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martedì 24 ottobre 2023

Saw 3D - Il capitolo finale (2010)

Dai che me ne manca solo uno! E' ciò che ho esclamato alla fine di Saw 3D - Il capitolo finale (Saw 3D), diretto nel 2010 dal regista Kevin Greutert.


Trama: sopravvissuto agli eventi del film precedente, Hoffman cerca vendetta e, nel mentre, continua a portare avanti i perversi giochi del defunto Enigmista...


Saw 3D nasce come un film dalle grandi ambizioni, si vede. Avrebbe dovuto essere un film diviso in due capitoli, ridotti poi a uno dopo gli scarsi incassi di Saw VI, e la scena iniziale lasciava ben sperare, nella misura in cui, finalmente, sembrava che i giochi di Jigsaw venissero dati in pasto a un pubblico più ampio e non relegati ai bui magazzini di cui John Kramer, evidentemente, disponeva in quantità industriale. E' vero, l'assunto scatenante la sequenza d'apertura, con due manzi in vetrina costretti a scegliere tra la loro amicizia e l'amore per una che se li è portati a letto entrambi, è uno dei più loffi della saga, ma vedere la folla assiepata attorno alla trappola, annichilita dall'orrore, è una gran bella idea... peccato che dura, appunto, il tempo di una sequenza. Il resto del film ricicla i soliti magazzini, i soliti flashback e le solite facce (di merda), snodandosi in tre tronconi distinti: il primo mostra come Hoffman, sopravvissuto alla famigerata trappola per orsi del film precedente, abbia alla fine deciso di diventare un (inarrestabile) serial killer senza troppe remore di giustizia morale, il secondo racconta la sua ricerca di vendetta nei confronti dell'ex moglie di Jigsaw, e il terzo è la triste ordalia di un povero belinone che, invece di tenere un basso profilo in una città dove rischi di finire nelle mire di Kramer e dei suoi adepti solo perché un giorno, sovrappensiero, hai buttato una cicca per terra, ha pensato bene di fingere di essere stato vittima di Jigsaw e fare soldi su questa bugia. Il "povero" Bobby vince dunque il premio definitivo per il personaggio più cretino della saga, ma Saw 3D ha anche il primato del colpo di scena (a parer mio) più mimmo ed improbabile, nonché della morte più crudele ed immeritata:

SPOILER Il Dottor Gordon?? Ma siete seri??? E perché avrebbe dovuto, anche lui, aiutare John invece di assoldare un killer e ridurlo a mangime per cani? Capisco Amanda che è una tossica, ma Gordon non ha alcun motivo plausibile per diventare il collaboratore di uno che lo ha costretto a perdere un piede, su. E quella povera cristiana di Joyce quale colpa aveva, a parte quella di avere sposato un minchione che le è pure sopravvissuto? FINE SPOILER


Trama a parte che, in qualche modo, nonostante le cretinate di cui è infarcita, intrattiene quanto basta, com'è questo Saw? Beh, intanto è in 3D, lo si evince già dal titolo, quindi è il capitolo del franchise più "esplicito" a livello di splatterate ad effetto: assieme all'iconica sega che ha dato il titolo allo storico, primo Saw, tra gli oggetti sbattuti in faccia al pubblico munito di occhialini ci sono arti umani, teste spaccate come meloni, fiamme, insomma tutto il cucuzzaro di elementi capaci di farti tirare indietro la testa mentre sei seduto in sala. Greutert stavolta dirige in funzione della nuova tecnologia, il che rende alcune sequenze finte quanto un vecchio videogioco per Playstation, per il resto non c'è infamia e non c'è lode, come già succedeva in Saw VI, ma almeno non sembra di stare guardando una brutta serie anni '90. Per quanto riguarda gli attori, Tobin Bell passa vergognosamente alla cassa con soli cinque minuti di screentime a fronte di un primo posto nei titoli di testa, mentre Costas Mandylor getta finalmente via ogni parvenza di poliziotto e si abbandona in toto alla psicosi, portando a casa la sua unica interpretazione dignitosa nei panni di Hoffman. Il resto del cast è dimenticabile ma, del resto, questo sarà il destino che toccherà anche a Saw 3D, di cui ricorderò poco e nulla al momento dell'uscita di Saw X, salvo il fatto che la trama infinita legata a Jigsaw e alla sua eredità DOVREBBE essere finita qui. E grazie a Cthulhu, aggiungo!   


Del regista Kevin Greutert ho già parlato QUITobin Bell (Jigsaw / John), Betsy Russell (Jill), Cary Elwes (Dr. Gordon) e Shauna MacDonald (Tara) li trovate invece ai rispettivi link.


Sean Patrick Flanery, che interpreta Bobby, era famoso negli anni '90 per essere il protagonista di Le avventure del giovane Indiana Jones mentre Chad Donella, che interpreta Gibson, era tra i protagonisti del primo, storico Final Destination, saga condivisa con Gina Holden, qui Joyce, la quale ha partecipato a Final Destination 3. Occhio anche alla guest appearance del cantante dei Linkin Park Chester Bennington, nel ruolo del nazistello bloccato sull'automobile/trappola. Se il film vi fosse piaciuto, ecco l'elenco delle altre pellicole della saga: Saw - L'enigmistaSaw II - La soluzione dell'enigmaSaw III - L'enigma senza fineSaw IV - Il gioco continuaSaw V - Non crederai ai tuoi occhi, Saw VI, Saw: Legacy e lo spin-off Spiral - L'eredità di Saw. ENJOY!

mercoledì 28 giugno 2023

Operation Fortune (2023)

Potevo perdermi l'ultimo lavoro da regista e co-sceneggiatore di Guy Ritchie, Operation Fortune (Operation Fortune: Ruse de guerre)?


Trama: il governo britannico ingaggia un'agenzia investigativa per recuperare un misterioso oggetto rubato da un gruppo di criminali. L'agente di punta, Orson Fortune, dovrà ricorrere a metodi poco ortodossi per scoprire la natura dell'oggetto e l'identità del committente del furto...


Guy Ritchie è uno di quei registi ai quali do sempre fiducia a prescindere, vuoi perché da bambina ero fan di Madonna, vuoi perché i sui primi film mi sono piaciuti da morire. Non è uno dei miei autori preferiti, perché anche lui, soprattutto ultimamente, ha realizzato le sue ciofeche, però quando leggo il suo nome nei trailer mi scatta sempre la molla, anche se l'ultima volta non ci eravamo lasciati granché bene con Wrath of Man, per me un po' noiosino. Il cast corale di Operation Fortune mi ha subito richiamato alla mente quella divertente goduria di The Gentlemen, e onestamente un po' speravo in un ritorno a un certo tipo di malavita rozza che desse un po' di pepe ai manigoldi inamidati, invece stavolta Ritchie è tornato ai giochi di spie in stile Operazione U.N.C.L.E., dandosi agli ambienti di lusso e alle location fighette, confezionando un film derivativo e poco memorabile. La storia è quella di Orson Fortune, super agente segreto infallibile salvo per un paio di punti deboli (ha il senso dell'orientamento di Zoro, adora il vino, è agorafobico e non ricordo cos'altro), che viene richiamato in servizio dal suo capo per recuperare un macguffin misterioso che, nel corso del film, fa talmente tanti giri da essermici un po' persa. La cosa non è importante, anche perché l'atmosfera da spy movie lascia dopo poco spazio a quello che, credeteci o no, è praticamente il remake de Il talento di Mr. C, quando Orson decide di ingaggiare un attore vero per avvicinarsi a un criminale, suo grandissimo fan, con tutti gli imprevisti che ne conseguono (c'è persino il "villain" che si scopre un simpaticone meno pericoloso di altri, come già succedeva nel film con Nicolas Cage); l'unica differenza è che Jason Statham è ancora un grande nome di richiamo per il genere action, quindi il gioco si fa un po' più violento e meno cartoonesco, oltre al fatto che il protagonista è per l'appunto Statham, non Josh Hartnett, il che riduce sensibilmente lo screentime di quest'ultimo. Per il resto, almeno a livello di trama, Operation Fortune è prevedibile dall'inizio alla fine e, dovessi dire, anche un po' moscerello, questo a causa di problemi di ritmo dovuti non solo a una struttura "a microepisodi" ma anche ad attori non granché in parte.


La più spaesata, mi duole dirlo, è Aubrey Plaza, che tra l'altro è il secondo motivo che mi ha spinta a vedere il film. L'attrice mi aveva fatta letteralmente innamorare durante le prime due stagioni di Legion, interpretando un personaggio folle ed intrigante che era uno dei maggiori pregi di una serie già di per sé splendida; ritrovarla qui nel ruolo di donna "forte" ma comunque dipendente dal catzo (il corteggiamento, se così si può chiamare, che porta avanti con Orson è imbarazzante), fatalona con la parlantina di un portuale e sexy solo in virtù dell'omaggio a I guerrieri della notte, insomma una sorta di mostro di Frankestein incerto su quale direzione fare prendere al personaggio, mi ha sconcertata a più livelli. Molto meglio Hugh Grant, il quale con Guy Ritchie sembra aver trovato una seconda giovinezza fatta di personaggi caricaturali e laidi, amorali eppure in qualche modo adorabili, come già accadeva nel più riuscito The Gentlemen. Al confronto di quest'ultimo film, Operation Fortune sembra un anonimo prodotto girato da un signor nessuno dotato di soldi ma privo di personalità: avrebbe tutte le carte per osare e sorprendere e, in effetti, è ben realizzato sotto ogni aspetto, però risulta lo stesso un compitino laccato perfetto per le piattaforme e il maledetto "algoritmo", una di quelle pellicole buone per passare una sera a rilassarsi sul divano (magari anche divertendosi anche se, come ho detto, qualche attimo di noia l'ho patito più del dovuto) ma dimenticabile già dal giorno dopo. Certo, ormai da Ritchie il capolavoro non me lo aspetto più, ma questi svogliati prodotti di caratura medio-alta, che non sviluppano appieno il loro potenziale, forse mi fanno ancora più tristezza.


Del regista e co-sceneggiatore Guy Ritchie ho già parlato QUI. Jason Statham (Orson), Aubrey Plaza (Sarah), Cary Elwes (Nathan), Hugh Grant (Greg), Josh Hartnett (Danny) e Eddie Marsan (Knighton) li trovate invece ai rispettivi link.


Bugzy Malone, che interpreta JJ, aveva già lavorato con Guy Ritchie in The Gentlemen, film che vi consiglio di recuperare (lo trovate su Prime Video) se Operation Fortune: Ruse de guerre vi fosse piaciuto, magari assieme a Operazione U.N.C.L.E., Il talento di Mr. C e The Nice Guys (anche questo disponibile su Prime Video). ENJOY!

martedì 15 giugno 2021

Saw - L'enigmista (2004)

Domani uscirà Spiral - L'eredità di Saw; per l'occasione avevo deciso di riguardare tutti i film della saga ma ovviamente non ho avuto minimamente tempo e il mio recupero è cominciato e finito con Saw - L'enigmista (Saw), diretto e co-sceneggiato nel 2004 dal regista James Wan.


Trama: due uomini si risvegliano in una stanza vuota e squallida, legati per un piede ad una catena e separati da un cadavere. I due dovranno capire come sono arrivati lì e soprattutto come liberarsi rimanendo vivi...


Il primo Saw non lo avevo visto al cinema. Avevo noleggiato la videocassetta e lo avevo guardato probabilmente l'anno dopo l'uscita, terminando la visione con la tachicardia a mille e la mascella lasciata sul pavimento per lo shock da twist finale. Se pensate che gli altri li ho guardati al cinema, arrivando direi fino al terzo o forse quarto prima di mollare la presa, e che di loro non ricordo un singolo fotogramma che sia uno, potete già cominciare ad intuire quanto la qualità della saga sia andata calando praticamente dopo pochissimo, distaccandosi dal meccanismo ad orologeria di Saw (in effetti più thriller che horror) per adagiarsi nei più remunerativi terreni del torture porn quasi fine a se stesso. Attenzione, non è che non si vedano gente che muore male o situazioni estreme nel film di Wan, ma più o meno rimaniamo nel territorio del Se7en di Fincher, dove il disgusto per alcune sequenze pesantissime trova il giusto posto all'interno di un gioco, letteralmente, che ci interessa capire e seguire e che ci lascia basiti più per la sua spietata e tortuosa ineluttabilità che per la sua violenza. Chi ha rapito il Dr. Gordon e Adam e perché proprio loro due? Cosa lega la loro vicenda alla morte di molte altre persone per mano del cosiddetto "enigmista", serial killer che punisce chi decide di sprecare la propria vita concedendo una folle redenzione attraverso ordalie inenarrabili? Le risposte non arriveranno lineari, ed è questo uno degli aspetti interessanti di Saw, bensì attraverso flashback che spezzano la narrazione e spesso mirano a confondere lo spettatore, che solo sul finale avrà il quadro completo e perfettamente funzionante di tutti i fili lasciati in sospeso dagli sceneggiatori Wan e Whannell.


Nel caso non abbiate mai guardato Saw - L'enigmista sarà meglio che mi fermi qui con le "rivelazioni" e che passi a parlare un po' di regia e montaggio, di tutti quei flash scioccanti e quelle sequenze velocissime e quasi "da videoclip" che poi sarebbero diventati la cifra stilistica dei film seguenti. In questo caso, molte delle scelte di messa in scena sono legate a limiti di budget e metraggio da raggiungere (per esempio, i  video in bianco e nero che si vedono di tanto in tanto) ma ciò non toglie che il contrasto tra il bianco abbacinante e sporco delle quattro mura in cui sono costretti i protagonisti e quei flash di ipercinetica violenza, alternati ad una realtà cupa e pericolosissima anche nei momenti che dovrebbero essere "normali" mettono ansia oggi come allora, anche in assenza del terribile e ormai iconico pupazzo dalla voce profonda che invita a "fare un gioco". Quanto agli attori, considerato che ho visto Saw nel 2004 e che Benjamin Linus compariva solo a partire dalla terza stagione di Lost, potete immaginare quanto sia rimasta piacevolmente sorpresa di vedere l'attore Michael Emerson (assieme ad un altro habitué di Lost, Ken Leung) che, come al solito, dà il meglio di sé nei panni di personaggi dalla morale ambigua, un po' come all'epoca ero rimasta di sale nel vedere l'adoratoWestley/Robin Hood Cary Elwes non solo invecchiato e liftato ma anche impegnato in un ruolo che più drammatico non si può, ruolo per inciso che, assieme a quello di Whannell, non risente affatto del passare del tempo. La visione di Saw è stata dunque un bel tuffo nei ricordi passati e un'esperienza divertente nonostante conoscessi ormai tutti gli snodi della trama, a dimostrazione di come un film, se fatto bene, non necessita di twist inaspettati per intrattenere. Riguardatelo, se potete!


Del regista e co-sceneggiatore James Wan ho già parlato QUI. Leigh Whannell (co-sceneggiatore del film, interpreta Adam Faulkner-Stanheight), Cary Elwes (Dr. Lawrence Gordon), Danny Glover (Detective David Tapp), Makenzie Vega (Diana Gordon) e Tobin Bell (Jigsaw) li trovate ai rispettivi link.

Ken Leung interpreta il Detective Steven Sing. Americano, lo ricordo per film come Rush Hour - Due mine vaganti, A.I. Intelligenza artificiale, Vanilla Sky, Red Dragon, X-Men: Conflitto finaleStar Wars: Il risveglio della forza e serie quali I Soprano e Lost. Ha 51 anni e due film in uscita tra cui Old. 


Michael Emerson
interpreta Zep Hindle. Altra adorabile conoscenza di Lost, lo ricordo per serie quali X-Files, Senza traccia, Person of Interest e Il nome della rosa. Ha 67 anni. 


Shawnee Smith
interpreta Amanda. Americana, la ricordo per film come Il fluido che uccide, Armageddon - Giudizio finale, Saw II - La soluzione dell'enigma, Saw III - L'enigma senza fine, The Grudge 3, Saw VI e serie quali La signora in giallo, L'ombra dello scorpione, X-Files e Stephen King's Shining; come doppiatrice ha lavorato in Kim Possible. Anche produttrice, ha 52 anni e un film in uscita. 


Saw - L'enigmista
ha generato una delle saghe horror più longeve di sempre, che comprende i film Saw II - La soluzione dell'enigma, Saw III - L'enigma senza fine, Saw IV, Saw V - Non crederai ai tuoi occhi, Saw VI (tutti disponibili su Prime Video; Saw III, IV, V si trovano anche gratis su RaiPlay), Saw 3D - Il capitolo finale e Saw: Legacy ai quali si aggiungerà a brevissimo lo spin-off Spiral - L'eredità di Saw, che dovrebbe uscire il 16 giugno in Italia. Ovvio che se avete voglia di imbarcarvi nell'impresa di recuperare tutto, siete i benvenuti! ENJOY!

venerdì 9 maggio 2014

Hansel e Gretel e la strega della foresta nera (2013)

Seguendo il sano principio del bastone e della carota, l'ultima recensione è stata quella del bellissimo Moon, quindi oggi parlerò di un'assoluta belinata come Hansel e Gretel e la strega della foresta nera (Hansel & Gretel Get Baked), diretto nel 2013 dal regista Duane Journey.


Trama: quando il ragazzo di Gretel scompare senza lasciare traccia, lei e il fratello Hansel cominciano a cercarlo partendo dalla casa di Agnes, una vecchietta che coltiva e vende la cosiddetta Forseta Nera, una fenomenale specie di Marijuana che nasconde tuttavia un terribile segreto...


A cavallo tra gli anni '90 e il 2000 andavano per la maggiore quelle che potremmo tranquillamente definire "commedie horror per fattoni", dove l'aspetto goliardico superava di parecchio la componente horror e le droghe leggere erano parte integrante della trama, come accadeva per esempio in Giovani diavoli, tra l'altro uno dei miei film preferiti in assoluto. Hansel e Gretel e la strega della foresta nera ricalca pedissequamente questo modello, arrivando con quasi venti anni di ritardo e, peggio ancora, senza aggiungere nulla di nuovo a questo sottogenere, limitandosi a seguire la moda recente che vede cinema e tv letteralmente invasi da opere ispirate a favole od opere letterarie e che già aveva sfornato un film zamarro ma pregevole come Hansel e Gretel cacciatori di streghe. Prodotto dagli stessi "geni" che già avevano ammorbato l'aria della settima arte con la saga Twilight, Hansel e Gretel eccetera ha perlomeno il pregio di distaccarsi dall'ahimé famosa sagra del mostro innamorato e di cambiare completamente registro (certo, uno degli attori presenti in Twilight è stato trascinato per i capelli anche dentro questo film), ma questo è l'unico aspetto positivo di un film che ad una trentenne non può fare altro che mettere tristezza per un motivo ben preciso: lo spettatore non assiste ad un horror, nemmeno ad una commedia, bensì al triste ed impietoso incedere del tempo. La malvagia Agnes non vuole invecchiare (e vi lascio immaginare quale metodo avrà trovato per sottrarsi a questa condanna visto che la trama del film è più o meno la stessa della fiaba...) ma fidatevi, è molto meglio vedere Lara Flynn Boyle sepolta sotto un trucco da anziana piuttosto che trovarsi davanti la versione USA della nostrana Serena Grandi, con le labbra a canotto e gli zigomi scompagnati da un chirurgo incapace.. e quale dolore anche vedere come si sia ridotto Cary Elwes, una volta così affascinante!! Il loro utilizzo in versione "Nuovi Mostri" e l'aggiunta di altre guest star pescate dal limbo delle serie e dei film anni '90 completa una tristissima operazione nostalgia che già non ho apprezzato io, figuriamoci il target giovanile a cui questo film avrebbe dovuto essere indirizzato.


Per il resto, c'è davvero poco da dire. La trama di Hansel e Gretel e la strega della foresta nera (il cui titolo originale può sia voler dire, letteralmente, "vengono cotti" oppure, in slang, "si sfondano di canne") si trascina per un'ora e mezza tra sballoni e situazioni ripetitive (talmente ripetitive, in effetti, che persino la strega ad un certo punto si scazza!!) e continue ed incoerenti aggiunte ai poteri e alla personalità della strega del titolo, intervallate qui e là da imbarazzanti marchette a prodotti come le Skittles o alla catena The Cheesecake Factory. Tra un cannone e l'altro i momenti horror sono pochini e gli effetti speciali mostrano chiaramente il limite di budget con cui è stato girato il film (chissà perché gli zombie si vedono quasi sempre in penombra...), senza contare che la recitazione degli attori fa cadere le braccia: Lara Flynn Boyle è svogliatissima e sembra palesemente aver partecipato per questioni finanziarie, i due protagonisti hanno il carisma di due alberi caduchi e sono altrettanto approfonditi per quel che riguarda personalità e psicologia e, per finire, la percentuale di caratteristi ispano-americani e tamarri da far schifo è decisamente troppo elevata per essere sopportabile. Carente nell'horror, carente nella commedia, carente sotto ogni punto di vista, Hansel e Gretel e la strega della foresta nera è uno strano ibrido che non consiglierei né ai fan della serie Once Upon a Time (citata più di una volta, soprattutto per quel che riguarda il personaggio di Rumpelstilskin) né, soprattutto, agli irriducibili del cult I segreti di Twin Peaks: ricordate l'affascinante, ambigua Donna Hayward com'era vent'anni fa e lasciate che questa vajassa rifatta dall'accento strascicato si perda nell'etere, così come meriterebbe di fare questa pellicola. E rendiamo sempre grazie a David Lynch, ché ogni tanto ricordarlo non farebbe male.

Totally baked.
Di Cary Elwes, che compare all'inizio nei panni dell'uomo dell'azienda elettrica, ho già parlato qui.

Duane Journey è il regista della pellicola, al suo secondo lungometraggio, dopo una gavetta passata a fare il macchinista coordinatore in film come Men in Black e Palle in canna e serie come Alias o I viaggiatori. Anche produttore, attore e sceneggiatore, ha un film in uscita.


Michael Welch interpreta Hansel. Americano, ha partecipato a tutti i film della saga Twilight, All the Boys Love Mandy Lane, Day of the Dead e a serie come Frasier, Settimo cielo, Walker Texas Ranger, Jarod il camaleonte, X-Files, Malcom, Cold Case, Numb3rs, CSI Miami, CSI - Scena del crimine, Criminal Minds, Bones e CSI: NY. Ha 27 anni e otto film in uscita.


Lara Flynn Boyle interpreta Agnes. Americana, indimenticabile Donna Hayward del meraviglioso Twin Peaks, ha partecipato a film come Poltergeist III, L'attimo fuggente, Fusi di testa, Baby Birba - Un giorno in libertà, Men in Black II e ad altre serie come Ally McBeal. Anche produttrice, ha 44 anni e un film in uscita.

No ma complimenti al chirurgo.
Andrew James Allen interpreta Ashton. Americano, ha partecipato a film come Amabili resti, Smiley e a serie come Lizzie McGuire, Streghe, Malcom, Settimo cielo, Grey's Anatomy, Monk, Cold Case, Bones, Er - Medici in prima linea, Medium, CSI: Miami, Ghost Whisperer e Criminal Minds. Ha 27 anni e tre film in uscita.


Molly C. Quinn, che interpreta Gretel, ha partecipato al film Come ti spaccio la famiglia ed è la doppiatrice ufficiale inglese di Bloom nelle serie e film dedicati alle Winx mentre tra le guest star spiccano l'ex Sara Pezzini Yancy Butler e il prezzemolino Lochlyn Munro nei panni dei due poliziotti. Detto questo, se Hansel e Gretel e la strega della foresta nera vi fosse piaciuto recuperate Giovani diavoli e la serie di pellicole dedicate ad Harold e Kumar. ENJOY!

domenica 4 novembre 2012

The Alphabet Killer (2008)

Non so cosa mi stia succedendo, ma ultimamente i thriller mi deludono parecchio. E' successo così anche con The Alphabet Killer, diretto nel 2008 dal regista Rob Schmidt.


Trama: un killer misterioso rapisce, stupra e uccide una ragazzina e ne abbandona il corpo in un paese che condivide le stesse iniziali del nome e del cognome della vittima. Indagando sul caso, una detective viene presa sempre più nel gorgo della follia...


No ma COSA sto guardando? E' una domanda che mi è sorta spontanea parecchie volte durante la visione di The Alphabet Killer, film vagamente basato sulla vicenda reale dei cosiddetti Alphabet murders, omicidi accorsi in America negli anni '70 e, ad oggi, ancora privi di colpevole. Lo sceneggiatore Tom Malloy ha ricamato parecchio su questo mistero insoluto e il risultato è un tremendo pastiche thriller/horror/psicologico che sa come iniziare ma non sa come continuare né, tantomeno, finire. Fulcro della vicenda è una povera investigatrice disgraziata che, apparentemente senza motivo alcuno, nonostante all'inizio venga mostrata come una sorta di Clarice Starling dei poveri, diventa in pochi minuti una pazza così ossessionata dal caso da tentare il suicidio, per poi passare il resto del film a tremare, sentire voci, vedere fantasmi eccetera. Questo per l'elemento, ehm, psicologico. La parte horror la possiamo trovare negli spettri delle ragazzine uccise dal killer che, di tanto in tanto, compaiono alle spalle della protagonista per ribadirle il concetto "trova il colpevole e fermalo o, se adesso siamo in tre a ballare l'Alligalli, domani saremo una quarantina e non smetteremo di romperti le scatole!". E biih che camurrìa, datemi qualche indizio invece di comparirmi alle spalle e basta, no?! No, perché il film è tratto da una storia vera. E allora, siccome le vere indagini non hanno ancora fatto cicciare fuori un colpevole, ecco che si aggiungono twist nella trama assolutamente insensati o mezzucci da poco, come la polizia che fa di tutto per incastrare la persona sbagliata (procurando anche prove fasulle, chissà perché...), il casting che mette il povero Bill Moseley tra i personaggi solo per sviare lo spettatore, o indizi messi a caso che ad un certo punto condannerebbero l'unico prete "buono" reo di avere però la faccia e i modi da pedofilo. Alla faccia del pressapochismo!!


Passando dalla trama alla realizzazione, anche qui non ci siamo. Dopo una sequenza iniziale molto bella ed efficace, la regia diventa fiacca quanto il montaggio, le apparizioni delle ragazzine fantasma somigliano vagamente agli incubi di un moccioso emo e mostrano gli stessi effetti speciali che potrebbe avere un video degli Evanescence, infine anche la colonna sonora lascia a desiderare. Sul versante attori ci sarebbe da aprire un libro, invece: laddove il buon Timothy Hutton, seppur sprecato, offre un'interpretazione pacata ma convincente, Eliza Dushku, che di solito adoro, andrebbe presa a pugni nella faccia una sequenza sì e una no, con quello sguardo smarrito di chi non sta capendo una mazza e la manina tremolante come Benigni ne Il mostro. Indifendibili anche il gonfissimo Cary Elwes, talmente consapevole dell'inutilità del suo personaggio da aggiungere alla bolsaggine anche la mancanza di voglia, e lo sfigatissimo Tom Malloy (non pago di essere sceneggiatore incapace, pure attore sei? Argh!), con la faccia inespressiva di chi si trova in mezzo a tutto 'sto casino per caso e non sa se interpretare il buono o il cattivo. E voi direte "ma, almeno un po' di gore? Di suspance?". No, mi dispiace, né l'una né l'altra cosa. O sono diventata io così insensibile da non provare fastidio davanti alla mutanda (trovata appesa a un albero) di una ragazzina violentata e uccisa o davanti alla Dushku in pena che si sgarra le vene con una lametta, oppure The Alphabet Killer vale davvero poco. Propendo per la seconda ipotesi, e vi consiglio di evitare questo noiosissimo e pretenzioso polpettone.


Di Cary Elwes (Kenneth Shine) e Bill Moseley (Carle Tanner) ho già parlato nei rispettivi link.

Rob Schmidt è il regista della pellicola e interpreta anche uno dei poliziotti. Americano, ha diretto Wrong Turn - Il bosco ha fame e un episodio dei Masters of Horror. Anche sceneggiatore, produttore e attore, ha 47 anni.


Eliza Dushku interpreta Megan Paige. Attrice americana che ovviamente ricordo per le meravigliose performance sia in Buffy the Vampire Slayer (nei panni di Faith) che in Dollhouse (nei panni di Echo), ha partecipato anche a film come True Lies, Jay & Silent Bob... fermate Hollywood!, Soul Survivors - Altre vite, Wrong Turn - Il bosco ha fame e ad altre serie come Angel, That's 70's Show, Tru Calling, Ugly Betty e The Big Bang Theory. Anche produttrice e regista, ha 32 anni e un film in uscita.


Timothy Hutton interpreta Richard Ledge. Americano, lo ricordo per film "kingiani" come La metà oscura e Secret Window. Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 52 anni e un film in uscita. Nel 1980 ha vinto un Oscar come miglior attore non protagonista per il film Gente comune.


Michael Ironside (vero nome Frederick Reginald Ironside) interpreta il capitano Nathan Norcross. Canadese, lo ricordo per film come Scanners, Top Gun, Atto di forza, Highlander II - Il ritorno, Free Willy: un amico da salvare, Karate Kid 4, Starship Troopers - Fanteria dello spazio, Children of the Corn: Revelation, L'uomo senza sonno, Terminator Salvation e X - Men: l'inizio; ha anche partecipato alle serie The A - Team, Visitors, Alfred Hitchcock presenta, Superman, Walker Texas Ranger, E.R. - Medici in prima linea, Desperate Housewives, Masters of Horror, Cold Case e Smallville. Anche produttore, sceneggiatore e regista, ha 62 anni e sei film in uscita.


Melissa Leo interpreta Kathy Walsh. Americana, ha partecipato a film come 21 grammi - il peso dell'anima, Nascosto nel buio, Frozen River - Fiume di ghiaccio (che le è valso la nomination come miglior attrice protagonista), The Fighter (che le è valso l'Oscar come miglior attrice non protagonista) e alle serie Miami Vice,Veronica Mars, CSI, Criminal Minds e Cold Case. Ha 52 anni e undici film in uscita. 


Tra gli altri attori presenti segnalo, nei panni dello psichiatra della protagonista, Carl Lumbly, che nel serial Alias interpretava il grandissimo Marcus Dixon e il fratello maggiore di Eliza Dushku, Nate. Se il film vi fosse piaciuto... no, niente, fatevi un favore, cambiate target e buttatevi sul capolavoro Il silenzio degli innocenti. ENJOY!!

 


mercoledì 23 maggio 2012

Le avventure di Tintin: Il segreto dell'unicorno (2011)

Dopo qualche mese di attesa sono finalmente riuscita a vedere Le avventure di Tintin: Il segreto dell’unicorno (The Adventures of Tintin), diretto nel 2011 da Steven Spielberg e tratto dalla famosissima serie a fumetti del belga Hergé.


Trama: il giovane giornalista Tintin, assieme al fedele cagnolino Snowy (io l’ho visto in inglese ma dovrebbe chiamarsi Milou), si ritrova catapultato in un’avventura che lo porterà a conoscere il capitano Haddock e risolvere il mistero legato ad un suo antenato.. un mistero che potrebbe portare ad un favoloso tesoro sommerso.


Non partivo prevenuta davanti a questo film: di più. Non ero andata a vederlo al cinema innanzitutto perché era in 3D, tecnica che notoriamente sono arrivata ad odiare, poi perché, a pelle, ho sempre detestato Tintin. Mi ha sempre ricordato il peggior Topolino detective, con quel ciuffetto rosso, l’aria saputa, gli occhietti a spillo, etc. etc., e questo bastava sia ad evitare i fumetti sia la serie animata. Poi è uscito questo Le avventure di Tintin e adesso, beh… ammetto di essermi pentita di questa testarda volontà di evitare la creatura di Hergé. Infatti, il film è un capolavoro, sicuramente uno dei più bei film di animazione (ma si può chiamare così una pellicola girata in capture motion?) usciti negli ultimi tempi e il migliore girato da Spielberg da vent’anni a questa parte. Messo da parte il deludentissimo Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, finalmente il Señor Spilbergo torna a regalarci l’Avventura con la A maiuscola, quella vera, quella che ti incolla allo schermo con la bocca spalancata facendoti perdere completamente il senso del tempo, quella, in poche parole, con la quale il regista americano ha cresciuto noi fortunati bambini degli anni ’80.


Le avventure di Tintin, grazie anche all’aiuto di sceneggiatori capaci come Edgar Wright, offre quasi due ore di divertimento ininterrotto. Parlando da assoluta profana ed ignorante della serie a fumetti, ho apprezzato innanzitutto la parte più “gialla” legata al mistero degli Haddock e al galeone che da il titolo al film, che è molto coinvolgente e mantiene la suspance fino alla fine; ho trovato i personaggi molto affascinanti e ben caratterizzati, soprattutto per quanto riguarda il Capitano, che passa dall’essere uno sciagurato beone a orgoglioso, capace e saggio uomo di mare con una naturalezza incredibile, rubando più di una volta la scena al protagonista Tintin; ho adorato (nonostante non apprezzi questo genere di “spalla”) il cagnolino Snowy, sempre pronto a salvare le chiappe al padrone, intelligente e scaltro ma non pesante né inverosimile come spesso accade in questi casi; mi sono goduta, infine, il perfetto equilibrio tra i momenti comici affidati alla mitica coppia di inetti agenti Thompson e Thomson, e quelli quasi drammatici, come l’intenso flashback in cui finalmente Haddock ricorda i racconti del nonno, riguardanti l’ultima battaglia dell’antenato Sir Francis.


A proposito della battaglia ambientata nel passato, è sicuramente un pezzo di regia a dir poco magistrale, dove i movimenti del Capitano si fondono naturalmente con quelli di Sir Francis, in una vertiginosa altalena tra un “tranquillo” presente e un passato dove sono i mari in tempesta, le fiamme, le spade e la violenza a farla da padrone. Questa è sicuramente la mia sequenza preferita, ma Le avventure di Tintin è pieno di momenti mozzafiato che ci confermano come Spielberg sia molto lontano dall’appendere berretto e cinepresa al chiodo: il rapimento di Tintin, la fuga dalla nave con conseguente, disastroso volo verso il Marocco, la rocambolesca fuga dal palazzo del sultano e infine la battaglia conclusiva a colpi di gru tra Haddock e il malvagio Saccharine, per non parlare del geniale inizio con il borsaiolo cleptomane che ci introduce nel mondo di Tintin e Snowy chiarendo alla perfezione il rapporto tra i due personaggi, sono momenti di pura commozione cinefila. E la tecnica del motion capture è incredibile, in grado di generare personaggi realistici e allo stesso tempo non troppo distanti da quelli creati da Hergé: dovrebbero pensarci tutti i registi intenzionati a trasporre fumetti dal character design ben definito e marcato prima di girare roba trash come, che so, Dragonball Evolution, giusto per fare un nome. Detto questo, come avrete già ampiamente  capito, Le avventure di Tintin: il segreto dell’unicorno è una perla che mi sento di consigliare senza remore.


 Di Andy Serkis (il capitano Haddock), Daniel Craig (Saccharine), Nick Frost (Thomson), Simon Pegg (Thompson), Cary Elwes (il pilota) e Toby Jones (Silk) ho già parlato nei rispettivi link.

Steven Spielberg è il regista della pellicola. Sicuramente uno dei più grandi autori americani viventi, se non altro uno di quelli che mi ha cresciuta, lo ricordo per film come Duel, Lo Squalo, Incontri ravvicinati del terzo tipo, 1941: allarme a Hollywood, I predatori dell'arca perduta, E.T. - L'extraterrestre, Ai confini della realtà, Indiana Jones e il tempio maledetto, Il colore viola, Indiana Jones e l'ultima crociata, Hook - Capitan Uncino, Jurassic Park, Schindler's List (con il quale ha vinto il primo Oscar per la regia), Il mondo perduto: Jurassic Park, Salvate il soldato Ryan (con il quale ha vinto il secondo Oscar per la regia), A.I.: Intelligenza artificiale, Minority Report, Prova a prendermi e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo; inoltre, ha diretto un episodio della serie Colombo. Anche produttore, sceneggiatore, attore e quant'altro, ha 66 anni e tre film in lavorazione, tra cui Indiana Jones 5.


Jamie Bell è il doppiatore originale di Tintin. Attore inglese diventato famoso giovanissimo per il ruolo di Billy Elliott nell’omonimo film, ha partecipato ad altre pellicole come King Kong e Jane Eyre. Anche direttore della fotografia, ha 26 anni e due film in uscita.


Il film ha avuto una gestazione lunghissima. Spielberg è infatti diventato fan della creatura di Hergé ai tempi de I predatori dell’arca perduta, quindi la pellicola era già in fase di progetto, ovviamente come live action, negli anni ’80 (addirittura Jack Nicholson avrebbe dovuto interpretare il capitano Haddock). E’ stato poi Peter Jackson, in tempi recenti, a convincere Spielberg a girare il film con la tecnica del motion capture, quando quest’ultimo ha chiesto l’aiuto della WETA per realizzare il cagnolino Snowy in CGI. Il film, che ha ricevuto un’unica, scandalosa nomination all’Oscar per la miglior colonna sonora originale, ha avuto così tanto successo che sono già in cantiere due seguiti: il primo, The Adventures of Tintin: Prisoners of the Sun, è previsto per il 2013, mentre un altro ancora senza titolo dovrebbe uscire nel 2015. Campa cavallo! Nel frattempo, sarà il caso, anche per me, di prendere tra le mani l’opera di Hergé, magari in qualche bel volumetto. ENJOY!

mercoledì 8 febbraio 2012

La storia fantastica (1987)

Altro post dedicato ad un altro mito della mia infanzia. A dire il vero meno “mitico” di altri, poiché ho avuto meno occasioni di vederlo, ma pur sempre bello. Sto parlando del film La storia fantastica (The Princess Bride), diretto nel 1987 dal regista Rob Reiner e tratto dal romanzo La principessa sposa di William Goldman.


Trama: il nonno di un bambino costretto a letto da un’influenza decide di leggergli la storia della principessa Bottondoro e del suo amato Westley, legati da un vincolo di vero amore che rischia di spezzarsi quando quest’ultimo scompare in mare e Bottondoro viene chiesta in sposa dal viscido principe Humperdink…


La storia fantastica può essere visto come il giusto precursore di quel genere che poi sarebbe ritornato a spopolare in tempi recenti grazie all’orco Shrek. E’ una fiaba, è vero. Ci sono giganti, spadaccini, principesse (qualche bacio, con buona pace del piccolo costretto a letto), incantesimi e pirati, ma il tutto è riletto in chiave decisamente ironica, prendendo in giro i cliché del genere e mostrandolo allo spettatore attraverso il racconto di un nonno, spesso interrotto dalle rimostranze o dai dubbi di un nipotino “moderno”, smaliziato e assuefatto ai videogiochi che, suo malgrado, verrà alla fine catturato dalla storia di Westley e Bottondoro. Vista la simpatia e la particolarità dei personaggi coinvolti, lo spettatore non può che venire catturato a sua volta, e non c’è da stupirsi se chi, come me, lo ha visto in televisione per anni, ricorda ancora i nomi dei protagonisti e le loro battute.


Al di là di Bottondoro che, come tutte le principesse, aspetta solo di essere salvata (anche se è un bel peperino e anche un po’ stronzetta), è impossibile dimenticarsi del loquace Westley e, soprattutto, dei personaggi di “contorno”, a partire dal trio formato da Vizzini, Inigo e Fezzik: il primo, uno scaltro e malvagio siciliano (doppiato con doveroso ed esilarante accento nella versione italiana), il secondo, uno spadaccino di origini spagnole che ricerca ossessivamente la vendetta per il padre ucciso vent’anni prima e infine il terzo, un gigante buono amante delle rime. I continui battibecchi tra i tre personaggi e le successive scene dove Westley deve affrontarli sono le più riuscite ed esilaranti del film, ma anche il vanesio Humperdink, il torturatore albino e il vecchietto dei miracoli non scherzano. Purtroppo, bisogna ammettere che La storia fantastica risente un po’ dell’usura del tempo; per fortuna, però, è costruito in modo che il suo “cuore” possa comunque resistere inalterato, nonostante la parte avventurosa della pellicola sia effettivamente datata (un esempio su tutti: l’imbarazzante ratto della palude palesemente interpretato da un mimo, quasi quasi peggiore delle bestie presenti in The Killer Shrews!). Per gli amanti dell’horror, risulta inoltre decisamente simpatico vedere Cary Elwes legato e torturato in una meravigliosa segreta à la Saw, come gli succederà poi in tempi più recenti. Postilla nerd a parte, La storia fantastica è un film che merita molto, anche per le musiche di Mark Knopfler. Quindi, se non lo avete visto a suo tempo, rimediate!


Del regista Rob Reiner ho già parlato qui. Tra gli attori già citati sul Bollalmanacco segnalo invece Chris Sarandon (il principe Humperdink) e Wallace Shawn (Vizzini).

Cary Elwes (vero nome Ivan Simon Cary Elwes) interpreta Westley. Per me, questo attore inglese rimarrà per sempre Robin Hood – Un uomo in calzamaglia, ma ha partecipato ad altri film come Hot Shots!, Dracula di Bram Stocker, Mowgli – Il libro della giungla, Bugiardo bugiardo, L’ombra del vampiro, Saw – L’enigmista e a serie come Hercules, Oltre i limiti, X – Files e Law & Order. Attivo anche come doppiatore, ha prestato la voce per un episodio di Pinky and the Brain e ha doppiato il Pilota in Le avventure di Tin Tin: il segreto dell’unicorno. Anche produttore, ha 49 anni e nove film in uscita.


Mandy Patinkin (vero nome Mandel Bruce Patinkin) interpreta Inigo Montoya. Assurto al ruolo di “idolo australiano” dopo aver visto le pubblicità di Criminal Minds nella terra dei canguri, ha partecipato al film Dick Tracy, a un episodio della serie Hercules e ne ha doppiato uno de I Simpson. Ha 59 anni.


Robin Wright (vero nome Robin Virginia Gayle Wright) interpreta Bottondoro. Americana, ex moglie di Sean Penn, la ricordo per film come Forrest Gump, Toys – Giocattoli, Tre giorni per la verità, She’s so lovely – Così carina, Bugie baci bambole e bastardi, Unbreakable – Il predestinato e l’orrendo Beowulf, oltre che per la soap opera Santa Barbara. Anche produttrice, ha 44 anni e tre film in uscita, tra cui l’imminente Millenium: uomini che odiano le donne, dove interpreterà la giornalista Erika Berger.


Peter Falk intepreta il nonno. Famosissimo per il suo ruolo di Tenente Colombo nell’omonima serie, ha partecipato anche a film come Angeli con la pistola (che gli è valso la sua seconda nomination all’Oscar come migliore attore non protagonista, mentre la prima era arrivata l’anno precedente con Sindacato assassini) e Invito a cena con delitto, oltre a serie come Alfred Hitchcock presenta e Ai confini della realtà. Anche produttore, regista e sceneggiatore, è morto per colpa dell’Alzheimer proprio l'anno scorso, all’età di 83 anni.


Carol Kane (vero nome Carolyn Laurie Kane) interpreta la vecchia Valerie. Americana, ha partecipato a film come Quel pomeriggio di un giorno da cani, Io & Annie, il geniale S.O.S. Fantasmi, La famiglia Addams 2, Mosche da bar e Amiche cattive, oltre a serie come Two and a Half Men e Ugly Betty. Ha anche doppiato il corto Kung Fu Panda: Secrets of the Furious Five ed episodi delle serie Tiny Toon Adventures, Aladdin e I Griffin. Ha 59 anni e due film in uscita.


Billy Crystal (vero nome William Jacob Crystal) interpreta il vecchio e miracoloso Max. Uno dei più famosi comici americani, lo ricordo per film come Getta la mamma dal treno, Harry, ti presento Sally, Scappo dalla città – La vita, l’amore e le vacche, Hamlet, Harry a pezzi, I perfetti innamorati; ha inoltre prestato la voce per i film Monsters & Co., Il castello errante di Howl, Cars – Motori ruggenti e partecipato alle serie Love Boat e Friends. Anche sceneggiatore, produttore e regista, ha 63 anni e quattro film in uscita, tra cui I Muppet e il prequel di Monsters & Co., Monsters University.


André The Giant, che interpreta Fezzik, è stato un grandissimo campione di wrestling e ha rivaleggiato nientemeno che con il mitico Hulk Hogan, mentre il piccolo Fred Savage lo potete ritrovare in Austin Powers in Goldmember nei panni dell’agente segnato dall’infame… booozzo!!! A proposito di André the Giant, pare che il suo ruolo fosse stato “concupito” da un esordiente e allora sconosciuto Arnold Schwarznegger, che se ne era incapricciato dopo aver letto il romanzo di William Goldman, da cui è stato appunto tratto il film. Peccato che, nel momento in cui la realizzazione della pellicola si era concretizzata, Schwartzy era diventato troppo famoso e la produzione non poteva più permettersi di pagare il suo cachet, quindi si è ripiegato sul gigante scandinavo. Per finire, se La storia fantastica vi fosse piaciuto, consiglio la visione (e la lettura) dei bellissimi Stardust e Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi. ENJOY!

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