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venerdì 3 maggio 2019

Avengers: Endgame (2019)

Ho aspettato una settimana ma finalmente anche io sono riuscita a vedere Avengers: Endgame, diretto dai fratelli Anthony Russo e Joe Russo. L'accortezza sarà inutile visto che sarete già andati tutti al cinema ma ovviamente il post sarà SENZA SPOILER.


Trama: prostrati dalla morte di metà della popolazione mondiale per mano di Thanos e delle Gemme dell'Infinito, gli Avengers devono cercare di andare avanti e salvare il salvabile.



Questo sarà un post atipico e molto breve, per moltissimi motivi. Innanzitutto, e so di essere prosaica e anche una brutta persona, non scrivo sul blog da quasi due settimane (santa programmazione!!) quindi sono più che arrugginita e ricominciare con un film così importante mi uccide; poi, ne hanno già parlato tutti e con più competenza, quindi non penso di avere null'altro da aggiungere a quanto scritto; infine, c'è sempre il rischio spoiler involontari in agguato e siccome ho passato una settimana fuori da ogni social riuscendo a godermi ogni istante di questo canto del cigno della fase tre del MCU, vorrei che anche ai miei lettori venisse concesso di godere dello stesso privilegio. Personalmente, posso dire di essere rimasta molto soddisfatta da questo Avengers: Endgame. Tirare le fila di undici anni di film Marvel cercando non solo di far quadrare gli eventi dei vari film principali e spin-off ma anche di mantenere con coerenza quel minimo di approfondimento psicologico e di sviluppo caratteriale di cui hanno goduto alcuni personaggi fortunati (e no, Thor, porco diavolo, non sto parlando di te) non era sicuramente facile ma per quel poco che mi è sembrato di capire, considerando che ho guardato ogni film del MCU solo UNA volta, all'uscita cinematografica e stop, direi che tutti i coinvolti ci sono riusciti. Non entro nel merito delle innumerevoli citazioni fumettistiche, sapete che i Vendicatori cartacei non li conosco, ma a livello di trama, in tre ore che scorrono lisce come fossero due, gli sceneggiatori sono riusciti ad imbroccare in'idea di prologo a dir poco perfetta (mai visto un inizio così cupo in un film di supereroi, così realisticamente devastante, che non si limitasse a prendere atto di quanto successo nella pellicola precedente ma si prendesse persino il tempo di ragionarci sopra in un timespan più ampio), almeno quattro momenti davvero commoventi e un paio di gag riuscite, inseriti all'interno di una storia perfetta per chi ama i What If...? e un certo genere di cinema di fantascienza; qui e là si respira della vera ed esaltante epicità, ci si emoziona  come se davvero non si sapesse come andrà a finire e ci si incazza persino. Talvolta per motivi seri, soprattutto in alcuni momenti di alta tensione, spesso per motivi faceti, ché una gag reiterata ed incentrata sul biondo asgardiano a una certa fa anche un po' cadere le braccia.


A livello visivo, sono purtroppo stata costretta a vedere il film in 3D e, sebbene non l'abbia trovato scuro o fastidioso come altre volte, continuo a rimanere dell'opinione che il 3D sia la cosa più inutile mai inventata per il cinema. Detto questo, i Fratelli Russo ormai ci hanno preso la mano e le loro scene d'azione sono sempre assai ben fatte, chiare e non troppo penalizzate dal PG-13, sostenute da effetti speciali decisamente all'altezza, capaci di far rimanere a bocca aperta; in tutta sincerità, la battaglia conclusiva non mi è tuttavia sembrata molto diversa dalla pubblicità di un videogame e alcune "pose" dei personaggi le ho vissute come mero fanservice che toglieva naturalezza al tutto ma ciò non toglie che gestire così tanta carne al fuoco merita un'alzata di cappello, come minimo. Gli attori sono ormai tutti in parte e se da un lato ci si scalda il cuore nel vedere personaggi amati come Cap, Iron Man, Occhio di Falco o Ant-Man riprendere a vivere sul grande schermo come se il tempo non passasse mai, dall'altra dispiace vedere altri ridotti a mere, costosissime comparse, magari con una battuta scarsa a testa, come se gli sceneggiatori avessero una lunga lista di nomi da spuntare uno per uno. Mi rendo conto che la cosa è inevitabile, alla fine si trattava di far convergere mezza dozzina di gruppi e stili differenti in un'unica pellicola globale, ma rimane comunque un po' di amaro in bocca. A prescindere dalla mia natura di noiosa incontentabile, devo ammettere che Kevin Feige e compagnia cantante, pur rappresentando in parte il male senz'anima che porterà alla morte del Cinema, va bene, blablabla, sono riusciti a dare una degna conclusione a qualcosa che, nel bene o nel male, accompagna appassionati e non da almeno un decennio. Si chiude un cerchio, si chiude omaggiando il passato e guardando al futuro e ai soldoni ancora da incassare, si chiude con un sorrisone sul volto di chi ha scommesso sui cosiddetti cinecomic e ha vinto a man bassa, si chiude con la lacrima nell'occhio di chi "sì, 'sti film sono tutti uguali e ce li dimentichiamo dopo una settimana però sono come la coperta di Linus e porco Giuda *inserire nome di supereroe/attore a caso, per esempio Robert Downey Jr.* quanto ti voglio bene?". A tal proposito, mi viene da pensare che con la fine della cosiddetta "fase 3" sarà difficile ricostruire qualcosa di altrettanto coeso, coinvolgente e, perché no, persino glamour come ciò che ci siamo appena lasciati alle spalle... ma chi vivrà, vedrà. Probabilmente sarà una storia che riusciranno a seguire solo i true believers e chissà se rientrerò nel novero. Mi permetto di dubitarne ma intanto mi godo le sensazioni lasciate da questo Avengers: Endgame e ad urlare, sì, persino io che sono X-Fan, "Vendicatori uniti!!"


Dei registi Anthony e Joe Russo (che compare come uno dei "pazienti" di Cap) ho già parlato QUIRobert Downey Jr. (Tony Stark/Iron Man), Chris Hemsworth (Thor), Mark Ruffalo (Bruce Banner/Hulk), Chris Evans (Steve Rogers/Captain America), Scarlett Johansson (Natasha Romanoff/Vedova nera), Jeremy Renner (Clint Burton/Hawkeye),  Don Cheadle (James Rhodes/War Machine), Paul Rudd (Scott Lang/Ant-Man), Benedict Cumberbatch (Doctor Strange), Tom Holland (Peter Parker/Spider-Man), Chadwick Boseman (T'Challa/Pantera nera), Brie Larson (Carol Danvers/Captain Marvel),  Zoe Saldana (Gamora), Karen Gillan (Nebula), Evangeline Lilly (Hope Van Dyne/The Wasp), Tessa Thompson (Valchiria), Rene Russo (Frigga), Tom Hiddleston (Loki), Elizabeth Olsen (Wanda Maximoff/Scarlet Witch), Anthony Mackie (Sam Wilson/Falcon), Sebastian Stan (Bucky Barnes/Soldato d'inverno), Danai Gurira (Okoye), Benedict Wong (Wong), Dave Bautista (Drax), John Slattery (Howard Stark), Tilda Swinton (L'Antico), Jon Favreau (Happy Hogan), Hayley Atwell (Peggy Carter), Natalie Portman (Jane Foster, in filmati riutilizzati), Marisa Tomei (Zia May), Taika Waititi (voce di Korg), Angela Bassett (Ramonda), Michael Douglas (Hank Pym), Michelle Pfeiffer (Janet Van Dyne), William Hurt (Segretario di stato Thaddeus Ross), Winston Duke (M'Baku), Linda Cardellini (Laura Barton), Frank Grillo (Brock Rumlow), James D'Arcy (Jarvis),  Vin Diesel (voce di Groot), Bradley Cooper (voce di Rocket Raccoon), Gwyneth Paltrow (Pepper Potts), Robert Redford (Alexander Pierce), Josh Brolin (Thanos), Chris Pratt (Peter Quill/Star-Lord), Sean Gunn ("corpo" di Rocket), Samuel L. Jackson (Nick Fury), Cobie Smulders (Maria Hill), Kerry Condon (Voce originale di Friday), Ken Jeong (Guardia di sicurezza) e Carrie Coon (Proxima Midnight, voce originale non accreditata), li trovate invece ai rispettivi link.


L'immancabile Stan Lee compare ringiovanito negli anni '70 mentre Joy McAvoy, sorella minore del ben più famoso James, è una delle dame asgardiane. Siccome Avengers: Endgame chiude un cerchio, vediamo di recuperare il recuperabile: Captain America: Il primo vendicatoreIron ManIron Man 2, L'incredibile HulkThor , The Avengers, Iron Man 3Thor: The Dark WorldCaptain America: The Winter SoldierGuardiani della GalassiaGuardiani della Galassia vol. 2, Avengers: Age of UltronAnt - ManDoctor StrangeCaptain America: Civil WarSpider-Man: Homecoming , Thor: Ragnarok, Black Panther, Avengers: Infinity War, Ant-Man and the Wasp e Captain Marvel. Aspettando, ovviamente, che escano Spider-Man: Far From Home, l'unico al momento sicuro, e poi Black Widow, Doctor Strange 2, Guardiani della Galassia 3 e le serie dedicate ad Hawkeye, Wanda e la Visione (WandaVision), Loki e Falcon & Winter Soldier, probabilmente in uscita sul nuovo Disney +.  ENJOY!


martedì 19 marzo 2019

Captain Marvel (2019)

Per motivi logistici ho dovuto lasciar passare almeno una settimana dall'uscita ma finalmente anche io ho potuto guardare Captain Marvel e arrivare con un tardivo post SENZA SPOILER.


Trama: Verse è un'aliena kree dal passato misterioso e dagli enormi poteri. Costretta a un atterraggio di emergenza sulla Terra, scoprirà molte spiacevoli verità...



Di Captain Marvel hanno parlato (spesso a sproposito) cani e porci prima ancora che uscisse e probabilmente verrà ricordato come il film che ha fatto scapocciare i nerd di tutto il mondo portandoli ad invocare giustizia a causa di una presunta castrazione del ruolo di maschio alfa per mano di una donna supereroe, santo cielo. Non so perché se la siano presa così tanto visto che prima di Captain Marvel c'era già stata Wonder Woman e, allo stesso modo, non conoscendo il personaggio se non per alcuni collegamenti con l'universo degli X-Men non so se i nerd avessero ragione a insorgere per uno "spirito" non rispettato ma sta di fatto che, per qualcuno che non rientra nella categoria del troglodita internettaro medio, Captain Marvel è il "solito" film Marvel carinissimo ed entusiasmante per le due ore che dura e facilmente dimenticabile il giorno dopo. Origin story perfettamente inserita all'interno del Marvel Cinematic Universe nonché prologo dell'imminente Avengers: Endgame, Captain Marvel racconta il viaggio interiore di una persona, prima ancora di una donna. Un soldato, un'aliena, che si è ritrovata plasmata in qualcosa che forse non è mai stata, parte di una sorta di "coscienza collettiva" che la vuole potente ma nei limiti, grata di farne parte, ligia ai suoi doveri, confusa ma non troppo. Eppure, il passato c'è ed è dannoso ignorarlo, soprattutto quando nei ricordi di Vers, questo il nome della protagonista, c'è qualcosa di fondamentale che ha definito nel tempo la sua personalità: la capacità di rialzarsi, sempre e comunque, dopo ogni batosta, dopo ogni presa in giro, dopo ogni fallimento, dopo qualsiasi tentativo di negare e frustrare i suoi sogni. E' vero, Vers è donna, ma il messaggio che passa attraverso il suo atteggiamento, il suo "vaffanculo" finale a chi pretende di imporle il suo modo di vivere e di comportarsi, è e deve essere universale, un invito a non arrendersi mai e arrivare a brillare di luce propria, cercando e trovando la forza in se stessi, anche a costo di essere delle teste di cocco fatte e finite. Il resto, come si suol dire, è un di più, per quanto piacevole, divertente e necessario. Il giovane Nick Fury, gli Skrull, i Kree, Ronan l'accusatore, il tenerissimo miciotto Goose, protagonista dei momenti più esaltanti della pellicola e preso di peso da Il gatto venuto dallo spazio, la consapevolezza che Captain Marvel sarà una pedina fondamentale nella battaglia contro Thanos, tutto quello che volete, ma il fulcro del film è il percorso di presa di coscienza dell'adorabile Carol Danvers, e non in quanto donna ma in quanto persona.


Lo "sfogo" finale della protagonista è obiettivamente, per quanto forse un po' trash, una delle cose più liberatorie viste in anni di film Marvel, dove l'eroe, quando a un certo punto diventa consapevole dei suoi mezzi, da il meglio di se stesso ma sempre con quella punta di "reticenza" che rende umile persino uno come Iron Man. Captain Marvel invece se ne frega e spacca culi ed astronavi al ritmo di Just A Girl (punta di diamante di una colonna sonora che più anni '90 non si può, ma non dimentichiamoci Celebrity Skin, Come As You Are, I'm Only Happy When it Rains, ecc. ecc.), splendendo gioiosa e consapevole dei suoi mezzi, finalmente libera da qualsivoglia giogo, fisico o psicologico che sia. E' questo che rende Captain Marvel particolare, perché per il resto il film è perfettamente inserito all'interno del carrozzone Marvel, non brilla particolarmente per la regia o per la sceneggiatura, che ha l'unico pregio di essere in perfetto equilibrio tra la cazzoneria di un Thor: Ragnarok e la serietà di un Avengers, ed è popolata da attori che fanno il loro dovere anche quando, come Samuel L.Jackson, sono costretti a subire un lifting computerizzato che li rende più inquietanti di un manichino semovente. Simpatico e sbarazzino il continuo fluire di citazioni che contestualizzano il film nell'epoca degli anni '90, non sfacciato come gli omaggi trash di James Gunn e Taika Waititi ma in qualche modo delicato e gradevole; le mise delle protagoniste, con le maglie dei gruppi musicali dell'epoca e il profumo grunge che permea l'intero reparto costumi, è una botta di nostalgia più grossa dei riferimenti a Blockbuster, per intenderci, ma la palma della citazione (accompagnata da una bruschetta nell'occhio grossa come il Fenomeno) va al delizioso Stan Lee che legge la sceneggiatura di Generazione X, film di Kevin Smith che ogni True Believer dovrebbe guardare. Voto 3, invece, all'adattamento italiano: "giovanotta" fa il paio con il "benone" di Venom ("young lady" di solito viene reso con un "signorinella", by the way) e il riferimento alla password Wi-fi è imbarazzante, considerato che quella tecnologia non avrebbe preso piede ancora per un decennio come minimo (e infatti Fury parla di password Aol in originale). Potrei anche aver sentito Jude Law ciccare clamorosamente un congiuntivo all'inizio ma forse ero solo obnubilata dalla sua incommensurabile fighezza. Chissà. A parte tutto, Captain Marvel va visto, per più di un motivo, soprattutto se non vedete l'ora che arrivi Avengers: Endgame o se siete gattari incalliti come me. Rimanete incollati alla poltrona del cinema fino all'ultimo titolo di coda e divertitevi!


Di Brie Larson (Carol Danvers/Vers/Capitan Marvel), Samuel L. Jackson (Nick Fury), Ben Mendelsohn (Talos/Keller), Jude Law (Yon-Rogg), Annette Bening (Suprema intelligenza/Dottoressa Wendy Lawson), Clark Gregg (Phil Coulson), Djimon Hounsou (Korath), Lee Pace (Ronan) e Mckenna Grace (Carol a 13 anni) ho parlato ai rispettivi link.

Anna Boden è la regista e co-sceneggiatrice del film. Americana, ha diretto film come Sugar e 5 giorni fuori. Anche produttrice, ha 43 anni.
Ryan Fleck è il regista e co-sceneggiatore del film. Americano, ha diretto film come Sugar e 5 giorni fuori. Ha 43 anni.


La scena mid-credit è stata diretta dai fratelli Russo. Captain Marvel, cronologicamente, si colloca dopo Captain America: Il primo vendicatore, ma tanto vi toccherà recuperare tutto se vorrete godere appieno del film: Iron ManIron Man 2, L'incredibile HulkThor , The Avengers, Iron Man 3Thor: The Dark WorldCaptain America: The Winter SoldierGuardiani della GalassiaGuardiani della Galassia vol. 2, Avengers: Age of UltronDoctor StrangeSpider-Man: Homecoming ,Captain America: Civil WarThor: RagnarokAnt-ManAvengers: Infinity WarAnt-Man and the Wasp e Black Panther. ENJOY!

martedì 24 aprile 2018

Free Fire (2016)

Uno sfortunato incidente accorso nel periodo Natalizio è coinciso con la possibilità di passare del tempo bloccata in casa a guardare film... quindi, per cominciare, ho deciso di recuperare Free Fire, uscito in Italia (ma non a Savona) a inizio dicembre e diretto nel 2016 dal regista Ben Wheatley, anche co-sceneggiatore.


Trama: uno scambio di armi e denaro non va per il verso giusto e i coinvolti cominciano a spararsi, diffidenti l'uno dell'altro...



Immagino che tutti ricorderete il finale de Le Iene, uno stallo in cui i protagonisti, alla fine, si ritrovano l'uno contro l'altro e si sparano a vicenda. Fine. Ecco, Free Fire prende la sparatoria, l'allunga per un'ora e mezza e la trasforma in un film divertente, movimentato, angosciante e bellissimo. Merito di Ben Wheatley (e della moglie alla sceneggiatura), regista col quale ho un rapporto controverso ma che non si può dire abbia mai sbagliato un film o, meglio, che non sforni qualcosa di particolare e zeppo di personalità ogni volta. Free Fire, per esempio, poteva essere una tamarrata unica, perché la base è quanto di più action e banale ci sia al mondo: ci sono due gruppi di malviventi, un gruppo vuole i fucili, l'altro vuole i soldi, una persona fa l'intermediario. La fiducia reciproca è poca, già di partenza, e ovviamente succede qualcosa che innesca la miccia della tensione e trasforma una fabbrica abbandonata in un terreno di guerra dove tutti i protagonisti hanno come obiettivo la sopravvivenza e la morte di qualcun altro, vuoi per vendetta, vuoi per antipatia, vuoi per puro e semplice interesse personale. In un film banale (leggi: in un action USA) probabilmente la fabbrica ad un certo punto esploderebbe oppure ci sarebbe il macho man della situazione che, rimediando giusto una ferita sul finale, si ergerebbe su tutti i coinvolti scrollandosi di dosso le pallottole come acqua, qui la situazione è invece un po' diversa. Tanto per cominciare, i protagonisti di Free Fire sono uno più cretino dell'altro. Vanesi, innamorati della propria voce e al 90% ignoranti delle regole base di convivenza criminale se non addirittura pesci piccoli dal carattere rissoso, sembrano dei bambini impegnati in un gioco da adulti. Quando cominciano a volare le prime pallottole, una bellissima sequenza ce li mostra sconvolti, con un ralenti impietoso ad inquadrare corpi non tanto pronti ad armarsi a loro volta bensì desiderosi di allontanarsi dalla prima persona colpita, diretti verso qualunque riparo in grado di offrire salvezza perché consapevoli che la situazione sta per buttare molto, molto male. Da lì comincia un'ininterrotta sinfonia di pistole che sparano, gente che urla (di dolore ma anche per minacciare, chiamare i compagni, manifestare la propria disperazione o semplicemente rompere le palle al prossimo) e John Denver che canta, qualcosa che non solo non da tregua ai personaggi ma nemmeno allo spettatore.


Se l'idea di ambientare il tutto negli anni '70 è un raffinato tocco di classe che delizia gli occhi con costumi e pettinature a tema (e soprattutto impedisce ai protagonisti di avere un cellulare!), quella di utilizzare una fabbrica abbandonata è funzionale alla trama stessa. La scenografia, oltre a essere molto evocativa, è piena di nascondigli di fortuna ma anche di piccole cose in grado di far male e vedere i personaggi costretti a strisciare in mezzo ai vetri, le schegge di legno o i cocci di cemento crea un immediato senso di fastidio; ovviamente, la cinepresa di Ben Wheatley indugia su ogni espressione di dolore, su ogni ferita e persino sulle pallottole ma di tanto in tanto si allarga a mostrarci per intero il "campo da gioco" e le posizioni dei vari giocatori, rannicchiati dietro protezioni di fortuna, mentre un montaggio serratissimo porta quasi a voler chinare la testa per paura che una pallottola possa raggiungere persino noi spettatori. Gli attori, poi, sono perfetti. Assieme ad alcuni caratteristi che si imprimono a fuoco nella memoria pur senza avere un nome di richiamo, ci sono attori più conosciuti come Cillian Murphy, Armie Hammer e Brie Larson che interpretano alla perfezione i loro personaggi e soprattutto c'è Sharlto Copley. Ora, voi forse non avete idea di quanto fossi arrivata non sopportare Copley ma qui è decisamente il migliore del mazzo con quei baffoni assurdi e quell'accento caricatissimo (dal mio umile punto di vista Free Fire perde almeno cinque punti doppiato in italiano. Poi, fate voi) che lo rendono un personaggio esilarante ma, ovviamente, da non sottovalutare. L'inglesotto Ben Wheatley si riconferma dunque Autore a tutto tondo da tenere sottocchio. Magari non facile (anche se in questo caso fortunatamente non mi è esploso il cervello come con High Rise o Kill List) ma comunque originalissimo e pronto a sperimentare, oltre che dannatamente bravo. Di questi tempi è quasi un miracolo!


Del regista e co-sceneggiatore Ben Wheatley ho già parlato QUI. Sam Riley (Stevo), Michael Smiley (Frank), Brie Larson (Justine), Cillian Murphy (Chris), Armie Hammer (Ord), Sharlto Copley (Vernon), Noah Taylor (Gordon) e Jack Reynor (Harry) li trovate invece ai rispettivi link.

Enzo Cilenti interpreta Bernie. Inglese, ha partecipato a film come e a serie quali Kick-Ass 2, Guardiani della galassia, La teoria del tutto, Sopravvissuto - The Martian, High Rise e a serie come Il trono di spade. Anche produtore, ha 44 anni.



Babou Ceesay, che interpreta Martin, ha esordito al cinema con l'esilarante Tagli al personale. A Luke Evans era stato offerto il ruolo di Vernon ma l'attore ha dovuto rinunciare in quanto impegnato sul set de La bella e la bestia e anche Olivia Wilde ha declinato l'invito a partecipare al film. Se Free Fire vi fosse piaciuto recuperate Le iene, The Departed e Green Room. ENJOY!

martedì 1 marzo 2016

Room (2015)

Nel momento in cui sto scrivendo queste righe la Notte degli Oscar non c'è ancora stata e io sto tifando spudoratamente per Room, diretto nel 2015 da Lenny Abrahamson, tratto dal romanzo omonimo di Emma Donoghue e candidato a quattro premi Oscar (Miglior Film, Brie Larson Miglior Attrice Protagonista, Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura Non Originale). Siccome però la mala distribución italiana ha deciso di fare uscire Room il 3 marzo ecco che ho scelto di pubblicare oggi la recensione di questo splendido film.


Trama: Jack è nato e cresciuto all'interno di una stanza, dove ha vissuto con la madre per cinque anni, convinto che il mondo esterno fosse solo fantasia. Un giorno però entrambi escono da quell'ambiente chiuso e il piccolo comincia a scoprire una realtà al tempo stesso eccitante e paurosa...


Spesso tendiamo a dimenticare che quello che siamo lo dobbiamo non solo al modo in cui ci hanno cresciuti ma anche all'ambiente in cui abbiamo vissuto da bambini, ai ricordi creati da piccoli oggetti all'apparenza insignificanti, da quello che ci hanno raccontato i nostri genitori, inculcandoci magari anche idee e preconcetti che poi abbiamo scoperto non corrispondere proprio alla realtà. Ovviamente, moltissime cose crescendo ce le lasciamo alle spalle ma credo che ciò che di importante abbiamo assorbito durante l'infanzia rimanga e contribuisca a formare il nostro carattere di adulti, condizionando anche scelte banali relative agli affetti, alla casa, al lavoro purtroppo no perché qui in Italia ognuno fa quel che trova se lo trova. Questo per dire che io, Erica Bolla, sono una persona fondamentalmente equilibrata perché ho avuto un'infanzia serena, passata in un posto di campagna, all'interno di una casa in affitto ma comunque carina, con due genitori assennati e severi il giusto, tuttavia ora mi scoppio quasi tutti i soldi in ca**ate probabilmente proprio perché i miei hanno rifiutato di assecondare moltissimi miei capricci, lasciandomi a sbavare sulle immense collezioni di My Little Pony, film Disney, Swatch e quant'altro delle amiche più abbienti/viziate e accontentandomi giusto a Natale ma mai come avrei voluto. Jack invece, povero piccino, è nato e cresciuto in una stanza. Anzi, in Stanza, come se si parlasse di una persona. E perché no? Quando un bambino conosce solamente una stanza chiusa e la sua unica compagnia è quella di Ma e dei pochi arredi di quel luogo, diventa quasi normale che un "animale" socievole qual è l'uomo decida inconsciamente di personificare degli oggetti, trasformandoli in compagni di gioco e amici. Soprattutto se Ma, per far sì che il figlio non si faccia troppe domande sulla propria condizione, gli racconta che le persone che si vedono in TV non sono reali e non esiste un mondo esterno a Stanza. Sinceramente, una condizione simile non posso neppure immaginarla, non riesco a mettermi nei panni di un bimbo che non sa assolutamente nulla della realtà al di fuori di una stanza, piuttosto posso arrivare a concepire un bambino nato e cresciuto libero in una foresta ma non un piccolino che conosce solo questa strana forma di cattività. Eppure, guardando Room si arriva a condividere in toto le sensazioni di Jack e quanto diventano assurdamente plausibili i suoi pensieri rivolti a quel mondo estraneo, troppo veloce e confuso, affascinante e spaventevole allo stesso tempo, quanto dolorosamente comprensibile il suo desiderio di tornare a rifugiarsi nella Stanza mentre Ma si lascia sopraffare dalla disperazione, dalla vergogna e dal rimpianto!


Room è un film che si insinua sottopelle e si prefigge di rimanere nel cuore dello spettatore a lungo, così come lo sguardo diffidente e spaventato di Jack, bimbo coinvolto in una vicenda incomprensibile ed ingiusta. Il piccolo Jacob Tremblay è favoloso, all'età di dieci anni sarebbe stato in grado di sbaragliare tutti i suoi colleghi più grandi, se solo gli avessero concesso l'onore di una candidatura all'Oscar in una kermesse che mai come quest'anno mi è sembrata tanto stupida e gestita da incompetenti. Il legame tra Jack e Ma è di quelli in grado di spezzare il cuore, poiché costringe lo spettatore a dividersi tra comprensibili moti di affetto verso un bambino tanto sfortunato e un'enorme empatia nei confronti di una donna costretta a prendere decisioni difficili e discutibili; la giovane Joy, questo il nome di Ma (e per pietà mi viene male al pensiero che lo stesso nome lo condivida un personaggio interpretato da un'altra attrice che a Brie Larson non è neppure degna di leccare le scarpe!), si comporta in maniera egoista, isterica e spesso ingiusta ma chi non reagirebbe come lei in una situazione simile? Come ci si può guardare allo specchio dopo aver perso gli anni migliori della propria vita e come si può non soccombere al senso di colpa quando qualche malelingua insinua nella nostra mente dei dubbi orribili? Di fronte a questi personaggi semplici ma a modo loro grandiosi parrebbe quasi superfluo guardare alla regia, invece Lenny Abrahamson riesce nel miracolo di trasformare un ambiente potenzialmente monotono come quello di una stanza in un mondo tutto da scoprire, quasi un universo infinito; il trucco è concentrarsi sui personaggi, lasciando il resto sullo sfondo sfocato, ingannando lo spettatore quel tanto che basta prima di ricatapultarlo all'interno di quelle quattro, soffocanti pareti, e colpirlo nuovamente con la fatidica domanda: perché Ma e Jack non escono da lì? Non starà a me dirvelo, fa tutto parte del gioco. Il mistero sulla condizione di Jack ci porta a farci le stesse sue domande e a guardare con diffidenza non solo quegli elementi perturbanti celati all'interno di Stanza ma anche la stessa Joy, precipitandoci nell'incertezza e nella confusione, anche quando l'azione si sposta in quel mondo esterno filtrato dagli occhi azzurri del bambino. Perché non sempre la libertà coincide con una felicità immediata, non quando il mondo che NOI conosciamo può risultare alieno ed inquietante quanto un pianeta lontano. Lasciate che Jack vi catturi e cercate di guardare questa realtà familiare e tranquilla attraverso ai suoi occhioni: non la dimenticherete più, fidatevi.


Del regista Lenny Abrahamson ho già parlato QUI. Joan Allen (Nancy) e William H. Macy (Robert) li trovate invece ai rispettivi link.

Brie Larson (vero nome Brianne Sidonie Desaulniers) interpreta Ma. Americana, ha partecipato a film come Scott Pilgrim vs. The World, Don Jon e a serie come Ghost Whisperer. Anche sceneggiatrice, regista e compositrice, ha 27 anni e quattro film in uscita.


Sean Bridgers interpreta Old Nick. Americano, ha partecipato a film come Grano rosso sangue II: Sacrificio finale, Nell, The Woman, Dark Places - Nei luoghi oscuri, L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo e a serie come Criminal Minds, Cold Case, CSI e Bones. Anche regista, sceneggiatore e produttore, ha 46 anni e tre film in uscita.


Emma Watson, Rooney Mara e Shailene Woodley, assieme a Brie Larson, erano state tutte prese in considerazione per il ruolo di Ma, tuttavia alla fine la "gara" si è ridotta ad essere tra la Woodley e la Larson, risolvendosi felicemente (e per fortuna!!) per quest'ultima. Sinceramente, se Room vi fosse piaciuto non saprei cos'altro consigliarvi di vedere quindi posso solo dirvi di cercare e leggere il romanzo di Emma Donoghue, intitolato in Italia Stanza, letto, armadio, specchio. ENJOY!

lunedì 29 febbraio 2016

Oscar 2016

Buon lunedì a tutti! Mi duole dirvi che oggi non è affatto un Lovely Day, soprattutto per gli amanti di un certo tipo di cinema. La Notte degli Oscar si è conclusa tra risultati ampiamente prevedibili (qualcuno ha detto FINALMENTE l'Oscar è andato a Di Caprio? Meritate una statuetta in testa, caSSo!) e qualche sorpresa perplimente. Ma partiamo senza indugio, soprattutto ringraziando Dio di aver passato la notte dormendo e non arrabbiandomi davanti allo schermo! ENJOY!


Cominciamo col premio che non ti aspetti? E cominciamoLO. Alla faccia di The Revenant, Room e Mad Max: Fury Road la statuetta per il Miglior Film l'ha portata a casa Il caso Spotlight. Sopracciglio alzatissimo per un film bello ma non memorabile, inattaccabile dal punto di vista della sceneggiatura (non a caso la pellicola porta a casa anche il premio per la Miglior Sceneggiatura Originale) ma per il resto nulla per cui gridare al miracolo. Diludendo, via. L'unica magra consolazione è la sonora pernacchia nei confronti del sopravvalutato The Revenant.


Nessuna sorpresa invece dal punto di vista di Regia e Miglior Attore Protagonista. Leonardo Di Caprio, dopo ANNI passati a far la figura del cretino nei meme dell'intero internetto, porta finalmente a casa l'ambita statuetta "per dovere", visto quanto sia i suoi ruoli in The Aviator che in The Wolf of Wall Street (per non dire i non nominati Django Unchained The Departed) fossero 100 spanne sopra l'ansimante Hugh Glass. Pazienza, era dovuto, ma mi spiace che ci abbia rimesso Bryan Cranston. Allo stesso modo, era scontata la vittoria di Alejandro Gonzales Iñarritu per la regia di The Revenant (speriamo che Immortan Joe arrivi a pigliarlo, povero Miller!!!!), che porta a casa anche l'Oscar per la Migliore Fotografia, per quel che ne capisco io l'unico veramente dovuto e meritato.

Miseria figlio mio, ce l'hai fatta!
Nonostante questa sequela di stronzate (e passatemi il francesismo) PERLOMENO Brie Larson ottiene il premio come Miglior Attrice Protagonista per la sua meravigliosa interpretazione in Room (di cui parlerò domani). Giubilo, alla faccia di Giennifer.

Brava, cì!! <3
Sul fronte Miglior Attore Non Protagonista arriva un altro colpo al cuore. Niente Oscar a Sylvester Stallone. E' davvero una brutta Notte questa per i grebani come me. Fortunatamente la statuetta va al mio secondo amichetto Mark Rylance, fenomenale ne Il ponte delle spie. Un po' di gioia ma, Academy mia, quanta mancanza di coraggio.

Ma non sei preoccupato che Sly ti picchi? "Servirebbe?"
A 'sti punti potrei anche smettere di scrivere, tanto l'Oscar per la Migliore Attrice Non Protagonista è andato ad Alicia Vikander (quanta banalità, che diamine!!) e non a Jennifer Jason Leigh. In compenso, l'amatissimo Ennio Morricone si è accaparrato quello per la Miglior Colonna Sonora Originale, zitti, sucare ed inchinarsi davanti al Maestro. Grazie per avergli dato quest'ennesima opportunità di dimostrare il Suo Genio, Quentin!

Vinciamo anche l'Oscar per il Vestito Urendo, eh.
Diamo un'occhiata anche agli altri premi, perlomeno a quelli di cui posso parlare con un minimo di cognizione di causa. Scontata ma apprezzatissima la vittoria di Inside Out come Miglior Film d'Animazione. I Migliori Effetti Speciali vanno giustamente al bellissimo Ex Machina mentre il bistrattato Mad Max: Fury Road  porta a casa solo una manciata di premi tecnici che compensano ben poco l'affronto al buon nome di George Miller (Miglior Montaggio, Migliori Costumi, Miglior Makeup, Miglior Sonoro, Miglior Montaggio Sonoro, Miglior Scenografia). Un premio è andato anche al carinissimo La grande scommessa, quello per la Miglior Sceneggiatura Non Originale, poca cosa ma meglio di nulla. La finiamo qui? E' meglio, ché questa Notte degli Oscar è stata davvero cheap. ENJOY!

Maestro! <3


lunedì 11 gennaio 2016

Golden Globes 2016

Non starò a fare tanti preamboli: questo è un lunedì di merda per l'orribile notizia che riguarda l'adorato Duca Bianco, quindi scusatemi se il normale entusiasmo per i Golden Globes è stato definitivamente azzerato. Seguono un paio di commenti sui premi assegnati stanotte, scritti prima di conoscere la ferale notizia.


Miglior film - Drammatico
The Revenant (USA, 2015)
Dispiace molto per Mad Max - Fury Road ma sono straconvinta che The Revenant sarà una meraviglia, quindi attendo il 16 gennaio per confermare o meno le mie impressioni. Vittoria telefonatissima, ma ci sta.

Miglior film - Musical o commedia
The Martian
(USA/UK, 2015)
Purtroppo all'uscita cinematografica l'ho snobbato, ora urge recupero, anche solo per curiosità. Gli altri candidati, tolto La grande scommessa che ho adorato e di cui parlerò in settimana, non credo li guarderei neppure per sbaglio...


Miglior attore protagonista in un film drammatico
Leonardo Di Caprio in The Revenant
Altra vittoria telefonatissima. Che dire Leo, aspettiamo la solita disfatta dell'Oscar, ormai sei una barzelletta!



Miglior attrice protagonista in un film drammatico
Brie Larson in Room
Ci credete che non ho MAI sentito neppure nominare questa ragazza? Credo di aver visto solo Don Jon con lei e francamente non mi è rimasta impressa, eppure è riuscita a scalzare dal podio grandissimi nomi. Il film Room, che uscirà in Italia il 3 marzo, racconta del rapporto tra una madre e un figlio che non ha mai visto il mondo esterno. Dicono sia bellissimo, aspettiamolo con gioia dunque!


Miglior attore protagonista in un film musicale o commedia
Matt Damon in The Martian
Non vado matta per Damon e sinceramente avrei sperato in una vittoria di Steve Carell, meraviglioso ne La grande scommessa. Non si può aver tutto dalla vita purtroppo...


Miglior attrice protagonista in un film musicale o commedia
Jennifer Lawrence in Joy
Maronna se ha rotto le balle questa! Altro Globe telefonatissimo sul quale però non posso sindacare, non avendo visto le interpretazioni delle altre candidate.


Miglior attore non protagonista
Sylvester Stallone in Creed
Ma che, daVero? Muoio dal ridere ma sono anche contenta, via, evidentemente il vecchissimo Rocky colpisce ancora. Peccato però per Mark Rylance, che ne Il ponte delle spie è tantissima roba!



Miglior attrice non protagonista
Kate Winslet in Steve Jobs
Premesso che in un film biografico se vince l'attrice non protagonista significa che la biografia non ha raggiunto l'obiettivo prefissatosi, dichiaro che OGNI PREMIO NON ANDATO A THE HATEFUL EIGHT E' UN PREMIO SPRECATO. Ergo, cacca sulla Winslet e carezzine a Jennifer Jason Leigh.


Miglior regista
Alejandro Gonzáles Iñárritu
Altro Globe scontato ma permettetemi di piangere per Miller che, in virtù della sua età e del trionfo che ha girato, meritava il premio più di chiunque.


Miglior sceneggiatura
Aaron Sorkin per Steve Jobs
In virtù di ciò che ho detto sopra (vittoria della Winslet, cacca sulla stessa), Golden RUBATO a Quentin. Vergogna.


Miglior canzone originale
Writing's on the Wall di Sam Smith e James Napier, per il film Spectre
Non credo di averla mai sentita ma credo che tutto sia meglio di lovmilaiciudulovmilovmilaiciudu.

Miglior colonna sonora originale
The Hateful Eight di Ennio Morricone
No, dico, avevate dubbi?????

Come se l'avesse vinto lui <3
Miglior cartone animato
Inside Out (USA 2015)
Idem come sopra. Avevate dubbi? Anche se il film dei Peanuts era molto carino anche!


Miglior film straniero
Il figlio di Saul (Saul Fia, Ungheria 2015)
Come al solito, davanti al film straniero rimango in silenzio perché non ne conosco neppure uno. Il figlio di Saul però dovrebbe uscire il 21 gennaio anche da noi quindi potrei andarlo a vedere se mai decidessero di distribuirlo qui...


Due righe anche sulle serie TV, sulle quali come al solito non posso pronunciarmi visto che ne seguo pochissime. Mr. Robot, la serie sulla bocca di tutti, si conferma come da vedere e diventerà il mio prossimo recupero, anche in virtù della vittoria di Christian Slater. A sorpresa Lady Gaga vince come miglior attrice per American Horror Story Hotel (che non vince come miglior miniserie, ahimé, e cacca anche sulla mancata vittoria di Jamie Lee Curtis per Scream Queens!) e, per quanto le voglia bene, devo dire che il personaggio è stato creato apposta per il suo fisico ed il suo stile quindi avrei aspettato di vederla impegnata in un ruolo davvero difficile prima di premiarla con qualcosa di ambito come un Golden Globe. E con questo è tutto... ci si risente per gli Oscar! ENJOY!

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