Magneto e alla sua Confraternita per come riesce a creare un persistente senso di tensione e di tragedia incombente. Sempre perfetto Hugh Jackman nei panni di Wolverine, che viene reso più consapevole del suo ruolo come X-Man e contemporaneamente outsider alla ricerca delle sue dolorose origini, inoltre questa volta qualche punto in più lo conquista anche Jean Grey, meno "gatta di marmo" rispetto al capitolo precedente (Ciclope no, non riesce a scrollarsi di dosso la sua fondamentale inutilità).


La storia di X-Men 2 si basa vagamente sulla graphic novel L'uomo ama, dio uccide di Chris Claremont, pietra miliare della storia mutante che introduce appunto il personaggio di William Stryker, e prosegue il discorso già cominciato in X-Men, approfondendolo: nel primo film la divisione tra mutanti buoni e malvagi era netta, nel sequel vengono rimescolate le carte in tavola e la giustificabile paura nei confronti del diverso si trasforma in cieco odio. La crociata di Magneto diventa così il "male minore" e ovviamente il sedicente Signore del Magnetismo riesce ad attirare a sé chi, come Pyro, vorrebbe reagire con violenza davanti ad un odio incomprensibile, mentre chi riesce ancora a sopportare e porgere l'altra guancia, come Nightcrawler, trova la sua ragion d'essere nell'idea di pacifica convivenza degli X-Men, un cammino che troppo spesso si rivela difficile, pericoloso e non privo di vittime "sacrificali". Per quanto riguarda gli eventi narrati, la pellicola pone le basi per quello che sarà l'ultimo capitolo della trilogia, quindi lascia in sospeso parecchi quesiti (non viene chiarito del tutto il mistero delle origini di Wolverine) e semina altrettanti indizi che all'epoca avevano fatto drizzare le orecchie ai fan che conoscevano le saghe dei mutanti Marvel (l'uccello di fuoco sul finale, per esempio), ma per il resto è abbastanza fruibile come film a sé stante, anche per i neofiti che non hanno mai letto un comic degli X-Men.


Veniamo ora alla parte tecnica. Premesso che a me, da pignola quale sono, il trucco di Nightcrawler fa a dir poco schifo (demonio blu e pelosetto ma tutto sommato un bel figliolo mi viene trasformato in un mostro liscio come un puffo e dai denti scompagnati? Ma ARGH!!), la bravura di Alan Cumming lo rende comunque guardabile e sopportabile, quasi realistico. I parrucchieri hanno capito che l'acconciatura di Tempesta era un insulto al personaggio e l'hanno leggermente migliorata e i responsabili della CG sono riusciti a conferire un tocco di naturalezza anche agli occhi bianchi della Dea Africana, impegnandosi contemporaneamente per offrire allo spettatore una spettacolare resa dei poteri di tutti i mutanti coinvolti. Le scene d'azione questa volta non sono risicate (e risibili) come in X-Men ma regalano qualche soddisfazione, soprattutto nel corso dell'assalto alla Scuola per giovani dotati, nello scontro tra Mystica e i soldati di Stryker e in quello finale tra Wolverine e la new entry, ahimé poco sfruttata, Lady Deathstrike. Molto bella anche la resa visiva di Cerebro e della sua controparte negativa, inoltre è sempre apprezzabile l'idea di incarnare la pura malvagità in un'innocente ragazzina. Insomma, questa volta i pro sono più dei contro e sicuramente X-Men 2 è un ottimo esempio di sequel che supera la pellicola originale.


Del regista Bryan Singer, Patrick Stewart (Prof. Charles Xavier), Hugh Jackman (Logan/Wolverine), Ian McKellen (Erik Lehnsherr/Magneto), Halle Berry (Ororo Munroe/Tempesta), Famke Janssen (Jean Grey), James Marsden (Scott Summers/Ciclope), Anna Paquin (Marie/Rogue), Rebecca Romijn (Raven Darkholme/Mystica), Brian Cox (William Stryker), Bruce Davison (Senatore Kelly) e Shawn Ashmore (Bobby Drake/Uomo Ghiaccio) ho già parlato nei rispettivi link.

Alan Cumming interpreta Kurt Wagner/Nightcrawler (ruolo che ha ottenuto a scapito del povero Neil Patrick Harris, che non conosceva il tedesco). Scozzese, ha partecipato a film come Goldeneye, Emma, Spice Girls – Il film, Eyes Wide Shut, Titus, Spy Kids e a serie come Mr. Bean,  Una famiglia del terzo tipo e Sex and the City. Come doppiatore, ha lavorato per le serie Leone il cane fifone, Robot Chicken e per i film Garfield: il film e I Puffi. Anche sceneggiatore, produttore, regista e compositore, ha 47 anni e tre film in uscita, tra cui I Puffi 2.


Aaron Stanford interpreta John Allerdyce/Pyro.  Americano, ha partecipato a film come La 25ma ora, Le colline hanno gli occhi, X-Men – Conflitto finale e a serie come Numb3rs e Nikita. Anche produttore, ha 36 anni.


Kelly Hu (vero nome Kelly Ann Hu) interpreta Mariko Oyama/Lady Deathstrike. Ve la ricordate, negli anni ’80, la giapponesina Kaori che parlava “pocopoco” l’italiano ma in compenso si sfondava di Philadelphia? In realtà la signorina era nata alle Hawaii e dopo queste prodezze su suolo italico ha partecipato a film come Venerdì 13 parte VIII: Incubo a Manhattan,  Il re scorpione e a serie come Genitori in blue jeans,  21 Jump Street, Raven, Melrose Place, Renegade, Sentinel, Nash Bridges, Più forte ragazzi, CSI: NY, Numb3rs e CSI: scena del crimine; come doppiatrice, ha lavorato nelle serie Robot Chicken e Phineas and Ferb. Ha 44 anni e due film in uscita.


Come avrete già avuto modo di evincere, X-Men 2 segue X-Men e precede X-Men - Conflitto finale, mentre dalle costole della serie hanno avuto origine i due spin-off X-Men: Le origini - Wolverine e X-Men: L'inizio a cui presto seguiranno The Wolverine (in uscita in Italia a giugno 2013) e X-Men - Giorni di un futuro passato, che dovrebbe essere pronto per il 2014. Nell'attesa, se il film vi fosse piaciuto consiglio la visione di Hellboy, Spiderman, Darkman e dei Batman di Tim Burton. ENJOY!


L'angolo del Nerd (o del gnégnégné, fate voi): 

Nel film compaiono brevemente altri mutanti, per non parlare poi dell’elenco di nomi eccellenti presenti nei files di Stryker. Oltre a Jubilee e Shadowcat, già apparse nel film precedente seppur interpretate da altre attrici, in X-Men 2 troviamo infatti:
Piotr "Colosso" Rasputin: mutante russo in grado di trasformare la sua pelle in acciaio organico, faceva parte della seconda generazione degli X-Men assieme a Wolverine, Tempesta, Banshee, Nightcrawler e il defunto Thunderbird. Nelle storie pubblicate attualmente in Italia milita ancora negli X-Men ma è stato posseduto dal demone Cyttorak e trasformato nel nuovo Fenomeno (personaggio che comparirà nel film X-Men  - Conflitto finale), cosa che lo ha portato a lasciarsi per l'ennesima volta con l'eterna fidanzatina Shadowcat.
Theresa O’Rourke Cassidy/Syrin: Irlandese, figlia del defunto X-Man Banshee (che troviamo adolescente nel film X-Men – L'inizio), è dotata come lui di un urlo sonico che le consente di volare. Nelle storie pubblicate attualmente in Italia milita nel supergruppo investigativo X-Factor, che tra l’altro vanta una delle collane meglio scritte di tutto il panorama dei comics.
Artie: Il ragazzino che nel film mostra la lingua biforcuta, nei comics è in realtà un bambinetto color rosa confetto, leggermente deforme, muto e con l’abilità di proiettare i suoi pensieri come se fossero ologrammi. Al momento dovrebbe essere senza poteri, perso chissà dove, in attesa che qualche scrittore si ricordi di lui.

Tra le varie libertà che si sono presi gli sceneggiatori (contiene qualche SPOILER):
- William Stryker, come si è detto, non è "nato" come militare ma come fanatico religioso a capo dei Purificatori, umani convinti di dover sterminare i mutanti. Il signore non è mai stato coinvolto nel progetto Arma X che ha infuso l'adamantio nello scheletro di Wolverine, inoltre ha ucciso il proprio figlio appena scoperta la sua natura di mutante. I poteri dell'inquietante Jason, così come il suo nome, sono infattamente ispirati a Mastermind, nemico storico degli X-Men in grado di generare illusioni telepatiche.
- Lady Deathstrike, invece, è MOLTO legata a Wolverine. Giapponese, figlia dello scienziato che aveva inventato il processo per legare l'adamantio alle ossa e convinta che il buon Wolvie avesse rubato i progetti del padre, la fanciulla col tempo è diventata un cyborg artigliato con la fissa perenne di far fuori il nostro eroe.
- La (prima) morte e conseguente trasformazione di Jean Grey in Fenice - entità cosmica allo stesso tempo portatrice di rinascita e distruzione, blah blah blah -  è avvenuta nei comics dopo un rocambolesco viaggio di ritorno dallo spazio. L'intera questione è talmente camurriosa e fondamentale per la continuity Marvel che, pur essendo cominciata negli anni '70, continua a far sentire i suoi strascichi ancora ai giorni nostri. Per dire, sta alla base del recentissimo crossover Avengers vs X-Men.








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